La casa
verde di Mario Vargas Llosa
Nella Casa Verde i due poli geografici sono la costa
peruviana e la selva amazzonica. In Vargas Llosa la storia del suo popolo e del
suo paese è ricuperata al livello di mito simboleggiato dalla Casa Verde, il
postribolo le cui vicende coincidono con la storia della città di Piura e dei
suoi abitanti. Ma il mito implica una rottura del tempo storico e della logica
dei fatti che Vargas Llosa compie con un procedimento, continuamente
interrotto, di messa a fuoco "a ritroso". Passato e presente si
confondono nei tempi della narrazione, e a poco a poco il lettore va scoprendo
frammenti di verità e profili di personaggi che si sovrappongono per raccontare
una storia. Che è quella della trasformazione violenta di Piura, piccolo centro
di provincia dedito all'agricoltura e al commercio del bestiame, in una grande
e tumultuosa città moderna. E' un processo inesorabile che travolge con
automobili, grattacieli e fabbriche, gli abitanti e i costumi più radicati. Ora
che persino la Mangacheria, l'agglomerato di capanne ai margini della città,
variopinto crogiolo di razze e di miserie, dove sorgeva l'originaria Casa
Verde, è diventato uno squallido suburbio, la vecchia Piura e i suoi
personaggi, don Anselmo, padre Garcia, il dottor Zevallos, la Santera
Domitilla, sono frammenti di una storia ricostruibile solo per evocazione, nei
modi e nelle cadenze della mitologia popolare. La Casa Verde è però anche
metafora dell'altro polo geografico, l'Amazzonia, immensa distesa di acque e
foreste dove la colonizzazione non riesce a fissare che alcuni avamposti: le
missioni e le guarnigioni militari.
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