Storie
di sangue,amici e fantasmi : ricordi di mafia di
Pietro Grasso
Venticinque anni dopo le stragi di
Capaci e di via D’Amelio, Pietro Grasso – oggi presidente del
Senato, allora magistrato in prima linea nella lotta alla mafia –
torna a percorrere le strade di Palermo, l’aula del Maxiprocesso,
le campagne rifugio dei latitanti e le tante, troppe scene del
crimine in cui ha dovuto scorgere il cadavere di uomini dello Stato
trucidati dalla mafia, di amici portati via troppo presto.
La prefazione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, conosciuto da Grasso durante le sue indagini sull’assassinio del fratello Piersanti, e ritrovato trentacinque anni dopo ai vertici delle istituzioni repubblicane, suggella questo straordinario libro, che non rinuncia all’emozione personale, ma vi affianca sempre l’analisi del magistrato e la prospettiva storica di chi ha molto riflettuto sul fenomeno mafioso.
La prefazione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, conosciuto da Grasso durante le sue indagini sull’assassinio del fratello Piersanti, e ritrovato trentacinque anni dopo ai vertici delle istituzioni repubblicane, suggella questo straordinario libro, che non rinuncia all’emozione personale, ma vi affianca sempre l’analisi del magistrato e la prospettiva storica di chi ha molto riflettuto sul fenomeno mafioso.
"Caro
Giovanni, scriverti non è facile, mettere ordine nei tanti pensieri
e nelle innumerevoli cose che ho da dirti. C'è quel lieve imbarazzo
tipico di quando due vecchi amici, abituati a condividere la
quotidianità, fatta di cose grandi e piccole, si rincontrano dopo
che per qualche anno si sono persi di vista: basta un saluto, uno
sguardo, un abbraccio per ritrovare subito l'antica confidenza."
Una lettera a Giovanni Falcone e una a Paolo Borsellino aprono e
chiudono questo libro. L'album di una vita passata a lottare contro
la mafia accanto ad amici carissimi, che sono anche simboli di
impegno civile, e a contatto con boss sanguinari, che possono
diventare preziosi collaboratori per la ricerca della verità.
Non la celebrazione di due
eroi, ma la storia di due "semplici cittadini".
Barbara
Beccaria, Gazzetta del Sud
25°
anniversario della Strage di via D’Amelio a Palermo del 19
luglio 1992, nel quale persero la vita il magistrato Paolo
Borsellino e i cinque agenti della scorta Agostino Catalano, Emanuela
Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.
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