La fidanzata di lilla : lettere a Ljuba di
Aleksandr Blok
La storia di un amore troppo
"puro", svelata dalle lettere di un grande poeta. Un uomo arso da
furori mistici in adorazione della Bellissima Dama, e una donna passionale e
"terrena", intimorita dalla propria immagine angelicata. Le accorate
invocazioni, le piccole gelosie, i ripetuti tradimenti e i rimorsi si
intrecciano con il lavoro creativo di Aleksandr, le aspirazioni teatrali di
Ljuba, i dibattiti nei circoli letterari di Pietroburgo, le amicizie e le
rivalità tra poeti. Il primo gruppo di lettere, di solito definito
"Lettere alla fidanzata", abbraccia un periodo di un anno e mezzo
(1901-1903) e segue, con una frequenza quotidiana, lo svolgersi del rapporto
tra il ventunenne poeta e la splendida fidanzata "dai riccioli
d'oro". La corrispondenza poi si interrompe per quattro anni, nel periodo
della convivenza, per riprendere proprio quando il legame si affievolisce. Il
secondo gruppo di lettere va dal 1907 al 1917: Ljuba vaga per la Russia al
seguito di compagnie teatrali di second'ordine e Blok, diventato il più
importante poeta della sua generazione, la segue con nostalgiche, tenere
missive dalle quali è sparita ogni mistica eccitazione, dove l'amara
constatazione del fallimento avvia la speranza di fondare un nuovo, più terreno
rapporto di profonda, reciproca amicizia. Documento prezioso di una biografia
complessa, le lettere di Blok sono anche la rara testimonianza di un'intera
generazione, quella dei simbolisti nella Russia del primo Novecento.
Un viaggio chiamato amore : lettere 1916-1918
di Sibilla Aleramo, Dino Campana
Passioni e sentimenti, paure,
tenerezze, invocazioni, tradimenti, ricongiungimenti, botte e minacce, miseria
e malattia: tutto sotto “un cielo fatto solo d’amore”. È l’incontro di Dino
Campana con Sibilla Aleramo, incontro straordinario, come le lettere che i due
amanti si scrissero. Ogni pagina di questo carteggio è un viaggio, esaltante e
senza soste, che ha inizio sotto il sole infuocato dell’agosto 1916 e prosegue
serenamente negli ultimi splendori della bella stagione a Faenza e Marradi. Il
percorso si fa tortuoso – come le vicende alle quali si assiste –, segnato da
un continuo andirivieni fra Pisa, Livorno, Firenze, Sorrento. È ormai il 1917:
sullo sfondo l’anno più duro della guerra, in primo piano i due amanti e il
loro disperato tentativo di trovarsi e abbandonarsi. Poi, nel gennaio del 1918,
davanti al cancello del manicomio di San Salvi, il viaggio si interrompe.
L’Aleramo, che trasformò la sua lunga vita in letteratura, mai riuscì a
raccontare la sua storia con Dino. Ne affidò la memoria a queste lettere,
consentendone la pubblicazione solo nel 1958, due anni prima di morire.
Dieci unghie secche invece di cinque di Isidore
Ducasse, conte di Lautréamont
Carmine Mangone ci introduce alla figura del conte di
Lautréamont attraverso la rilettura di sette lettere, le uniche arrivate fino a
noi, e delle Poésies. Da queste testimonianze emerge l'impegno anti-romantico
di Lautréamont. In modo particolare dalle Poesie, potenti frammenti aforistici
e veri e propri proclami, emerge l'impetuosa opera di demolizione dell'estetica
ottocentesca e il segno di una prima semina che condurrà ai frutti maturi del
surrealismo e delle avanguardie storiche.
Lettere alle amiche di Louis-Ferdinand Céline
A sei donne incontrate fra il 1932
e il 1935, quasi tutte sue amanti occasionali, sono indirizzate queste lettere
di Céline, dove sempre risuona la petite musique del suo stile. Sei donne che
Céline continua a seguire e proteggere: e, se si guarda bene dal parlare
d’amore, non lesina consigli su come usare gli uomini nel modo migliore, cioè «per il piacere e per i soldi». Ma
soprattutto, lettera dopo lettera, con una generosità che rende lacerante la
violenza autodenigratoria («Già vecchio,
depravato, non ricco, malmesso insomma. Tutt’altro che un buon partito. Battona
e malfido»), non cessa di illuminare per barbagli, a loro beneficio, il
mondo. In fondo, scrive a Évelyne Pollet, «Crepare
dopo essersi liberato, è almeno questa l'impresa d'un Uomo! Aver sputato ogni
finzione...».
Tuo Jack : lettere dalla Beat Generation di
Jack Kerouac
Fedele ritratto dello scrittore
americano sono le lettere qui presentate che egli scrisse a parenti e amici dal
1941 al 1956, cioè dal tempo dei suoi primi vagabondaggi fino alla vigilia
dell'uscita del suo capolavoro Sulla
strada.
Lettera a mia madre di Georges Simenon
Dopo anni di assenza, Simenon torna
a Liegi per assistere agli ultimi giorni della madre novantenne. Nella stanza
dell’ospedale due occhi di un grigio slavato lo fissano: «Perché sei venuto,
Georges?». E qui comincia un ultimo duello, silenzioso e immobile, fra madre e
figlio. Per quasi cinquant’anni si sono visti poco. Ma un filo resistentissimo
lega quella donna minuta, che ha vissuto sempre dello «stretto necessario» nel
suo angolo del Belgio, e quello scrittore celebre in ogni parte del mondo,
ricchissimo, il caso più stupefacente di fecondità nell’invenzione romanzesca.
I loro rapporti non sono mai stati facili, nessuno dei due è abituato
all’espansività dei sentimenti. «Ed ecco che ora, dopo tanti anni, vecchi tutti
e due, ci ritroviamo faccia a faccia in quest’ospedale, con questi personaggi
di cera intorno a noi». Eppure, solo ora Simenon ha l’impressione di capire sua
madre, e insieme di non sapere quasi nulla di lei. C’è un fondo comune in
questi due esseri: la madre, testardamente, ha «sempre voluto appartenere al
mondo della piccola gente»; il figlio si è nutrito di quel mondo in ogni nervo
per evocare centinaia di personaggi. E solo ora, nella scansione perfetta di
questa Lettera, si avvicina alla verità di un personaggio di tale forza
che gli ha resistito sino alla morte.
Gli angeli di Cocteau : lettere 1946-1954 di
Umberto Saba, Sergio Ferrero
A Sanremo, alla fine della guerra, il diciannovenne Sergio
Ferrero conosce Federico Almansi, il "celeste scolaro" protagonista
dell'ultima stagione della poesia di Saba, e attraverso di lui entra in
contatto con il poeta. Inizia così una corrispondenza che copre quasi un
decennio (gli anni della maturazione di Ferrero e quelli del definitivo
decadimento di Saba), in cui voci e ruoli appaiono da subito interscambiabili.
Il giovane cerca rassicurazioni nel maestro; il "maestro" che tale
non si è mai sentito, prigioniero della Trieste che ama e odia, ha bisogno di
respirare l'aria fresca della giovinezza. Tra i due fa continuamente capolino
la figura di Federico, con il sogno di un futuro nella letteratura ma anche le
prime avvisaglie della malattia mentale che di lì a poco lo annienterà. Un
carteggio che si legge come un romanzo, pieno di micro racconti esilaranti: il
furto di una copia del "Canzoniere" architettato da Saba nella sua
stessa libreria, la correzione delle bozze in un fumoso bar-biliardo nei pressi
della stazione Centrale di Milano, un'arcadica lettura di poesie nei boschi con
ragazzi arrampicati sugli alberi. Il tutto corredato da una prefazione, scritta
da Ferrero ottantenne con la penna felice ed esatta di tanti suoi romanzi, che
ci consegna un'immagine inedita e segreta di uno dei maggiori poeti del
Novecento.
Cara, cara Brenda : lettere d'amore di Henry
Miller e Brenda Venus diHenry Miller
Raccolta delle lettere più
significative che Henry Miller, ormai ottantaquattrenne, scrisse
all'aspirante attrice Brenda Venus. Lawrence Durrell, vecchio amico di
Miller, ha scritto che Brenda ebbe la fortuna di interpretare uno dei
ruoli più belli ai quali un'attrice possa aspirare, quello di "Musa e Infermiera di un
grande spirito in declino". Ma il ruolo giocato da Miller si
dimostra più impegnativo, perché questa volta il filtro costituito dalla
finzione letteraria viene meno e lo scrittore, vecchio e malato
ma lucidissimo, parla con accenti di spregiudicata autenticità, preda
di un amore che lo esalta e lo strazia, lo fa felice e sospettoso,
implorante e audace.
Lettere : 1945-1970 di Yasunari Kawabata, Yukio
Mishima
Il carteggio tra Mishima e Kawabata
è un documento interessante sia dal punto di vista letterario che da quello
umano. L'ultima lettera di Mishima è scritta pochi giorni prima del suo
drammatico suicidio rituale, nel 1970. Kawabata gli sopravviverà dodici anni, e
nel 1972 seguirà l'esempio del discepolo dandosi la morte.
Lettera a D. : storia di un amore di André Gorz
Gérard Horst, questo il suo vero
nome, viennese, incontra Dorine, giovane attrice inglese, nel 1947 in Svizzera
dove lui si era rifugiato e dove lei faceva teatro. Da quel momento non si sono
più lasciati. Cinquantotto anni dopo ripercorre gli anni della giovinezza e
della militanza, dai primi anni parigini dove Gorz inizia la carriera di
traduttore, di giornalista, poi di filosofo. E' una confessione senza veli, in
cui il Gorz ammette di non aver sempre tenuto la moglie nella giusta
considerazione, salvo poi riconoscere come l'intera sua opera porta il segno
della presenza di Dorine, del suo sostegno, del dialogo sempre vivo tra loro.
André e Dorine Gorz hanno attraversato insieme la seconda metà del Novecento,
vivendo da comprimari le idee, le battaglie, le sfide sociali e personali di
quest'ultima metà del secolo. Un racconto che è la storia di una vita,
dell'impegno politico e intellettuale, ma anche il ritratto di un'epoca, dalla
fine della guerra ai giorni nostri, di incontri con uomini straordinari, da
Sartre a Marcuse. Lettera a D. si conclude con questa frase: Vorremmo non sopravvivere l'uno alla morte
dell'altro. Ci siamo detti che se, per assurdo, dovessimo vivere una seconda
vita, vorremmo trascorrerla insieme. Gorz ha messo fine ai suoi giorni, insieme
a sua moglie Dorine afflitta da una grave malattia, il 25 settembre 2007.
Storia prima felice, poi dolentissima e funesta
di Pietro Citati
È la storia d’amore di Clementina e
Gaetano Citati, i bisnonni di Pietro, ricostruita dalle lettere dei due giovani
innamorati, siciliano lui e parmigiana lei, e dai documenti e le carte
custodite e conservate dalla famiglia dell’autore.
Si sta facendo sempre più tardi : romanzo in
forma di lettere di Antonio Tabucchi
Con questo romanzo epistolare Tabucchi rinnova un'illustre
tradizione narrativa seppure infrangendone i codici e pervertendone il genere.
A poco a poco, infatti, ci accorgiamo che qualcosa "non torna" in
tutte queste missive: i destinatari sembrano sbagliati, i mittenti scomparsi e
i tempi capovolti. L'insieme è uno straordinario percorso tra le passioni umane
dove l'amore è l'illusorio punto centrale che in realtà è il punto di fuga che
ci conduce verso le zone più oscure dell'animo, laddove la geometria delle
passioni si trasforma in un incerto e misterioso territorio di impossibile
misurazione. Ora con tenerezza, ora con sensualità, nostalgia, rimpianto,
ferocia o delirio diciassette personaggi maschili attraverso diciassette
lettere ad altrettante figure femminili, tessono i fili di un'insolita trama
narrativa fatta di cerchi concentrici che paiono allargarsi nel nulla, povere
voci monologanti avide di una risposta che non potrà mai venire. Ad esse
risponde infine, raccogliendo le diverse vicende in un polifonico romanzo
epistolare, una voce femminile distante e implacabile, e allo stesso tempo
colma di pena per loro.
La velocità della luce di Javier Cercas
La storia comincia con un'amicizia,
quella tra il narratore, un giovane catalano con un incarico annuale in una
università del Midwest americano, e il suo collega Rodney Falk, un taciturno
veterano del Vietnam, che nasconde una vasta cultura ma anche inconfessabili
segreti. Quando Rodney scompare improvvisamente dalla circolazione, il giovane
catalano comincia le sue ricerche, che trovano il loro approdo nelle lettere
dal Vietnam che il padre di Rodney gli affida. In quelle parole si ritrova
tutto il dramma dell'esperienza militare di Rodney: prima l'orrore e poi
l'assuefazione all'orrore, fino addirittura al senso di potenza che dà uccidere,
devastare, torturare, stuprare, distruggere...
Al mio giudice di Alessandro Perissinotto
Luca Barberis, ricco e stimato
esperto di sicurezza informatica, autore di un brutale omicidio, è fuggito
all'estero. Potrebbe scomparire nel nulla ma è un appassionato lettore di
Simenon e per questo, emulo del protagonista della Lettera al mio giudice, dà
avvio a uno scambio epistolare con il magistrato che sta conducendo le
indagini. Il carteggio scava alla ricerca delle ragioni che hanno fatto di un
uomo di successo un reietto costretto a nascondersi. Luca ha infatti ucciso
perché così voleva la sua vittima, non aveva altra scelta: ora vuole solo
capire in quale rete è caduto. La posizione di Luca si complica quando muoiono
altre persone e il suo nascondiglio viene scoperto...
Lettera d'amore e d'addio di Ugo Riccarelli
In queste storie Ugo Riccarelli
cerca l'epica nel quotidiano. Uomini che scrivono lettere d'amore come se fosse
l'ultimo gesto di una vita; campioni dell'esistenza o dello sport – come Fausto
Coppi, come Omar Sivori – che quasi sfidano le leggi della fisica; figure
leggendarie come Mozart, Thelonious Monk o Pasolini che si mettono alla prova
dei giorni qualunque. Uomini e donne senza nome pronti a difendere sé stessi e
il poco che hanno dall'assedio della Storia.
Breve trattato sulle coincidenze di Domenico
Dara
Una storia poetica e
rivoluzionaria, un romanzo sui sogni capaci di cambiare il mondo. Il postino di
Girifalco è un uomo schivo e solitario, che ha il dono di saper imitare le
grafie altrui e coltiva il vizio di entrare nelle vite dei compaesani leggendo
le lettere prima di recapitarle. Così un giorno, mentre il lento scorrere della
vita di provincia prosegue imperturbabile, una novità spunta inattesa dal sacco
della posta: una lettera insolita, senza mittente, chiusa con un sigillo di
ceralacca. Una carta d'amore, di quelle preferite dal portalettere, che ha
tutta l'aria di nascondere un mistero. È il 1969, l'uomo sta per compiere il
primo passo sulla Luna, e il postino di Girifalco, come un moderno Mercurio
messaggero degli dei, si prepara alla sua missione: svelare una sciagurata
passione e salvare il paese dai traffici loschi del sindaco, che vuole vendere
il lussureggiante monte Covello per farne una discarica.
Lettere luterane di Pier Paolo Pasolini
Nell'ultimo anno della sua vita
Pasolini condusse, dalle colonne del «Corriere della Sera» e del «Mondo», una
rovente requisitoria contro l'Italia di quel periodo: un'Italia da trent'anni
in mano ai «gerarchi democristiani», divorata dal consumismo e dal conformismo;
un'Italia «distrutta esattamente come l'Italia del 1945» anzi, dove a essere in
macerie sono i valori e non le case. Con fervore di antropologo, intuizione di
poeta e risentita passione civile, il Pasolini saggista trova qui la dimensione
che oggi la critica riconosce come più suggestiva: una figura solitaria che si
scontra con veemenza contro un mondo in rovina scegliendo un tono sapientemente
provocatorio dove alterna nitidi ragionamenti a scatti di sdegno. L'estraneità
dei giovani, l'ansia di conformismo, il male rappresentato dalla tv, il
«processo» ai potenti, lo sviluppo confuso con il progresso, la fine di
qualsiasi speranza neorealista: capace come pochi altri di smascherare le
ipocrisie, fra paradossi e proposte apocalittiche, Pasolini ci ha lasciato,
nell'anno della sua morte violenta, quasi un testamento sulle sorti malandate
della nostra Italia.
Lettere, 1940-1954 : con una cronologia della
vita e delle opere di Pier Paolo Pasolini
Lettere, 1955-1975 : con una cronologia della
vita e delle opere di Pier Paolo Pasolini
Se mi vede Cecchi, sono fritto : corrispondenza
e scritti 1962-1973 di Carlo Emilio Gadda, Goffredo Parise
Gadda e Parise cominciano a frequentarsi nel 1961, quando
Parise acquista una casa a Monte Mario, poco lontano dall’appartamento dove
Gadda è approdato dopo innumerevoli camere d’affitto. Gadda ha quasi
settant’anni, Parise poco più di trenta. Inaspettatamente, i due diventano
amici. Gadda vede in Parise «un intelligente e un geniale» e gli testimonia un
affetto sorprendente per chi conosca la sua compassata cerimoniosità. Parise
terrorizza l’Ingegnere scarrozzandolo su una MGB rossa, lo sfotte con
un’irriverenza che cela una «profonda, alta ammirazione», gli dedica quattro
memorabili scritti. Scritti che, insieme al loro breve carteggio, documentano
una fra le più imprevedibili e irriverenti amicizie del Novecento.
Paul Strand, Cesare Zavattini : lettere e
immagini, a cura di Elena Gualtieri
1952-1955, questo l’arco di tempo occupato dalla creazione di
Un Paese, opera che combina, con un risultato unico, gli sguardi su
Luzzara di Paul Strand e Cesare Zavattini. Durante
questo periodo un ricco e significativo scambio epistolare tra i due autori
segna la storia del libro. La collaborazione professionale diventa una vera
amicizia e le lettere continuano anche dopo l’uscita di Un Paese. Oltre
a un bel saggio della curatrice e alle testimonianze scritte del sodalizio
professionale tra il fotografo e uno degli autori più acuti del cinema
italiano, il volume raccoglie le lettere redatte da Hazel Strand dopo
la morte del marito e una serie di scatti inediti del fotografo, di sua moglie
e del figlio, Arturo Zavattini.
Un Paese trova nella combinazione tra lo sguardo di Strand, che a Luzzara
recupera una concezione "artigianale" della fotografia, e quello di
Zavattini, che a Luzzara ci è nato e a questo lavoro deve una revisione del suo
passato di uomo e di scrittore, la giusta direzione per un percorso di
penetrazione nelle radici antropologiche e nelle ragioni sociologiche
dell’Italia degli anni Cinquanta. A colpi di "Caro Strand" e
"Caro Zavattini" la progettazione di Un Paese procede a tappe
e accompagna momenti importanti della vita dei due autori. Questo volume si
propone di portare allo scoperto il percorso attraverso cui Un Paese si
forma. Nel complesso ciò che si evince dal carteggio è un generale accordo sul
piano di lavoro e sul suo sviluppo. Zavattini si comporta come uno
scrittore/antropologo e appare perciò perfettamente in linea con il metodo di
lavoro di Paul Strand.
Anche dalle lettere successive all’uscita di Un Paese,
si capisce che l’incontro tra Strand e Zavattini ha segnato in maniera positiva
entrambi, tanto che il sodalizio professionale si è trasformato in autentica
amicizia. Hazel ha continuato a mantenere contatti con lo scrittore anche dopo
la morte del marito. Le lettere raccolte nel volume arrivano infatti fino al
1977, anno che vede l’uscita di Un paese vent’anni dopo realizzato da
Zavattini con il fotografo Berengo
Gardin, nel tentativo di mostrare la distanza tra la Luzzara del 1955 e
quella della fine degli anni settanta. Concludono il libro le settantuno
fotografie donate da Hazel a Zavattini e poi da quest’ultimo al comune di
Luzzara e gli scatti di Arturo Zavattini: particolari della vita di Luzzara e
dei suoi abitanti, immagini scartate da Strand per l’edizione definitiva, ma
anche momenti fondamentali nel percorso di creazione di un’opera che ha saputo
ridefinire, in maniera nuova e originale il rapporto tra scrittura e
fotografia.
In biblioteca anche:
Un paese, testo di Cesare Zavattini ; fotografie
di Paul Strand
Un paese vent'anni dopo, Cesare Zavattini e
Gianni Berengo Gardin
Alice in manicomio : lettere e traduzioni da
Rodez di Antonin Artaud
Dopo sei anni di terribili
esperienze in altri ospedali psichiatrici, l’11 febbraio 1943 Antonin Artaud
viene ricoverato a Rodez: è magrissimo, sporco, la barba lunga, privo della
propria coscienza. in questa struttura, considerata all’avanguardia, il dottor
Ferdière sottopone ripetutamente Artaud alla terapia dell’elettroshock. Ma lo
psichiatra è anche assertore dell’arte-terapia, quindi spinge questo paziente
recalcitrante e scomodo a cimentarsi con la traduzione di opere letterarie, per
tentare, attraverso il recupero della parola, di ricomporre la sua personalità
frammentata dalla schizofrenia. Giorno dopo giorno Rodez diventerà così il
tempo della fiducia ritrovata, della riappropriazione del proprio corpo e della
propria personalità. Questo volume raccoglie le traduzioni che Artaud fece
durante il ricovero a Rodez e le lettere che sono la testimonianza diretta,
prima di questo periodo, poi delle sue difficili condizioni di vita e di salute
fra il 1947 e il 1948, quando la traduzione del VI capitolo di Attraverso lo
specchio di Lewis Carroll, un’Alice tutta artaudiana, venne pubblicata. L’inserto
iconografico raccoglie fotografie dell'epoca e una scelta di disegni, in parte
inediti in Italia, che Artaud realizzò in quegli anni.
Triangolo di lettere : carteggio di Friedrich
Nietzsche, Lou von Salomé e Paul Rée, a cura di Ernst Pfeiffer
Fra l'aprile e l'ottobre 1882
Friedrich Nietzsche, allora all'apice della sua creatività, ma ignoto al
pubblico più vasto, la giovane e affascinante russa Lou von Salomé e il
filosofo Paul Rée furono legati da un sodalizio vibrante, fonte di innumerevoli
pettegolezzi, ricostruzioni, interpretazioni. Il fatto centrale e più
significativo di questo rapporto triangolare fu che Nietzsche riconobbe in Lou l'unico
essere femminile che avrebbe desiderato iniziare alle sue scoperte. Molto favoleggiata ma poco conosciuta
nel dettaglio del suo svolgersi e nella sua autentica vibrazione, questa
lacerante vicenda si è dispiegata davanti ai nostri occhi solo in anni recenti,
allorché Ernst Pfeiffer ha potuto radunarne i documenti: anzitutto le lettere
dei tre protagonisti, ma anche testimonianze laterali. Documenti che oggi ci
permettono di ripercorrere giorno per giorno il tortuoso snodarsi di quello che
fu soprattutto un grande amore infelice, la cui ora scoccò in un momento
cruciale nella vita di Nietzsche.
Il segreto della domanda : intorno alle cose
umane e divine
“Questo libro raccoglie sessanta delle moltissime lettere che i lettori
di 'D la Repubblica delle Donne' settimanalmente mi inviano, ponendo delle
domande che poi vengono discusse in quella maniera un po' anomala, che non è
quella di rispondere alla domanda, ma di radicalizzarla, andando il più
possibile in fondo, dove si annida il radicamento. Questo modo di procedere
talvolta può apparire irritante, talvolta difficile, talvolta delusivo, ma è
meglio deludere l'attesa di una risposta immediata che isterilire una domanda,
impoverirla, non tenerla all'altezza di ciò che chiede. I miei commenti alle
lettere qui riportate non vogliono essere un ricettario per i problemi della
vita, perché questo comporterebbe che io capissi la mia e anche quella degli
altri, mentre la bellezza della vita è proprio nella sua imperscrutabilità, è
nel gioco indicato dai suoi enigmi che non si concedono a facili soluzioni.”
Giulia, o la nuova Eloisa : lettere di due
amanti, di una cittadina ai piedi delle Alpi di Jean-Jacques Rousseau
Giulia d’Etange, figlia unica di
una famiglia di nobili origini, ama il suo giovane precettore, Saint Preux,
dotato delle più belle qualità dell’anima, ma povero e inferiore socialmente.
Saint-Preux rappresenta per lei l’amore-passione. Wolmar è quello che si usa
dire un buon partito, uomo ricco e solido, amico del padre di Giulia, che
promette alla figlia un legame coniugale senza rischi. A partire da questi
personaggi, delineati con assoluta maestria, Rousseau costruisce un romanzo
filosofico attraversato da un logorante interrogativo di fondo: e più giusto
abbandonarsi alla pura passione amorosa, sacra espressione della natura e
dunque inalienabile diritto dell’uomo, oppure tener conto delle convenzioni
sociali, certo e solido fondamento della convivenza umana?
Il libro dell'Es : lettere di psicoanalisi a
un'amica di Georg Groddeck
Le splendide lettere che Georg Groddeck indirizza a un’amica
scettica per spiegare i princìpi della psicoanalisi e persuaderla della loro
validità costituiscono un approccio straordinariamente efficace e originale
alle teorie freudiane. Refrattario a ogni impostazione rigidamente scientifica
e a ogni spirito di sistema, lontano da ogni ortodossia e dal “credo”
determinista di Freud, Groddeck si muove con libertà, acume e fantasia nel
mondo dei simbolismi e delle rappresentazioni inconsce, svelando le motivazioni
psicologiche delle malattie organiche e delle nevrosi dell’uomo, smascherando
inutili tabù e gettando un ponte significativo tra anima e corpo.
Lettere al figlio : 1750-1752 di Lord
Chesterfield
Pari del regno, gentiluomo di camera del principe di Galles,
viceré d'Irlanda e ambasciatore all'Aia, Philip Dormer Stanhope, quarto conte
di Chestefield, non passa alla storia per le sue virtù politiche e
diplomatiche, bensì per il suo epistolario, in particolare per la lettere indirizzate al
figlio sin da quando questi ha solo cinque anni. Lo scopo di una così intensa
corrispondenza è di trasformare quell'unico erede - per di più illegittimo e
quindi lontano - in un perfetto aristocratico, munito perciò di quelle doti di
cultura, di gusto e di comportamento che il padre ritiene essenziali a tal
fine.
Lettere alla figlia di Calamity Jane
Conducente di diligenze, giocatrice
d’azzardo, cercatrice d’oro. Ma anche prostituta, infermiera e donna di
spettacolo. Calamity Jane ha cavalcato le praterie d’America inaugurando il
mito delle cow girls, delle avventuriere senza patria e famiglia. Questo libro
è un diario epistolare che Calamity chiede di consegnare alla figlia, una volta
che lei sarà morta. La piccola Jean, nata probabilmente da una relazione con lo
sceriffo James Butler Hickok, ha quattro anni quando Calamity comincia a
scriverlo. In queste pagine appassionate si sente la furia di una donna che non
può fermarsi a fare la madre, ma deve correre alla conquista del suo posto nel
mondo. Eppure, facendo sempre i conti col senso di colpa, Calamity vuole
lasciare un’eredità. è un lascito gioioso, un inno alla libertà, alla vita,
come quando si augura che la figlia, soprattutto, potrà riuscire a ridere delle
foto della cavallerizza più famosa della storia d’America.
Lettere di una monaca portoghese
Apparse a Parigi nel 1669, Le
lettere portoghesi costituirono subito un caso letterario. I lettori di La
Rochefoucauld e di Racine - il pubblico più esigente della storia in fatto di
passione - si infiammarono alle lettere struggenti e disperate di Mariane, la
monaca portoghese, abbandonata dal suo amante. Forse mai fino ad allora la
prosa francese aveva trovato per l'amore accenti così estremi. «Quale altro
personaggio francese del Seicento - si chiede Giovanni Macchia - espresse in
questo modo quasi sacrilego la forza dell'amore?». Era davvero una monaca
portoghese l'autrice di quelle lettere? L'autore dopo oltre due secoli è stato
identificato in Guilleragues, cortigiano con eccellenti amicizie letterarie,
autore però di versi galanti e mondani, che impallidiscono al confronto con la
prosa delle Lettere. Resta dunque ancora avvolta nel mistero l'origine
di questo capolavoro della letteratura francese, anche perché su questa origine
si proietta, facendole ombra, l'immagine commovente della monaca portoghese in
cui lettori illustri come Stendhal o Rilke hanno trovato condensato il modello
più compiuto dell'amour-passion.
Scusate lo stile scucito : lettere, scritti e
diari (1835-1844) di Flora Tristan
Una "brillante cometa" che ha tracciato "nel
firmamento dello spirito" un solco profondo e luminoso come nessuna donna
prima di lei. Secondo André Breton, questa è Flora Tristan, pioniera del
femminismo e del socialismo utopico, il cui pensiero appassionato viene
proposto in un'antologia che sintetizza tutta la sua produzione. Senza nulla
togliere al fascino della pensatrice, della viaggiatrice, della pioniera capace
di straordinarie inchieste sociali sul campo nelle grandi metropoli industriali
del suo tempo, l'analisi di alcuni testi intimi completa la conoscenza di una
scrittrice per cui la vita privata e la lotta sociale, il rischio individuale e
la riflessione teorica hanno sempre fatto corpo unico.
Lettere 1893-1919 di Rosa Luxemburg
Una scelta di lettere private che corrono lungo l'arco di un
quarto di secolo (1893-1919), indirizzate ai grandi protagonisti del socialismo
europeo e alle persone più care e vicine a Rosa Luxemburg. Lettere dalle quali
emerge tutta la forza dell'impegno militante di una donna che ha perseguito per
tutta la vita i suoi ideali con una tenacia che neppure i lunghi anni di
carcere sono riusciti a smorzare. Vita pubblica e privata si intrecciano in
queste pagine intense nelle quali si alternano momenti di concreta attività
politica e momenti di profonda riflessione sui grandi dibattiti della
socialdemocrazia tedesca e dell'Internazionale.
Ti amo Jenny : lettere di amore e di amicizia
di Karl Marx
18 anni lui, 24 lei. Lui
tendenzialmente uno spiantato, ma con la testa più brillante di tutto
l'Ottocento. Lei la sorella dell'aristocratico futuro ministro degli interni
prussiano. È una storia d'amore, di quelle vere. Lei fugge con lui nonostante l’opposizione
della famiglia, andando incontro a un rifiuto radicale che sarà per tutta la
vita: vivendo di stenti e di patimenti. Lei è Jenny von Westphalen, lui è Karl
Marx. Staranno insieme per tutta la vita, prima in Germania, poi esuli in
Francia e Belgio, e poi ancora a Londra, inseguiti e braccati dai dispacci
allarmati delle questure di tutta Europa. La loro storia racconta il volto
inedito del Marx pensatore, filosofo, rivoluzionario. E finalmente Marx appare
un uomo integrale: innamorato, follemente innamorato di Jenny, ma anche
padre-padrone geloso e premuroso nei confronti delle figlie. In un libro
epistolario, in un vero e proprio diario sentimentale, ecco la vita di Marx
attraverso le parole, accorate e appassionate, dei protagonisti.
Carissimo fratello : un giovane italiano alla
guerra di Russia (1941-1943) di Monia Badalamenti
Dall'inferno del fronte russo Bruno inviava ai suoi cari
cartoline dell'esercito. Le scriveva talvolta con le lettere capovolte rispetto
alle frasi di propaganda del duce e del Re. Anche così si esprimeva contrarietà
per quella scellerata guerra. Ma sempre scriveva a sua madre con il dolore
represso nelle parole dolci, per non aggiungere sofferenza a quella da lui
subita. Nascondendo una disfatta militare, ma anche morale e umana dell'Italia.
Tra poesia e antifascismo la giovinezza di un ragazzo pisano si dipana fino
all'ora in cui, tra tensioni politiche esacerbate nelle contrapposizioni
sociali in una Pisa in fermento, viene spedito al fronte russo. Siamo nel 1942
e Bruno Vecchiani ha 21 anni. Ama la poesia, forse vorrebbe dedicarle la sua
vita. Ma la campagna di Russia della seconda guerra mondiale è una follia a cui
pochi sopravvivranno, da cui i più torneranno irreversibilmente segnati da una
marcia in ritirata sulla neve a -45°, sotto gli attacchi avversari. Una
disfatta tragica e preannunciata, che il semplice buon senso avrebbe permesso
di impedire. Una campagna militare voluta a tutti i costi dal duce. Tra morti e
dispersi, compresi quelli nei campi di prigionia, la provincia di Pisa conta
382 nomi, raccolti nell'elenco degli archivi del Ministero della Difesa, qui
edito per la prima volta. Tra questi anche quello di Bruno. A livello nazionale
il numero sale a circa 90 mila. Un'intera generazione finita sottoterra; in una
sola campagna militare.
Generazione ribelle : diari e lettere dal 1943
al 1945, a cura di Mario Avagliano
La ricerca da cui è nato questo libro ricostruisce dal vivo
una cronaca dei due anni della Resistenza italiana, scandita attraverso i diari
e le lettere ai familiari alle fidanzate o agli amici dei partigiani, di
militari e di deportati. Ne scaturisce un racconto di quei giorni scritto dagli
stessi protagonisti. Un diario non viziato dal clima del dopoguerra e dalle
varie interpretazioni storiografiche sul movimento di Liberazione, ma che
invece trasporta anche emotivamente chi legge dall'illusione del 25 luglio
1943, con la caduta del regime fascista e dei suoi simboli, fino all'aprile del
'45.
Così triste cadere in battaglia : rapporto di
guerra : basato sulle lettere da Iwo Jima del generale Kuribayashi Tadamichi di
Kakehashi Kumiko
Un libro che con stile narrativo descrive la preparazione e
lo svolgersi degli eventi bellici mettendo al centro del racconto la
grandissima figura del generale Kuribayashi: il comandante in capo a Iwo Jima
che si ribellò alla convenzione estetica della morte eroica e non solo proibì
ai suoi soldati di lanciarsi negli attacchi suicidi ma combatté con i suoi
uomini in prima linea per contrastare l'avanzata degli americani e la conquista
di un primo avamposto di suolo giapponese.
Lettere della rivoluzione algerina, a cura di
Patrick Kessel e Giovanni Pirelli
Convinto che gli algerini fossero gli unici qualificati a
parlare della loro esperienza, che era ben distinta e doveva essere tenuta
distinta da quella dell’opposizione francese alla guerra d’Algeria, Giovanni
Pirelli aveva cominciato già nel 1960 a raccogliere testimonianze di
prigionieri di guerra algerini per controinformare e fare trapelare
un’interpretazione dei fatti che fosse autenticamente algerina. Avvia una lunga
e difficile ricerca assieme a Patrick Kessel. Ottengono l’accordo del governo
provvisorio algerino e in due anni di intenso lavoro, pericoloso, dato il clima
repressivo di quegli anni in Francia, è in grado di fare uscire Le peuple
algérien et la guerre. Lettres et témoignages 1954-1962, pubblicato poi in
italiano con il titolo di Lettere della rivoluzione algerina. Giovanni
Pirelli ha finanziato sia il libro che la propria ricerca e quella di Kessel,
che è tuttora fondamentale per chiunque voglia occuparsi della guerra
d’Algeria.
Prigionieri dell'uomo bianco di Ray Allen,
Fernando Eros Caro
Lettere di due pellerossa detenuti
nel braccio della morte del carcere di San Quentin
Nativo americano di ascendenza yaqui, Fernando Eros Caro è stato
prigioniero nel braccio della morte di San Quentin per 35 anni e ha avuto
segnate sul calendario ben tre date di esecuzione prima che il suo corpo
cedesse al peso inumano cui era da troppo tempo sottoposto. La notizia è
arrivata il 28 gennaio 2017, tanto improvvisa quanto inattesa: lo hanno trovato
senza vita nella sua cella. Al telefono il medico del carcere ha sostenuto il
fatto che Fernando comunque non presentasse patologie che ne lasciassero
prevedere la morte. all’autopsia risulterebbe un infarto, ma la stranezza è che
questo è il secondo decesso nel giro di pochi giorni a San Quentin.
Ragazzi dentro : 10 anni di lettere dal carcere
per droga di Massimo Barra, Antonio Leone
Il volume raccoglie le lettere scritte dal
carcere nell’arco di 10 anni (1991-2000) da giovani detenuti per reati
legati alla droga,
suddivise per argomenti.
Le loro testimonianze
sono spesso scioccanti
per la crudezza dei fatti che
raccontano, ma tutte lasciano intravedere in questi ragazzi una sensibilità e
una grande voglia
di rinascere o
quanto meno di
essere ascoltati e
compresi. Le note
che accompagnano ciascun capitolo, scritte da autorevoli studiosi,
mettono in luce l’incongruità di un sistema
carcerario che spesso
peggiora la situazione,
le carenze della
legislazione in materia
di recupero sociale e le responsabilità di tutta la società civile.
Lettere al mio prossimo : scritte da Lorenzo
Milani
Lettere dalla fabbrica : 1978-1999 di Pippo
Carrubba
Nato in Sicilia nel 1938 e oggi
abitante a Silvano d'Orba nei pressi di Ovada (provincia di Alessandria),
l'autore alla ricerca di un lavoro emigrò a Genova entrando a far parte del
movimento operaio, diventandone uno dei suoi "capi storici", con al
suo fianco, come compagni di lotta, molti protagonisti del Sessantotto. La sua
vita di quegli anni ha dato origine a alcuni volumi. Con la presente opera si
completa il suo ritratto di operaio-scrittore che graffia chi non rispetta i
diritti degli altri. Comprende lettere scritte dalla fine degli anni '70 al
1999, da cui emerge un quadro chiaro delle principali problematiche sociali con
cui ancor oggi ci si misura. Un libro fresco e attuale che da voce all'uomo
della strada, ai suoi interrogativi e ai nostri disagi con la semplicità
dell'illetterato, che subisce e giudica con il buon senso e la forza
dell'onestà.
Noi non restiamo a guardare : medici senza
frontiere nel mondo : lettere e testimonianze
Cosa significa vivere fuori dal nostro paese per portare
aiuto alle persone più deboli del mondo, testimoniando nel concreto il proprio
ideale di giustizia sociale? Ecco le storie di vita quotidiana, di emozioni, di
gioie, di successi, vissute dagli operatori umanitari italiani di Medici senza
frontiere, raccontate attraverso le loro lettere e i loro racconti.
In viaggio con Marconi : lettere
al padre dalla regia nave Carlo Alberto (1902-1903) di Luigi Barberis
Sulla regia nave Carlo Alberto che
trasportò Guglielmo Marconi, inventore del telegrafo senza fili, in America nel
1901 e 1902 c’era anche Luigi Barberis: ingegnere ventisettenne, accolse
Marconi a bordo della “Carlo Alberto” a Portsmouth e lo aiutò ad attrezzare la
nave per i suoi esperimenti di trasmissione a grande distanza. Esperienza di
cui scrive al padre in queste lettere dalle quali emerge il ritratto di
un’epoca febbrile, fiduciosa per le sorti registrate dalla tecnica e
dall’industria.
Lettere a una principessa tedesca di Leonhard
Euler
Le "Lettere a una principessa
tedesca" su diversi argomenti di fisica e di filosofia (1775)
costituiscono una delle più singolari testimonianze che del proprio pensiero
abbia mai lasciato un grande scienziato. Nate occasionalmente dalle lezioni
impartite per corrispondenza a una delle più nobili dame della corte di
Federico Il di Prussia, le "Lettere" mantengono intatta
l'immediatezza e la spontaneità con cui furono concepite dal loro autore. Gli
argomenti trattati abbracciano i più disparati campi della fisica: dalla
meccanica all'elettricità e al magnetismo, dall'astronomia alla geografia
fisica e all'ottica. Rivolte a un pubblico vasto, non specializzato, ma colto,
le "Lettere a una principessa tedesca" costituiscono ancora oggi una
delle più interessanti introduzioni alla fisica del XVIII secolo.
Dall' America: lettere ai
familiari (1925-26) di Adriano Olivetti
“Qui è il paese dei
contrasti, per strada si vedono migliaia di auto, ma si incontra anche gente
che chiede venti centesimi per mangiare. Gli americani hanno splendide qualità
industriali e commerciali, ma scarso spirito riflessivo e culturale. L’altro
giorno volevano dimostrarmi con le cifre che l’operaio americano guadagnava
meno dell’italiano. Io li ho pregati di fare a meno delle cifre e di guardare
con gli occhi.”
Nell’estate del 1925, a
ventiquattro anni, Adriano Olivetti si imbarca per gli Stati Uniti con
l’obiettivo di studiare l’organizzazione delle fabbriche americane e di
perfezionare l’inglese. Nei cinque mesi del suo soggiorno scrive spesso ai
genitori e ai fratelli, raccontando le sue impressioni in lettere affettuose,
riflessive e brillanti. Nella corrispondenza con il padre Camillo, che più di
tutti l’aveva spinto a partire, emergono per la prima volta le divergenze di
vedute sulla gestione dell’azienda di famiglia, ma proprio in questo viaggio il
giovane Adriano si convince ad accettare il suo ruolo di futura guida della
Olivetti. Una scelta che matura tra la scoperta ammirata dell’efficienza del
modello americano e il sentimento di profonda indignazione suscitato
dall’incontro con l’America del “dio denaro”.
Scienza e vita : lettere 1916-1955 di Albert
Einstein, Hedwig e Max Born
In questo scambio epistolare tra due giganti della fisica del
Novecento sono riassunte le grandi difficoltà interpretative del formalismo
quantistico, ancora oggi oggetto di vivaci dibattiti. Mentre Einstein riteneva
che la meccanica quantistica nella sua interpretazione standard fosse
incompleta, Born, che propose per primo l’interpretazione probabilistica della
funzione d’onda, era in profondo disaccordo proprio sulla necessità di
modificare la teoria introducendo nuove variabili da essa non descritte. Poiché
questo straordinario dibattito verteva sui fondamenti concettuali della nuova
meccanica quantistica, esso aveva un carattere che si può senz’altro definire
filosofico. In più, l’epistolario chiamava in causa anche problemi umani,
politici e sociali profondamente radicati nel periodo storico che va dal 1916
al 1955. Il titolo Scienza e vita è quindi quanto mai appropriato per dar conto
dell’inestricabilità dei problemi scientifici con quelli filosofici in senso
lato.
Deviazioni perfettamente
ragionevoli dalle vie battute : le lettere di Richard Feyman di Richard P.
Feynman; a cura di Michelle Feynman
Quasi vent'anni dopo la sua morte,
Feynman non cessa di stupirci. Questa volta con l'aiuto della figlia Michelle,
che ci consegna una parte copiosa dell'epistolario di suo padre. E basta
scorrerne i destinatari - eminenti scienziati, ma anche ammiratori, studenti,
picchiatelli, gente comune che si rivolgeva a lui in cerca di consigli - per
avere la conferma della sua leggendaria versatilità e anticonformistica
vocazione didattica. Ci capiterà allora di incontrare, magari nella risposta a
uno sconosciuto, passi illuminanti su qualche arduo problema della fisica. Alla
gente piace imparare diceva del resto Feynman e il modo migliore di
intrattenerla è darle la possibilità di capire, almeno in parte, qualcosa che
non aveva mai capito prima. Parteciperemo inoltre - attraverso un libro che si
rivelerà l'autoritratto di un uomo che non riusciva a far nulla banalmente -
alla comica vicenda delle sue dimissioni dalla National Academy of Sciences,
istituto che gli appare privo di qualsiasi scopo, se non quello di selezionare
i personaggi degni di farne parte; rivivremo la prima esplosione nucleare,
descritta con vividezza di immagini in una lettera alla madre; capiremo come
arrivò alla sbalorditiva soluzione del caso del Challenger. Sono un
esploratore, no? ha dichiarato Feynman. E quindi mi piace scoprire.
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