Torto marcio di Alessandro Robecchi
Un thriller
di qualità capace di coniugare il romanzo di genere e quello di costume e di
critica sociale.
Tre luoghi
di Milano, vicini sulla mappa ma lontanissimi tra loro: la casa di Carlo
Monterossi, autore televisivo di una trasmissione trash (di cui si vergogna),
cultore di Bob Dylan e detective per caso; il quartiere malfamato attorno a San
Siro, un mercato degli alloggi governato dai calabresi, dal collettivo di
sinistra e dagli africani che si dividono democraticamente spazi e spacci;
infine la questura dove lavorano in tandem il sovrintendente Carella e il vice
Ghezzi. Nel centro di Milano hanno sparato a un commerciante di carni,
sessantenne ricco e senza ombre, ma c'è una nota stonata: sul cadavere un sasso
bianco, poggiato sul petto. Dopo pochi giorni un altro omicidio con le stesse
modalità - ancora una volta una pietra sul corpo - getta la città nel panico.
L'assassino dei sassi occupa le pagine dei giornali, radio e tv, compresa la
trasmissione "Crazy Love" che Carlo Monterossi sta finalmente per
abbandonare e non ne vede l'ora. Ed è in questo frangente che l'agente di
Carlo, Katia Sironi, la sua alleata per la vita, chiede aiuto: la madre anziana
è stata derubata in casa di alcuni gioielli, tra cui un anello preziosissimo. E
così Carlo, "l'uomo curioso", "l'uomo che risolve
problemi", con l'amico Oscar Falcone si mette a caccia dell'anello, solo
che nella ricerca della pietra preziosa si imbatte nelle pietre degli omicidi,
che nel frattempo sono diventati tre. Da San Siro a via Manzoni, dalle cantine
degli alloggi popolari a un albergo sul lago, le indagini di Carella e Ghezzi
si incrociano con quelle di Monterossi, finché i conti finiranno, amaramente,
per tornare per tutti.
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