mercoledì 15 marzo 2017

Rosso Floyd : romanzo in 30 confessioni, 53 testimonianze, 27 lamentazioni di cui 11 oltremondane, 6 interrogazioni, 3 esortazioni, 15 referti, una rivelazione e una contemplazione di Michele Mari

Un romanzo impetuoso e visionario, un viaggio nell'universo dei Pink Floyd, alla scoperta dell'«evento scarlatto» che ha fatto della band una leggenda.
 «Mio padre si chiamava Eric Fletcher Waters. Morì ad Anzio il 18 febbraio 1944. Io sono nato 165 giorni prima della sua morte. La gente mi conosce come Roger Waters, voce, bassista e autore della maggior parte dei testi dei Pink Floyd». Inizia così una delle confessioni dell'immaginaria «istruttoria» che fa da spina dorsale a questo libro. Un romanzo che ricostruisce la parabola artistica dei Pink Floyd facendo coincidere i dati biografici con quelli fantastici, dando forma a un impasto unico modellato intorno a una delle band più celebrate del ventesimo secolo. A sovraintendere a questa febbrile requisitoria sono «i siamesi»: due cervelli per un solo corpo, un legame conflittuale come quello che unì Roger Waters e David Gilmour.

Ma qual è stato l'originario «evento scarlatto» che ha fatto dei Pink Floyd la leggenda che sono diventati? Sappiamo che Syd «Diamante Pazzo» Barrett - dopo appena due dischi e un'esperienza psichedelica dalla quale non si riprenderà mai più - viene allontanato dai suoi stessi compagni. È allora che decide di rinchiudersi nello scantinato della casa di famiglia a Cambridge, in compagnia delle sue amate chitarre e di tutta la musica che ha in testa. La stessa musica che, grazie ai concerti tenuti dal gruppo, continua a fare il giro del mondo: come se il talento visionario di Barrett - tramite insondabili vie oniriche - avesse continuato a influenzare sotterraneamente ogni canzone composta dagli altri Pink Floyd dopo il suo esilio. L'estro catalogatore ed enciclopedico di Michele Mari si fa in questo libro vertiginoso: l'autore sembra schiudere le porte del suo laboratorio per interrogare in profondità la genesi del processo creativo. Il potere della letteratura si allea in queste pagine a quello della musica: solo così è possibile far dialogare i personaggi delle canzoni dei Pink Floyd con i membri stessi della band, Stanley Kubrick con le coriste, David Bowie con Michelangelo Antonioni... Come il prisma scompone un raggio di luce mostrando lo spettro di colori che lo costituisce, così l'autore disseziona il nucleo incandescente delle canzoni dei Pink Floyd fino a svelare come dietro ogni loro singolo verso si nasconda un messaggio rivolto all'altrove.
«Nella sua eclettica ispirazione, Michele Mari ci offre un altro geniale esempio di come la letteratura possa intrufolarsi ovunque, dal puro romanzo alla più deflagrante contaminazione meta-narrativa, quando a sorreggerla c'è una scrittura alta, tentacolare, intelligente. (...) In questa strepitosa contaminazione di linguaggi e di ipotesi, Rosso Floyd è un libro amabilmente - diabolicamente - unico».         Sergio Pent, ttL

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