Bee happy
: storie di alveari, mieli e apiculture di Barbara Bonomi
Romagnoli
«Veniamo dalla terra,
torniamo alla terra, in mezzo c’è un giardino». È sconosciuto l’autore di questo
aforisma che si presta perfettamente a rendere l’idea di che cosa sia il mondo
di queste individue danzanti. È dall’immagine circolare della copertina che
inizia il racconto di Barbara Romagnoli per descrivere il mondo di questi
preziosi insetti: la danza come linguaggio; la mente collettiva del super
organismo come modalità per esistere; il loro ruolo fondamentale per l’agricoltura
e per l’esistenza degli esseri viventi sulla Terra; i saperi che si intrecciano
con i prodotti dell’alveare (cera, miele, polline, propoli e pappa reale); le
culture espresse da una nuova generazione che ha scelto di dedicarsi
all’apicoltura; le donne, sempre di più; gli aromi dei mieli uniflorali e i
mieli millefiori, i colori del polline. Come per il vino e la cultura
materiale, per parlare di apicultura, dell’etica della sua produzione e
dell’ambiente nel quale essa avviene, oggi occorre farlo lasciando parlare
quella generazione che torna in campagna munita di un sapere urbano, capace di
guardare alla tradizione e di tradirla con nuove culture e nuove pratiche.
Con una prosa ibrida, a volte ironica, altre polemica,
l’autrice descrive l’ampia serie di tipologie umane incontrate nella sua
attività professionale: l’apicultore taciturno e solitario, quello gramsciano,
l’ex avvocato, il nomadista (che sposta le api per farle nutrire di pollini
differenti), lo stanziale (sostenitore del legame con il territorio), il
monoflora (secondo il quale il miele deve provenire da un solo tipo di fiore),
il “razzista” difensore della purezza genetica dell’ape. Si tratta di un mondo
variegato che solo in Italia conta 11 mila apicultori professionisti cui vanno
sommati altri 40 mila produttori di miele a fini hobbistici o di autoconsumo,
per un totale di 1,6 milioni di alveari e 6.300 miliardi di api. Bee Happy
insegna molte cose: ad esempio che la struttura sociale dell’alveare assomiglia
più al decentramento anarchico che alla monarchia; che le api permettono la
riproduzione dell’80% delle piante del mondo; che comunicano attraverso segnali
tattili delle antenne; che danzano per inviare segnali di servizio, ma anche
per condividere emozioni di gioia o di paura.
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