Ai confini
dell'anima : i Greci e la follia di Giulio
Guidorizzi
Nella Grecia delle origini la follia non fu solo malattia, ma
mezzo per forzare i limiti dell'anima e dilatare la personalità. Faceva parte
dell'esperienza religiosa, stava alla base dell'attività di profeti e persino
di politici, era la voce degli oracoli. C'era metodo in quella pazzia: ispirava
poeti e cantori, né mancavano culti estatici, come quello di Dioniso, in cui
gli adepti avevano esperienze visionarie, come tuttora avviene nei riti di
possessione diffusi in numerose altre civiltà. In Grecia i pazzi non venivano
reclusi: piuttosto la società era capace di modellare la follia al proprio
interno, sfruttandola in modo creativo. Questo libro mostra quanto la stessa
civiltà dell'Occidente debba alla non-ragione.
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