Elegia americana di J.D. Vance
I poveri
del Midwest, ora devastati dall’eroina, sono quelli che hanno fatto vincere
Trump. Uno scrittore dell'Ohio era uno di loro. E li ha raccontati in un libro
che è già un bestseller.
Il termine hillbilly nella musica folk degli Stati
Uniti d’America sta a rappresentare il country, riferendosi in particolare a
quello tipico delle zone montuose degli Stati sud-orientali. Ma è anche un
lemma, per lo più dall’accezione stereotipata e dispregiativa, che definisce le
persone che vivono in quei luoghi. Essere un vero hillbilly è invece per il
giovanissimo Vance, se non un motivo di vanto, quantomeno qualcosa di cui non
deve affatto vergognarsi. Il suo libro - che ormai da mesi e mesi domina le
classifiche americane - si configura come un’autobiografia, ma in realtà è un
saggio politico, economico, sociale, culturale, emozionale di ampio respiro; un
testo di rara importanza per comprendere un po’ più nel dettaglio quel crogiolo
di sentimenti contrastanti, opinioni aspre, atteggiamenti orgogliosi, rabbia,
delusione, frustrazione.
«Il caso
editoriale che ha riportato all’attenzione dell’opinione pubblica i “bianchi
poveri” degli Stati Uniti, possibile bacino elettorale per Trump.» la
Lettura – Corriere della Sera
«Ci
apre uno squarcio sul dolore e la rabbia del popolo che ha votato per Trump.»
«Los
Angeles Times»
I nonni di
J.D. sono sporchi, poveri e innamorati quando emigrano giovanissimi dalle
regioni dei monti Appalachi verso l’Ohio nella speranza di una vita migliore.
Ma quel sogno di benessere e riscatto è solo sfiorato, perché prima di
diventare uomo il loro nipote lotterà a lungo con la miseria e la violenza
domestica: una madre tossicodipendente, patrigni nullafacenti che si susseguono
uno dopo l’altro, vicini di casa alcolisti capaci solamente di sopravvivere con
i sussidi e lamentarsi del governo, in una regione in cui i tassi di
disoccupazione sono sempre più alti e l’abbandono scolastico è alle stelle.
Eppure quella che J.D. Vance racconta senza indulgenza ma con un amorevole
orgoglio di appartenenza non è l’eccezione ma è la storia, in filigrana, di un
Paese intero, di quel proletariato bianco degli Stati Uniti che nelle recenti
elezioni presidenziali ha espresso la sua frustrazione portando alla vittoria
Donald Trump. Elegia americana
celebra un’America silenziosa e dà voce a quella classe operaia dei bianchi
degli Stati Uniti più profondi che un tempo riempiva le chiese, coltivava le
terre e faceva funzionare le industrie. Quel mondo non c’è più, al suo posto
solo ruggine e rabbia. E J.D. Vance diventa così il cantore, brutale e
appassionato, dell’implosione di un modello, di un’idea. Di un sogno che è
stato a lungo anche il nostro.
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