La
compagnia delle anime finte di Wanda Marasco
Dalla splendida collina di Capodimonte nota come «la
Posillipo povera», Rosa osserva Napoli e parla alla madre morta. C’è qualcosa
che la unisce a quella donna, qualcosa che va oltre il legame di sangue e che
risiede in «un guasto» che ha marchiato le vite di entrambe. Immergendosi
«nelle viscere di un purgatorio pubblico e privato», Rosa rivive la storia di
sua madre dall’incontro con il suo futuro padre, Rafele, alla nascita di un
amore nato in mezzo alla povertà e alla lordura del borgo dei Vergini, dove la
guerra sembra non finire mai. Rosa passa in rassegna la morte di suo padre, la
decisione di Vincenzina di iniziare a praticare il prestito a usura e la
richiesta a Rosa di accompagnarla nei suoi giri per le vie del quartiere. Il
flusso dei ricordi non può fermarsi e appaiono anche altre persone. «Anime
finte» che, come gli attori di una compagnia teatrale, salgono sul palco e
recitano la loro parte: Annarella, l’amica d’infanzia; Angiulillo, un ragazzo
assoldato dai NAR e dalla camorra per compiere la strage di Bologna; Emilia,
una tenera e primitiva down; il maestro Nunziata, sognatore incandescente; il
trans Maria. Gente esclusa dalla storia a cui Rosa sente di dover restituire
dignità.
Nessun commento:
Posta un commento