Una città in fuga : i livornesi tra
sfollamento, deportazione razziale e guerra civile (1943-1944) di Enrico Acciai
Nel corso della seconda guerra
mondiale, e in particolare nei mesi a cavallo tra il 1943 e il 1944, Livorno
conobbe un vero e proprio esodo della sua popolazione civile. A causa degli
intensi bombardamenti alleati circa 90.000 cittadini labronici furono costretti
a riversarsi nelle campagne, in un’area molto vasta che andava dalla provincia
di Lucca a quella di Grosseto, passando da quella di Pisa. Lo sfollamento, che
cominciò nella sua forma più radicale dopo i bombardamenti del maggio 1943, fu
un fenomeno di massa, che andò a coinvolgere una parte sostanziale del
territorio toscano. In una realtà di per sé già molto difficile si andarono a
inserire anche le vicende e le frizioni che scossero, dopo il settembre del
1943, l’Italia rimasta sotto l’autorità della Repubblica Sociale Italiana. Fu
quindi tra gli sfollati che i membri della comunità ebraica labronica provarono
a nascondersi, con alterni successi, e fu sempre tra gli sfollati che nacque e
si sviluppò la resistenza in armi. L’obiettivo di questo saggio è quello di
ricostruire la complessità di un’esperienza, quella dello sfollamento, ancora
troppo spesso ignorata dalla storiografia italiana sulla seconda guerra
mondiale.
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