La magnifica di Arnaldo Colasanti
Cattivo,
struggente, definitivo. La Magnifica
è la storia di Piero Aprile, scrittore e critico, convocato per un viaggio
premio a New York insieme ad altri autori italiani, I migliori scrittori italiani,
scelti dalla Vecchia, l’operatrice
culturale che ha trovato i soldi al ministero per finanziare il viaggio in
business class. Siamo dentro l’aeroporto di Fiumicino, e Piero, nell’attesa
dell’imbarco, si guarda dentro, riattraversa tutta la sua esistenza passata a
studiare in solitudine, osserva i suoi compagni di viaggio e si domanda chi
siano per davvero gli scrittori italiani. Eccoli, gli intellettuali chiusi nelle
loro piccole miserie, pronti a tutto per garantirsi un effimero successo, pure
a massaggiare i piedi della Vecchia – che decide del bene e del male di ognuno
di loro, che conosce le loro debolezze, che ne decreta la gloria o la
sconfitta.
Piero entra
nei pensieri dei suoi colleghi, dando loro una voce. La Puerpera incinta,
accompagnata dal Maritino, il quale parla troppo ed è continuamente fulminato
dagli sguardi punitivi della moglie. L’Esordiente belloccio, vincitore del
maggiore Premio Letterario Nazionale, irrimediabilmente superficiale, fresco di
una scuola di scrittura che gli ha insegnato che l’importante è non sapere,
dimostrare di non sapere. Poi il Professorino, che giudica tutti dalla sua
altezza fasulla e appunta in un taccuino osservazioni per il suo inutile canone
della contemporaneità. Il Servo, l’accompagnatore della Vecchia, insolitamente
rilassato, perché anche per lui è finalmente vacanza. Il Narratore Padano, che
zoppica perché le scarpe nuove comprate appositamente per il viaggio gli hanno
fatto venire un callo. Lo Scrittore Impegnato, civile perché getta una gomma
masticata solo dopo averla avvolta in un pezzetto di carta. La Spilungona,
frigida, che sembra nata per intrattenere la Vecchia. Eppure, mentre osserva e
si osserva, Piero non smette di confessarsi. Cos’è realmente un romanzo? La
risposta: «Una disputa sulla verità». Ma alla verità sono ancora votati gli
scrittori e i lettori? Cosa è successo di strano agli italiani? La Magnifica racconta anche come il
costruirsi di un romanzo sia un conflitto con se stessi, tra quello che si è e
quello che avevamo sognato d’essere, tra le proprie viltà e la consapevolezza
delle nostre più profonde ferite – che sono ciò che svela la realtà nuda della
nostra esistenza.
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