lunedì 4 dicembre 2017

Scrivimi molto e a lungo : lettere tra un prigioniero e una madrina di guerra di Franco Leo e Anna Maria Marucelli
La corrispondenza tra l’impiegata della Rinascente Anna Maria e il tenente del genio Francesco, detto Franco, ci ha catturati fin dalla prima pagina. Una lettera folgorante, spiritosa e maliziosa, del 18 luglio 1940 - anno XVIII dell’era fascista - con cui Franco risponde alla sconosciuta (e anonima, giacché non ha scritto neppure il suo nome , solo le iniziali) madrina di guerra la cui lettera, indirizzata a un qualunque “tenente della III divisione Libica che non riceve mai posta”, è stata consegnata a lui. Sospettoso, ruvido, sbruffone, intriso dell’ideologia vitalista e virilista del “me ne frego”, Franco si presenta abilmente come bruttissimo e poco interessato a scrivere lettere, tantomeno a corrispondere con una sconosciuta. A meno che non sia... bella. Benché la lettera di risposta non si sia conservata, sappiamo che la sconosciuta madrina dagli occhi di gatta accettò la sfida del tenente, e rispose. Comincia così uno scambio di lettere che durerà più di sei anni, e a un certo punto diventa essenziale nella vita di entrambi – anche se tutti e due faranno sempre finta che non lo sia. … Il rapporto epistolare fra i due si nutre di parole, e di linguaggio. Parole grigie, quelle di Anna Maria, adatte a descrivere la cupezza di Roma in guerra, e poi la caotica e sordida Roma del 1946. Parole acri e però brillanti quelle di Franco che – pur dimostrandosi ostile alla scuola e agli studi, pur professando di avere “studiato quanto basta per non imparare niente” - dimostra una notevole padronanza espressiva.  … uno degli aspetti più affascinanti della loro corrispondenza è che quello che viene taciuto è più importante di ciò che viene detto. Non solo perché le lettere scambiate in tempo di guerra devono superare il controllo della censura. …  i  due scriventi dicono  senza  dire anche perché  devono superare la censura interiore che impongono ai loro sentimenti e alle  loro  reali  intenzioni.  Così  le  raffinate  strategie femminili di Anna  Maria,  che  deve  sedurre  il  prigioniero senza  sembrare interessata  a  fidanzarsi  con  lui,  si  incrociano  con  quelle  di Franco,  che  a  sua  volta  ostenta  il  proprio  brutto  carattere,  la depressione  e  la  voglia  di  emigrare  lontano  e  di  non  tornare  in Italia,  quando  invece  ormai  l’amica  di  penna  gli  è diventata indispensabile, ed è l’unica voce che lo ancori al suo presente e a un possibile futuro. …  Questo   è   un   romanzo   con   due   soli   protagonisti, … una storia d’amore. Contrastata.  I  due  eroi – o  anti-eroi – devono  superare  infinite difficoltà prima di scoprirsi fatti l’uno per l’uno per l’altra. …
Dalla presentazione di Melania Mazzucco

Anna Maria Marucelli (1913-2005) e Francesco Leo (1913-1983) si sono sposati nel 1948 ad Assisi. Si sono stabiliti a Milano e hanno passato la vita felicemente insieme ai loro due figli.

I trasfigurati di John Wyndham
David Strorm è un ragazzo di Waknuk, una comunità ordinata, osservante delle leggi e timorata di Dio, che comprende circa un centinaio di case grandi e piccole ed è uno dei pochi villaggi sopravvissuti al disastro atomico che ha devastato la terra. Suo padre è il più ricco proprietario terriero del paese, una persona influente che amministra la legge temporale come magistrato e tiene il sermone in chiesa la domenica, spiegando con chiarezza le leggi e le opinioni che vigono in cielo sui più disparati argomenti morali e materiali. Sulle pareti di casa Strorm spiccano, come unico segno di decorazione, dei pannelli di legno su cui sono artisticamente incise citazioni prese dai Pentimenti, la bibbia dei sopravvissuti di Waknuk: «Solo l’immagine di Dio è Uomo», «Mantieni pura la Creazione del Signore » etc. Il pannello più grande pende dalla parete di fronte alla porta d’ingresso. Serve a ricordare a chiunque entri in casa: «Guardati dal Mutante!». David è vissuto sin dalla più tenera età nella convinzione che «Benedetta sia la Norma» e che soltanto «nella purezza stia la salvezza», ma quando nella campagna attorno al paese si imbatte in Sophie, una piccola Mutante i cui piedi hanno sei dita, rinnega i dettami religiosi del padre e decide di tenere quel segreto per sé. Dopo aver scoperto, però, di essere lui stesso un Mutante capace di comunicare a distanza, di «chiacchierare con forme-pensate» con altri otto ragazzi del villaggio e dei distretti vicini, tra cui sua cugina Rosalind e sua sorella Petra, David è costretto a fuggire da Waknuk e a inoltrarsi nel mondo sconosciuto, nelle Terre Selvagge e nelle foreste delle Frontiere e, al di là di quelle, nel Sealand, la terra di una nuova razza umana, di un popolo destinato a costruire un nuovo mondo.
Con uno stile scarno e immediato, aiutato dal vigore delle immagini e dal ritmo serrato delle vicende raccontate, I trasfigurati rielabora il terrore della guerra atomica, e tocca uno dei temi più cari alla letteratura: solo quando l’arroganza degli uomini sarà punita con una catastrofe, un nuovo mondo potrà nascere dalle sue ceneri.

John Wyndham è uno degli scrittori inglesi più noti della seconda metà del Novecento. Dai suoi libri sono stati tratti alcuni celebri film come L’invasione dei mostri verdi di Steve Sekely e Il villaggio dei dannati del maestro dell’horror John Carpenter.


«Wyndham ha creato alcuni dei mostri più fantasiosi del XX secolo. E ha scritto una manciata di romanzi che, giustamente, sono considerati dei classici moderni».     Observer

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