Scrivimi molto
e a lungo : lettere tra un prigioniero e una madrina di guerra di Franco Leo
e Anna Maria Marucelli
La corrispondenza tra l’impiegata della Rinascente Anna Maria e il tenente
del genio Francesco, detto Franco, ci ha catturati fin dalla prima pagina. Una
lettera folgorante, spiritosa e maliziosa, del 18 luglio 1940 - anno XVIII
dell’era fascista - con cui Franco risponde alla sconosciuta (e anonima,
giacché non ha scritto neppure il suo nome , solo le iniziali) madrina di
guerra la cui lettera, indirizzata a un qualunque “tenente della III divisione
Libica che non riceve mai posta”, è stata consegnata a lui. Sospettoso, ruvido,
sbruffone, intriso dell’ideologia vitalista e virilista del “me ne frego”,
Franco si presenta abilmente come bruttissimo e poco interessato a scrivere
lettere, tantomeno a corrispondere con una sconosciuta. A meno che non sia... bella.
Benché la lettera di risposta non si sia conservata, sappiamo che la
sconosciuta madrina dagli occhi di gatta accettò la sfida del tenente, e
rispose. Comincia così uno scambio di lettere che durerà più di sei anni, e a
un certo punto diventa essenziale nella vita di entrambi – anche se tutti e due
faranno sempre finta che non lo sia. … Il rapporto epistolare fra i due si
nutre di parole, e di linguaggio. Parole grigie, quelle di Anna Maria, adatte a
descrivere la cupezza di Roma in guerra, e poi la caotica e sordida Roma del
1946. Parole acri e però brillanti quelle di Franco che – pur dimostrandosi
ostile alla scuola e agli studi, pur professando di avere “studiato quanto
basta per non imparare niente” - dimostra una notevole padronanza espressiva. … uno degli aspetti più affascinanti della
loro corrispondenza è che quello che viene taciuto è più importante di ciò che
viene detto. Non solo perché le lettere scambiate in tempo di guerra devono
superare il controllo della censura. … i due
scriventi dicono senza dire anche perché devono superare la censura interiore che
impongono ai loro sentimenti e alle
loro reali intenzioni.
Così le raffinate
strategie femminili di Anna
Maria, che deve
sedurre il prigioniero senza sembrare interessata a
fidanzarsi con lui,
si incrociano con
quelle di Franco, che a sua
volta ostenta il
proprio brutto carattere,
la depressione e la
voglia di emigrare
lontano e di
non tornare in Italia,
quando invece ormai
l’amica di penna
gli è diventata indispensabile,
ed è l’unica voce che lo ancori al suo presente e a un possibile futuro. … Questo
è un romanzo
con due soli
protagonisti, … una storia d’amore. Contrastata. I due eroi – o
anti-eroi – devono superare infinite difficoltà prima di scoprirsi fatti
l’uno per l’uno per l’altra. …
Dalla presentazione di Melania Mazzucco
Anna Maria
Marucelli (1913-2005) e Francesco Leo (1913-1983) si sono sposati nel 1948 ad Assisi. Si
sono stabiliti a Milano e hanno passato la vita felicemente insieme ai loro due
figli.
I
trasfigurati di John Wyndham
David Strorm è un ragazzo di Waknuk, una comunità ordinata,
osservante delle leggi e timorata di Dio, che comprende circa un centinaio di
case grandi e piccole ed è uno dei pochi villaggi sopravvissuti al disastro
atomico che ha devastato la terra. Suo padre è il più ricco proprietario
terriero del paese, una persona influente che amministra la legge temporale
come magistrato e tiene il sermone in chiesa la domenica, spiegando con
chiarezza le leggi e le opinioni che vigono in cielo sui più disparati
argomenti morali e materiali. Sulle pareti di casa Strorm spiccano, come unico
segno di decorazione, dei pannelli di legno su cui sono artisticamente incise
citazioni prese dai Pentimenti, la bibbia dei sopravvissuti di Waknuk: «Solo
l’immagine di Dio è Uomo», «Mantieni pura la Creazione del Signore » etc. Il
pannello più grande pende dalla parete di fronte alla porta d’ingresso. Serve a
ricordare a chiunque entri in casa: «Guardati dal Mutante!». David è vissuto
sin dalla più tenera età nella convinzione che «Benedetta sia la Norma» e che
soltanto «nella purezza stia la salvezza», ma quando nella campagna attorno al
paese si imbatte in Sophie, una piccola Mutante i cui piedi hanno sei dita,
rinnega i dettami religiosi del padre e decide di tenere quel segreto per sé. Dopo
aver scoperto, però, di essere lui stesso un Mutante capace di comunicare a
distanza, di «chiacchierare con forme-pensate» con altri otto ragazzi del
villaggio e dei distretti vicini, tra cui sua cugina Rosalind e sua sorella
Petra, David è costretto a fuggire da Waknuk e a inoltrarsi nel mondo
sconosciuto, nelle Terre Selvagge e nelle foreste delle Frontiere e, al di là
di quelle, nel Sealand, la terra di una nuova razza umana, di un popolo
destinato a costruire un nuovo mondo.
Con uno stile scarno e immediato, aiutato dal vigore delle immagini e dal ritmo serrato delle vicende raccontate, I trasfigurati rielabora il terrore della guerra atomica, e tocca uno dei temi più cari alla letteratura: solo quando l’arroganza degli uomini sarà punita con una catastrofe, un nuovo mondo potrà nascere dalle sue ceneri.
Con uno stile scarno e immediato, aiutato dal vigore delle immagini e dal ritmo serrato delle vicende raccontate, I trasfigurati rielabora il terrore della guerra atomica, e tocca uno dei temi più cari alla letteratura: solo quando l’arroganza degli uomini sarà punita con una catastrofe, un nuovo mondo potrà nascere dalle sue ceneri.
John Wyndham è uno degli scrittori inglesi più noti della
seconda metà del Novecento. Dai suoi libri sono stati tratti alcuni celebri
film come L’invasione dei mostri verdi di
Steve Sekely e Il villaggio dei dannati del
maestro dell’horror John Carpenter.
«Wyndham
ha creato alcuni dei mostri più fantasiosi del XX secolo. E ha scritto una
manciata di romanzi che, giustamente, sono considerati dei classici moderni». Observer
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