La strage dei congiuntivi di Massimo Roscia
Chi ha ucciso l’assessore alla cultura? Ma, soprattutto, chi
salverà la grammatica? Cinque bizzarri personaggi, abilmente descritti, si
uniscono per mettere in atto un grande disegno criminoso a difesa estrema di
una lingua quotidianamente vilipesa, deturpata e ferita a morte. I congiuntivi
vengono invertiti con i condizionali, i verbi intransitivi goffamente resi
transitivi, i gerundi sfregiati, i sinonimi ignorati, i vocabolari abbandonati
nelle cantine ammuffite. Reggenze errate, fastidiose sovrapproduzioni di
avverbi, insopportabili diminutivi iperbolici. Espressioni trite e banali,
frasi mangiucchiate, frammentate, incoerenti, prive di punteggiatura… I più si
mostrano indifferenti al progressivo diffondersi della non-lingua; altri si
indignano, limitandosi a contrarre le labbra in segno di disgusto; altri ancora
– Dionisio e i suoi sodali, un analista sensoriale, un bibliotecario, un
dattiloscopista della polizia e un professore di letteratura sospeso
dall’insegnamento– decidono di reagire, combattere, attuare il loro salvifico
piano, costi quel che costi. Il primo a lasciarci le penne è un assessore alla
cultura di basso rango e di infima ignoranza che in una conferenza convocata «a
doc», in cui darà tra l’altro l’annuncio della chiusura della biblioteca
comunale, commette i più efferati crimini linguistici.
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