lunedì 18 settembre 2017

Essere genitori non è un mestiere : cosa dice la scienza sulle relazioni tra genitori e figli di Alison Gopnik

"Meglio un genitore "falegname" che forgia i figli secondo parametri rigidi o uno "giardiniere" che ne coltiva l'unicità? Io non ho dubbi: i bambini non sono tavoli da costruire sperando che i chiodi piantati oggi li rendano solidi domani. Sono piuttosto orchidee, lilium, margherite: fiori diversi da far sbocciare nel miglior ambiente possibile fino a creare un ecosistema". Alison Gopnik distrugge con una metafora fiorita la teoria del "parenting" secondo cui è necessario crescere i figli con una bilanciata dose di "sostegno e controllo". "Non esistono modelli educativi buoni o cattivi: essere genitori è più naturale del lavoro in cui lo abbiamo trasformato".

Negli ultimi decenni ha preso sempre più piede un insidioso processo di professionalizzazione della genitorialità: c’è un’intera industria miliardaria che cerca di convincere madri e padri a educare i propri figli usando «metodi» precisi per far sì che abbiano «successo» nella vita. Ma questa moda è profondamente sbagliata. Gopnik
difende l’importanza del ruolo protettivo dei genitori, ma ammonisce con forza: essere genitori non è un mestiere attraverso il quale si possa ottenere un «risultato» prestabilito. I bambini sono per loro natura fantasiosi, inventivi e giocosi, e sono sempre molto diversi dai loro genitori. Quello che sarà il loro mondo da adulti è imprevedibile e la loro strada la dovranno trovare da sé. Quanto più i genitori saranno in grado di lasciarli sviluppare autonomamente, in un ambiente armonioso e ricco d’amore, tanto più facilmente ogni bambino potrà usare le proprie risorse per far fronte alle sfide che incontrerà lungo il cammino.

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