È giusto obbedire
alla notte di Matteo Nucci
Ai
margini della Roma che tutti conosciamo, dove il Tevere crea un’ampia ansa
prima di correre verso il mare, vivono uomini e donne che sembrano essersi
incontrati solo grazie alle rispettive necessità. Fra baracche e chiatte, uniti
dalla gestione di una trattoria improvvisata, mentre si alternano in piccoli
lavori nei campi e nella guida dei turisti cittadini attratti dai loro lavori
arcaici, essi hanno formato una comunità fuori dal tempo e dal mondo in cui
oggi siamo abituati a vivere. Già da qualche anno, hanno accolto un uomo in
fuga. Lo chiamano tutti «il dottore», perché sembra venuto a offrire le sue
cure a chi vive lì. Ma hanno anche intuito che quest’uomo, di quasi
cinquant’anni, in realtà si è ritrovato fra loro per curare sé stesso. Qual è
il suo passato? Quale il dolore che lo ha strappato alla sua casa? Mentre il
respiro del fiume scandisce il tempo della lettura, veniamo attratti nella
storia della sua vita, di sua moglie Anna e di sua figlia Teresa, delle sue
perdite, del suo coraggio, del suo terrore. Accompagnati da racconti di nutrie,
di cani, di animali fiabeschi, dai ritmi della natura che si approfondiscono
nel cuore della città, conosceremo tutto di questo indimenticabile personaggio,
antico e moderno assieme, e apprenderemo di nuovo come solo il dolore possa spingere
l’essere umano alla rinascita. Una rinascita che passa per le mani di donne, e
attraversa una notte cui è giusto obbedire.
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