Che i cadaveri si abbronzino di Jean-Patrick
Manchette e Jean-Pierre Bastid
Il romanzo che, pubblicato nella Série Noire
nel 1971, rivoluziona il genere noir. Per Jean-Patrick Manchette e per il suo
amico e coautore Jean-Pierre Bastid, un esordio folgorante. Scuro, incalzante,
senza tregua. Indimenticabile. Per la prima volta in italiano.
Un piccolo villaggio sperduto
spazzato dal sole a picco, nel profondo Sud della Francia. Luce, l’eccentrica
proprietaria del villaggio, cinquantenne pittrice anarcoide, alcolizzata,
ricchissima, ci passa le vacanze coltivando con cura il proprio rimpianto per
la giovinezza perduta. Per allontanare i turbamenti dell’anima (e della mezza
età), ospita liberamente amici, amici degli amici, nuovi e vecchi amanti e
tutti coloro che si presentano nel villaggio. Senza fare troppe domande.
Neppure quando, a 10 chilometri da lì, 250 chili d’oro scompaiono durante un
sanguinoso assalto a un furgone portavalori. Sì, certo, i nuovi arrivati non
hanno proprio nulla di convenzionale, ma che importa? E quando un’ignara coppia
di gendarmi sale fino al villaggio, tutta la sua gioiosa e bizzarra popolazione
si ritrova coinvolta in un’orgia di violenza, alla fine della quale non resterà
che contare i cadaveri. Un giorno, una notte: una narrazione folle e
incalzante, scandita quasi minuto per minuto. Un’avventura narrativa
straordinaria. Visionaria come un film, crudele come la realtà.
Nessun commento:
Posta un commento