martedì 4 aprile 2017

Cremlino di zucchero di Vladimir Sorokin


Il motivo ricorrente in questi racconti scritti dal più bizzarro e controverso degli scrittori russi è un Cremlino di zucchero che viene volta a volta venduto, mangiato, restaurato, imbiancato o insozzato, luogo di un potere fermo agli zar e ai loro usi, dove l’antico e il nuovo dispotismo fanno tutt’uno e gli echi del passato si mischiano con invenzioni e truffe della postmodernità. Estremo nipotino di Gogol’ (ma anche degli umoristi dei primi anni della rivoluzione), Sorokin ha letto molta fantascienza, non solo russa, e sa confrontare vecchio e nuovo e vedere nel nuovo la permanenza del vecchio e del suo peggio. Dalla fabbrica alla stalla, dalla corte al bordello, giù fino all’underground dove si meditano o attuano vendette, i personaggi sono boiardi e boia, nuovi ricchi e miserabili, oligarchi e i loro servi e aguzzini, e la piccola gente senza storia ma soffocata e mutata da una storia che è sempre storia del potere. Un libro da leggere come un'enciclopedia dell'anima russa: un "cocktail a base di vodka, neve e sangue... con qualche cucchiaino di zucchero".

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