Accattone, un film di Pier Paolo Pasolini
L'esordio al cinema di
Pasolini
È la storia di un «ragazzo di vita», cioè di uno di quei
sottoproletari romani che Pasolini, verso la fine degli anni cinquanta, fece
protagonisti di alcune sue opere, da Ragazzi
di vita a Una vita violenta. ‘Accattone” è un tale che campa sfruttando una
prostituta. Il giorno in cui costei finisce in prigione, lui resta all’asciutto
e mette subito gli occhi addosso ad un’altra ragazza da avviare al marciapiede:
la trova, ma l’ingenuità di questa riesce a far breccia nel suo animo e dopo un
po’ eccolo rinunciare alle sue intenzioni. Per vivere tenta di lavorare, ma,
inadatto, rinuncia subito; così ruba: colto sul fatto, fugge a pazza velocità
su di una moto rubata, ma la sua corsa sarà breve.
«In Accattone
ho voluto rappresentare la degradazione e l’umile condizione umana di un
personaggio che vive nel fango e nella polvere delle borgate di Roma. Io
sapevo, sentivo, che dentro questa degradazione c’era qualcosa di sacro,
qualcosa di religioso, un senso vago e generale della parola, e allora questo
aggettivo, ‘sacro’, l’ho aggiunto con la musica».
Pasolini sceglie brani di La
Passione secondo Matteo di Johann
Sebastian Bach come musica del film: Il Sacro e Il Sublime entrano in rapporto
diretto con l’umile, il profano e il volgare. Il Coro finale della Passione bachiana, vero e proprio
filo conduttore del film, è una manifestazione del destino di Accattone, ma
anche il preludio per il suo riscatto. E’ proprio la musica che innalza
Accattone, povero Cristo, appone di borgata, dalla miseria in cui lui e la sua
gente si trovano confinati; è la musica che lo mostra al mondo, col suo
coraggio e la sua viltà, innalzandolo al cielo in punto di morte, dalla polvere
in cui ha sempre vissuto.
Il film fu proiettato alla Mostra di Venezia del 1961 e
subito rivelò la sua violenza rinnovatrice; Accattone fu il gesto
blasfemo con cui i sottoproletari, le prostitute, i ladri di polli strapparono
alle star hollywoodiane, agli eroi di guerra, ai comici del varietà un lembo di
schermo, un posto al sole nell'immaginario novecentesco.
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