lunedì 8 maggio 2017

Incidenti di percorso : antropologia di una



malattia di Clara Gallini


Un libro coraggioso, questo di Clara Gallini (1931 –2017), non solo perché affronta con sorprendente lucidità il percorso di una malattia, la sua, ma anche per come lo fa. Ci vuole un certo coraggio a scrivere: “Ora sono vecchia – una parola che non usa più, resa orrorosa da quel linguaggio renziano che esorta alla rottamazione di quanto non sarebbe giovanile. Vecchia e malata...”. In un'epoca in cui la cosmesi lessicale tenta in ogni modo di fare scomparire la vecchiaia, ammettere (e accettare) con chiarezza la propria condizione è atto coraggioso. E lo è anche il cercare di reagire al male e alle terapie invasive tentando di trasformare l'intero sistema terapeutico in un campo di osservazione per chi come lei, ha trascorso la vita “osservando e partecipando” come fa ogni antropologo. Allieva di Ernesto De Martino, Clara Gallini diventa, in questo ultimo lavoro, osservatrice partecipante di se stessa, raccontandoci la storia di un corpo malato. Nonostante la gravità del caso, Clara Gallini riesce a non perdere mai il senso dell'ironia, che pervade l'intera narrazione, riuscendo a rendere meno angoscioso il racconto, senza per questo rinunciare alla profondità. La vecchiaia è in qualche modo solitudine, ma anche sempre maggiore attaccamento a cose e abitudini che ci hanno accompagnato nella vita. Quando le ritroviamo in ordine diverso, come accade all'autrice quando ritorna a casa dall'ospedale, ci pervade un senso di spiazzamento, di estraneità... Clara Gallini parte dalle sue reazioni ai cambiamenti per avviare profonde riflessioni sulla memoria, su quali siano gli appigli a cui si aggancia la nostra mente per poi fissare in qualche parte del cervello, fatti, episodi, volti e voci della nostra esperienza. Questo ripercorrere alcuni meandri del passato, conduce l'autrice a ricordare la propria vita, fin dall'infanzia. Il racconto attraversa quasi un secolo di storia, passa attraverso l'esperienza della guerra e poi la ricostruzione, il boom economico… ogni esperienza che affiora alla memoria diventa oggetto di analisi antropologica da parte di Clara Gallini che si chiede cosa è il gioco, rilegge la guerra, i riti popolari, gli scherzi in famiglia: tutto diventa materiale di studio e questo a causa di un male che ti costringe a stare ferma, a rivedere tutto il tuo cammino fino all'oggi, … Fino alla nuova convivenza con una badante, Abilia, con cui si deve iniziare una nuova vita... La casa, lo spazio più intimo viene ridisegnato dalla nuova condizione, tutto va riletto in una prospettiva a due, dettata dalla malattia. Ecco allora l'ultimo viaggio etnografico, quello attraverso gli oggetti di casa, quelli conservati perché legati a momenti significativi; anch'essi riemergono dalla loro presenza scontata per rinascere a nuova vita grazie a uno sguardo nuovo. Lo sguardo di chi osserva se stessa e la propria esistenza attraverso la lente della fragilità della malattia e della vecchiaia.

Marco Aime

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