Babilonia
di Yasmina Reza
In un posto chiamato Deuil-l'Alouette (che, tradotto
alla lettera, sarebbe «Lutto- l'Allodola»), un posto qualunque
nella periferia di Parigi, una donna qualunque, con un buon lavoro,
un marito, un figlio, una sorella e dei vicini di casa, si lascia
coinvolgere, nel corso di una strana notte di quasi primavera, in una
faccenda che potrebbe costarle assai cara. Per affettuosa solidarietà
con un uomo di cui non sa molto, tranne che è solo, profondamente
solo. O forse perché, di colpo, ha voglia, foss'anche per un'ora, di
respirare fuori dalla soffocante banalità del quotidiano, di farsi
un giro «on the wild side» – di immergersi in una «dimensione di
tenebra». Tirando con la consueta, stupefacente maestria le fila di
una vicenda in cui il comico e il tragico si mescolano in maniera
inestricabile come in una sorta di
perverso vaudeville, Yasmina Reza dà voce alle angosce più segrete,
e mette in scena il suo beffardo teatrino della crudeltà scavando
ancora una volta in quello spazio di connivenze e mostruosità che
può diventare la coppia; e ci ricorda che – non diversamente dagli
ebrei, che «sulle rive dei fiumi di Babilonia» sedevano e
piangevano «al ricordo di Sion» – ciascuno vive in esilio: da se
stesso, da ciò che avrebbe voluto essere, e dagli altri.
"Babilonia" di Yasmine
Reza ha ricevuto il prestigioso Premio Renaudot, è una tragicommedia
feroce,pone lo sguardo sulle debolezze umane, ritratto implacabile
delle convenzioni e delle banalità di cui è fatta la nostra vita
quotidiana, con uno humor che permette di affrontare la paura e
l’incertezza.
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