ESTATE
giugno 2017
Consigli di
lettura
Villeggiatura e vacanze nel cinema
italiano, 1949-2011, a
cura di Antonio Maraldi
Catalogo
della mostra tenuta a Castiglioncello nel 2012.
Un volume
che, attraverso la presentazione di foto di set e di scena, diverse delle quali
inedite e provenienti da importanti archivi pubblici e privati, vuol rendere
conto di come il cinema italiano abbia raccontato le vacanze, da occasione
destinata a pochi privilegiati a momento di spensieratezza di massa. La vacanza
come specchio del paese e dei suoi cambiamenti verificatisi nel corso dei
decenni. Sei le sezioni in cui è divisa l'esposizione, una scansione che non è
solo temporale, ma che raccoglie nei vari capitoli film accomunati da motivi
narrativi e non.
Storia delle vacanze di Orvar Lofgren
Quando
si parla di vacanze, alcuni le intendono come un'opportunità per "vedere il
mondo", altri come un'occasione per "evadere da tutto". Sono
queste le due fondamentali filosofie di viaggio illustrate da Oscar Lofgren
nella sua esplorazione dei "luoghi dell'altrove" nello scenario della
storia umana. L'autore inizia il suo viaggio culturale soffermandosi sulle
esperienze di alcuni pionieri del settore nel XVIII secolo per passare poi in
rassegna il mondo occidentale delle vacanze e mostrare come due secoli di
storia del turismo abbiano influenzato il nostro modo di vivere le ferie.
Questa
nuova edizione di La lunga strada di sabbia restituisce al lettore la
possibilità di sfogliare il reportage che Pasolini realizzò nell’estate del
1959 come inviato speciale della rivista «Successo», quando lo scrittore
percorse tutta la costa italiana da Nord a Sud, al volante di un Fiat
Millecento. «Successo» pubblicò alcuni estratti del lungo lavoro di Pasolini
dalle spiagge della nostra penisola in tre numeri speciali, accompagnandolo con
le foto che al tempo realizzò Paolo di Paolo. I testi sono stati riportati
integralmente per la prima volta in questo libro che si distingue anche per la
riproduzione del dattiloscritto autentico, e per le immagini che il fotografo francese
Philippe Séclier ha realizzato a quaranta anni di distanza. Séclier ha
ripercorso la stessa “lunga linea di sabbia” narrata dal grande autore
italiano, ritrovando tracce, immagini e memoria del grande scrittore e del suo
memorabile ritratto dell’Italia. La lunga strada di sabbia è uno dei primi
reportage che si è concentrato sul concetto di vacanza in un’Italia, quella del
1959, che ormai si era lasciata alle spalle il dopoguerra e cominciava ad
assaporare il gusto del boom economico, dove la “vacanza al mare” era diventata
per la prima volta un fenomeno di massa. Nel suo lungo viaggio Pasolini conosce
e racconta gli italiani sorpresi sulle spiagge della Versilia, come in quelle
dell’Adriatico o della Sicilia. Un documento unico per tornare a conoscere, a
quasi quarant’anni dalla sua morte, l’arte di un grande scrittore e
intellettuale e riscoprire il forte legame che lo univa al nostro paese.
"Un'estate
con Proust" raccoglie le voci di otto lettori d'eccezione: Antoine Compagnon, Raphael Enthoven, Michel Erman, Adrien Goetz, Nicolas Grimaldi, Julia
Kristeva, Jerome Prieur, Jean-Yves Tadié. Sono romanzieri, biografi, professori universitari. Tutti hanno
dedicato parte della vita allo studio di Proust. L'estate scorsa - ai microfoni
di "France Inter" - hanno parlato della "loro" Recherche,
attraverso un tema che stava loro a cuore e una pagina che li aveva colpiti.
Oggi scrivono l'ammirazione che nutrono per questo capolavoro e riflettono
sugli interrogativi che esso sottende. Come trattenere il tempo che passa?
Perché amare fa soffrire? Si può davvero conoscere una persona? In questo libro
ci consegnano le loro risposte e - per il tempo di una bella estate e di una
grande traversata - ci invitano ad aprire gli occhi e a lasciarci cullare dalla
fantasticheria proustiana.
Il nespolo di Luigi Pintor
“Giano ha cento anni e ha deciso di
sedersi sotto un nespolo a contare i giorni senza più cedere alle tentazioni
mondane. Gli sembra una decisione assennata e adeguata alle circostanze. Non
farà nulla e lascerà vagare i suoi pensieri come nuvole oltre il fogliame.
L'estate è una stagione che favorisce questa disposizione d'animo. I castagni e
i faggi delle colline sono più ombrosi di un nespolo...”
Questo
libro può essere letto come un diario o come un delirio, una narrazione dove si
confondono realtà e immaginazione, passato e presente, eventi gravi e futili.
Si direbbe che l'autore abbia voluto concludere il discorso dei sui scritti
precedenti esaurendo in una specie di trilogia un'esperienza di vita.
Nulla di più bello sotto il sole che
stare sotto il
sole…
Nulla di più bello che guardare il
bastone
nell’acqua
e l’uccello nel cielo
ponderare il suo volo, e in basso i
pesci nel
banco
I pensieri oziosi di un ozioso : libro
per un'oziosa vacanza di
Jerome Klapka Jerome
Dedicato
alla sua inseparabile compagnia di ozi, la pipa, "Pensieri oziosi di un
ozioso" è una raccolta di quattordici brevi saggi, articoli e pensieri
sparsi, in cui l'umorismo e la satira proverbiali di Jerome affrontano i temi
più variegati e diversi: la vanità, la pigrizia, l'amore, i soldi e così via,
sempre colti da una visuale ironica e dissacrante capace di sintetizzare,
divertendo e intrattenendo il lettore, i grandi vizi e le piccole virtù della
moderna borghesia europea. Quattordici saggi satirici grazie a cui Jerome
mostra tutto il suo talento arguto, vivace e intelligente, riuscendo a dar vita
a un vero classico del genere satirico e umoristico, distante dalla battuta
facile e triviale, ma piuttosto frutto dell'osservazione delle situazioni
paradossali e divertenti che si danno spontaneamente nel vissuto quotidiano.
Dall'amore alla malinconia passando per cani, gatti, appartamenti, vanità,
pigrizia, timidezza e soldi, tutti temi trattati con leggerezza e profondità,
riuscendo a far sorridere e a far riflettere allo stesso tempo.
Nel 1895
Heinrich Vogeler, giovane artista tedesco di belle speranze, compra una
villetta a Worpswede nel nord della Germania, intenzionato a farne la sua
personale dimora e un centro di ritrovo per artisti a lui affini. Vogeler
battezza la casa Barkenhoff, la villetta delle betulle, dopo aver piantato nel
giardino antistante l'edificio numerose betulle. Nel giro di qualche anno
Barkenhoff diviene uno dei centri artistici più vitali e noti in Germania, il
luogo dove vive e crea un'originale colonia di artisti bohémien che ha al suo
centro Heinrich Vogeler e Rainer Maria Rilke, il giovane poeta il cui talento è
già noto nei maggiori salotti letterari europei. Ospite della casa, dei
concerti e delle feste che vi si svolgono, è spesso anche Thomas Mann. Nel 1905
Heinrich Vogeler è al culmine del successo e della fama. In giugno riceve uno
dei maggiori premi artistici tedeschi per un quadro che gli ha richiesto cinque
anni di lavoro, intitolato Il concerto o sera d'estate a Barkenhoff. Celebrata
come un capolavoro, l'opera è in realtà, per Vogeler, il risultato di una
triplice disfatta: la disfatta del suo matrimonio con Martha, della sua
consapevolezza d'artista, della sua amicizia con Rainer Maria Rilke. I
componenti del cenacolo sono dipinti nel giardino del Barkenhoff intorno alla
figura assente del poeta Rilke, cancellata da Vogeler in un impeto di stizza.
La mestizia dei loro volti insistentemente ritoccati, la fissità dei loro
sguardi dolenti sembrano alludere, pur nel loro mutismo, a un fallimento
comune. Così, il personaggio certamente più a suo agio nello spazio
claustrofobico della tela è il levriero Karla, ritratta in primo piano sulla
scalinata ai piedi della padrona Martha.
Durante il
viaggio per ritirare il premio, Vogeler ricorda l'intera vicenda: la nascita di
Barkenhoff, la magia del primo incontro con Rilke a Firenze, le figure di Paula
e Clara, le donne cui Rilke era legato in uno scandaloso triangolo.
Badenheim 1939 di
Aharon Appelfeld
È
la primavera del 1939 e, come ogni anno, la località di
villeggiatura di Badenheim, in Austria, si affolla di villeggianti. Ma questa
non sarà una vacanza come tutte le altre. Quando, per ordine delle autorità,
agli ebrei viene imposto di registrarsi presso un misterioso Dipartimento
sanitario dotato di poteri allargati, molti si risentono del fastidio, alcuni
protestano, ma nessuno riconosce appieno la minaccia. Certo, un terribile
cambiamento è nell’aria, e un senso di catastrofe imminente assedia Badenheim,
circondata da una foresta che si fa sempre più cupa e paurosa. Ma finché il
pericolo resta senza un nome e il nemico senza un volto è ancora possibile dar
retta alle parole consolatorie dell’impresario Pappenheim che, animato da un
infausto senso materno, si fa in quattro per rassicurare e illudere se stesso e
i suoi compagni di sventura. Alla fine la piccola comunità forzata si avvierà
docilmente verso la stazione, in compagnia di un rabbino sulla sedia a rotelle,
guida spirituale che ormai non potrà più condurre i suoi alla salvezza. E
nessuno, neanche davanti ai treni diretti verso la Polonia, sembra comprendere
a fondo la misura dell’abisso che sta per spalancarsi.
«Aspettano di poter rientrare in patria e ogni giorno
si arrovellano su come far cambiare rapidamente direzione a questo mondo per
poter rimettere piede nel loro paese di origine e poi, chissà, un giorno, fare
ritorno qui, su questa spiaggia di villeggiatura, da ospiti. Adesso sono
persone in fuga attorniate da un mondo in vacanza».
È
un’Europa al bivio quella che si ritrova ad Ostenda,
la località balneare belga sul Mare del Nord, nell’estate del 1936. C’è chi
corre ancora spensierato sull’orlo dell’abisso che sta per inghiottire il mondo
e chi è già in fuga. Chi osserva la linea incerta della costa dalle terrazze
delle bianche magioni aristocratiche e chi condivide con marinai e bevitori di
lungo corso la penombra dei bar che aprono fin dal mattino. Ostenda è un «porto
delle nebbie», come il resto delle Fiandre «malate» che canterà poi Jacques Brel,
dove le armate naziste penetreranno in seguito senza trovare quasi alcuna
resistenza, ma è anche lo scenario per l’ultimo sprazzo di sole prima della
tempesta, per un ultimo istante all’insegna della felicità e dell’amore prima
che la guerra e la morte abbiano ragione di ogni cosa.
L’estate dell’amicizia di Volker
Weidermann fotografa tutto questo
attraverso l’amicizia tra Stefan Zweig e Joseph Roth e il gruppo di
intellettuali, artisti, viveur – dagli scrittori Arthur Koestler e Hermann
Kesten al predicatore Egon Erwin Kisch, fino alla «regina dello champagne»
Irmgard Keun – che si riuniranno intorno a loro per quell’ultima
indimenticabile stagione. Se il viennese Zweig e l’ebreo galiziano Roth
celebrano con il loro fortissimo legame, spirituale ed umano ancor prima che
intellettuale, una sorta di paradossale
resistenza
della Mitteleuropa «meticcia» all’emergere del nuovo imperialismo nazista «del
sangue e del suolo», la comunità di «dileggiatori, combattenti, cinici, amanti,
sportivi, bevitori, oratori e narratori» che si ritrova accanto ai due, fa di
Ostenda una capitale dell’esilio: vi si rifugiano tutti coloro per cui non c’è
più posto in Europa. Già responsabile della pagine culturali della Frankfurter Allgemeine Zeitung, passato
di recente allo Spiegel, autore di saggi e racconti, Weidermann … sembra nutrire
una forte nostalgia per quelle linee di faglia della storia in cui la
letteratura tentava ancora di offrire una risposta all’incombente crisi dell’Europa.
Ballata per un' estate calda di Athos Bigongiali
Fa caldo
nell'estate del '57 a Marina di Pisa: da due mesi non piove e l'aria è gravida
di tensione. Fa caldo, tanto che un giorno i campi attorno al Cantiere bruciano
e l'incendio anticipa il licenziamento brutale e senza appello di
quell'''aristocrazia operaia'' che i nuovi metodi di produzione e di comando
padronale stanno spazzando via. Nell'attesa della pioggia, dell'amore, dello
scontro, della fuga, si dipana questa ballata popolare e fiera, fantasiosa nei
toni della fiaba, ma radicata nella realtà dura degli anni Cinquanta. Un
romanzo raffinato nella ricostruzione d'una storia corale e delicato nel
lasciare a un ragazzino il compito di salvare la memoria di un'estate, di
un'epoca, di una sconfitta.
Diario d'Irlanda di Einrich Boll
“Su quest’isola abita l’unico popolo d’Europa che non
ha mai intrapreso guerre di conquista: fu invece conquistato, dai Danesi, dai
Normanni, dagli Inglesi; inviò per il mondo soltanto preti, monaci, missionari
che, dall’Irlanda portarono in Europa lo spirito ascetico della Tebaide.”
Intorno
alla metà degli anni cinquanta Heinrich Böll, premio Nobel per la letteratura nel 1972, insieme alla sua
famiglia intraprese una vacanza in Irlanda e questo libro raccoglie la sua
esperienza.
Negli anni
difficili di ricostruzione e di ripresa economica post guerra, lo scrittore
aveva raggiunto la notorietà nel suo Paese e per il suo impegno civile e
politico (non solo di oppositore al nazismo) era considerato la vera
coscienza della Germania. La Germania
voleva lasciarsi alla spalle, in fretta, le macerie della guerra e attuava
riforme, come quella monetaria, che avrebbero dovuto dispensare ricchezza e far
rientrare la nazione nell’Alleanza atlantica. Heinrich Böll, in aperto
contrasto con le politiche post guerra, non accettava che il popolo tedesco
fosse stato dapprima partecipe agli anni più bui e spaventosi e che ora ambisse
a trasformare
il Paese in una nazione opulenta e consumista. Deluso e amareggiato decise, a
quel punto, di recarsi nell’isola degli amati: Jonathan Switf, delle cui satire
era appassionato lettore, e del mistico William ButlerYeats.
Pubblicato
per la prima volta nel 1957 e definito dalla critica d'allora
"un'utopia", questo libro può essere visto oggi piuttosto come una
bella favola arcaica. In una serie di brevi pezzi - ciascuno poco più di un
flash - l'autore presenta, con estremo realismo, la verde Irlanda come un paese
dove il dolce si mescola all'amaro, la preghiera alla maledizione, un luogo
dove la poesia si incontra anche nell'angolo della strada. In queste pagine
Heinrich Boll ci ha dato forse - scrive Italo A. Chiusano nell'Introduzione - "la sua unica incantevole 'pastorale': un pezzo di letteratura (ma vorrei
dire quasi di musica) che sa veramente di vacanza, di respiro ossigenante, di
sogno o di favola. (...) Dopo che avremo letto questo 'Diario' per noi quel
paese sarà verde nel modo in cui lo ha visto e goduto Boll." Un libro
sull'Irlanda fuori da ogni schema
tradizionale: non il semplice resoconto di un viaggio, ma una testimonianza
umana e piena di poesia.
Il colosso di Marussi di Henry Miller
Mentre la
guerra si avvicina, Henry Miller si gode l’occasione di fare un viaggio in
Grecia, la prima vera vacanza da vent’anni e forse l’ultima almeno per un lungo
tempo. Si imbarca da Marsiglia alla volta del Pireo per raggiungere l’amico
Lawrence Durrell che si trova a Corfù. Inizia così un’avventura alla scoperta
di un mondo stupefacente, mitico, unico, dove gli si rivelano bellezza e
miseria di un paese che è ancora un sacro recinto, con ritmi, tempi, riti tutti
suoi. Di tappa in tappa, lo scrittore incontra gente diversa e di differenti
nazionalità, fa conoscenza con un’umanità cangiante, e si confronta con tanti
greci anche illustri. Ma soprattutto lo conquista la compagnia di Ghiorghios
Katsìmbalis, un uomo dal fisico taurino, ma agile come un leopardo e timido
come una colomba, rude e insieme delicato, che lo affascina fin dal loro primo
incontro ad Atene. Sarà proprio Katsìmbalis, il colosso proveniente da Marussi,
con i suoi discorsi dal fascino misterioso ad aiutare Miller a capire la natura
e il carattere del greco, antico e moderno. Il tutto sullo sfondo di un
paesaggio intriso di profumi, di spezie, di colori e di luce tipicamente ed
eternamente greci.
“A chi pensa che la Grecia oggi sia un paese senza
importanza voglio dire che non potrebbe commettere errore più grande. Oggi come
un tempo la Grecia è della massima importanza per chiunque cerchi di trovare se
stesso. La mia non è un’ esperienza isolata. E forse dovrei aggiungere che
nessuno ha tanto bisogno di ciò che la Grecia ha da offrire quanto gli
americani. La Grecia non solo è l’antitesi dell’ America, ma soprattutto è la
soluzione dei mali che l’affliggono. Può sembrare poco importante
economicamente, ma spiritualmente la Grecia è ancora la madre delle nazioni, la
sorgente della saggezza e dell’ispirazione.” H. Miller
Caramelo, o Puro cuento di Sandra Cisneros
In viaggio
con la famiglia Reyes come ogni estate, in una macchina piena di bambini,
risate e litigi, da Chicago a Città del Messico. Come sempre Lala ascolta le
storie della sua famiglia separando, di volta in volta, la verità dalle sane
bugie che gli adulti si tramandano di generazione in generazione. Come fili che
formano un caramelo, il prezioso scialle messicano, queste storie, o leggende,
si svolgono e si riavvolgono attraverso lo sguardo vivace e curioso della
piccola Lala. Il lettore sarà trascinato dalla prosa poliedrica e originale
dell'autrice nella turbolenta Città del Messico degli inizi del '900, nelle
strade piene di musica della Chicago dei folli anni '20 sino all'adolescenza di
Lala nella terra, non promessa, di San Antonio in Texas.
In cerca di Transwonderland : il mio
viaggio in Nigeria di
Noo Saro-Wiwa
Da bambina
le vacanze in Nigeria erano l’incubo di Noo: estati fatte di caldo e zanzare,
senza elettricità né acqua corrente. Per lei e i suoi fratelli, abituati alla
frescura del Surrey – un paradiso traboccante di Twix, cartoni animati e alberi
rigogliosi –, il villaggio d’origine era una sorta di «gulag tropicale». Poi
nel 1995 suo padre, l’attivista Ken Saro-Wiwa, viene assassinato e tutto finisce.
Niente più vacanze, niente più estati torride, un esilio volontario che dura
molti anni, finché Noo decide di tornare per scrivere una guida sui generis.
Prima tappa Lagos: traffico, bancarelle, okada che schizzano a velocità
assassina, minibus stracolmi assediati da predicatori e venditori. E ancora l’asettica
Abuja e l’arido Nord musulmano, i bronzi dell’antico Impero del Benin, le
splendide statuette di Nok, i monoliti di Ikom e il parco dei divertimenti
Transwonderland, con le sue giostre fatiscenti, specchio della decadenza di un
paese minato dalla corruzione e dai conflitti interni. Nel corso del viaggio l’autrice
si infuria, si rammarica, con sguardo occidentale critica e disapprova, ma la
Nigeria è pur sempre la sua terra e i nigeriani il suo popolo. È il momento di
riconciliarsi con loro e con il ricordo del padre.
Nell’opera
di Schnitzler, La signorina Else è un’aria mirabile, che continua a suonare
nell’orecchio di chi l’ha sentita anche una sola volta. Fin dalle prime
battute, e poi sempre più trascinati sino alla fine, avvertiamo il battito
tumultuante del sangue e delle parole che circolano nella testa di Else, l’adolescente
«altera», vivida e appassionata. Incombe su di lei, sulle sue nervose vacanze
alpine, una catastrofe familiare. E la madre stessa, con il tono mellifluo e
patetico che si conviene alla stregoneria familiare, la invita a vendersi per
salvare la famiglia. Tutto il testo di Schnitzler
è
nella reazione di Else a questa richiesta, vissuta
prima come premonizione, quando la lettera della madre non è ancora aperta, e
poi come sfida, una sfida mortale. Mai forse un altro narratore moderno era
riuscito a fondere il monologo interiore, la fantasticheria, l’azione e il
dialogo (e perfino la musica, nella scena culminante) in una simile intimità,
dove ogni elemento è il fremente rovescio dell’altro. Non meno di Molly Bloom,
Else si offre a noi dall’interno nelle sue minime oscillazioni psichiche, che
qui affiorano con quella velocità mentale che la prosa quasi mai riesce a
catturare. Ma – e questo è il più azzardato, il più felice artificio di
Schnitzler – al tempo stesso la contempliamo dall’esterno e la sua presenza si
impone a noi come quella di un’antica eroina.
Morte di mezza estate e altri racconti di Yukio
Mishima
Spiaggia di
A., estremità meridionale della penisola di Izu. Tomoko sta schiacciando
tranquilla il suo sonnellino pomeridiano nella camera dell’albergo che ha
scelto per una breve vacanza. I suoi tre figli Kiyoo, Katsuo e Keiko giocano in
riva al mare assistiti dalla cognata Yasue. Nessuno di loro può immaginare la
tragedia che sta per abbattersi sull’intera famiglia...
Inquietanti,
crude, le storie portate in scena da Mishima angosciano per le atmosfere cupe
che si respirano e per le ossessioni ricorrenti – prima fra tutte quella della
morte, ma anche l'amore per le tradizioni giapponesi e l’esasperazione del
culto della bellezza e della perfezione del corpo – che scandiscono i ritmi
della narrazione. Lo stile è impeccabile, ricercato e il rischio di perdersi
nei meandri della psiche di alcuni personaggi o nelle infinite descrizioni c'è.
Eppure la sensazione di leggere qualcosa di sublime, qualcosa di inafferrabile,
fa superare ogni difficoltà iniziale fino ad illuderti di riuscire a
comprendere quello che è stato senza dubbio un genio. Tra i racconti profetico Patriottismo, che anticipa
letterariamente il suicidio rituale
che Mishima compì il 25 novembre 1970, e testimonia quanto l’autore abbia
pianificato per anni la propria fine.
Mio
due, mio doppio : storia di W. H. Auden e Chester Kallman di Thekla
Clark
Nel
giugno del 1951 una giovane americana sbarca a Ischia per una lunga
vacanza. Vista
con
gli occhi di oggi, l’isola aveva allora qualcosa di
paradisiaco, soprattutto nella sua
zona
meno frequentata, intorno a Forio. Là, ogni estate, tornavano W.H.
Auden e il suo
compagno
Chester Kallman (e altri, come Ingeborg Bachmann o Hans Werner Henze,
avrebbero
seguito il loro esempio), con i quali la nuova ospite stringe
un’amicizia che si
rinsalderà
negli anni. La vita era fervida e informale, adatta a Auden, primo
nemico di
ogni
affettazione. Ciò che qui veniamo a sapere di lui
è prezioso: non solo le frasi e le
conversazioni
memorabili, ma qualcosa di più difficile da catturare – un certo
stile di vita,
un
certo tocco nei sentimenti, un certo modo di trattare con le persone.
E insieme, in un
preciso
contrappunto, intravediamo
il complicato rapporto con Chester, poeta ma
non
eccelso poeta, devoto ma capriccioso, amato sempre fuggente. Di rado
l’immagine
di
un grande scrittore nella vita di ogni giorno ci è stata restituita
con tanta perspicuità e
affettuosa
intelligenza.
[…]
Quel
turbine di vento notturno mi aveva, come succede, inaspettatamente riportato
sotto la pelle e le narici una gioia remota, uno di quei nudi ricordi segreti
come il nostro corpo, che gli sono si direbbe connaturati fin dall’infanzia. La
spiaggia dove sono nato si popolava nell’estate di bagnanti e cuoceva sotto il
sole. Erano tre, quattro mesi di una vita sempre inaspettata e diversa,
agitata, scabrosa, come un viaggio o un trasloco. Le casette e le viuzze
formicolavano di ragazzi, di famiglie, di donne seminude al punto che non mi
parevano donne e si chiamavano le bagnanti. I ragazzi invece avevano dei nomi
come il mio. Facevo amicizia e li portavo in barca, o scappavo con loro nelle
vigne. I ragazzi delle bagnanti volevano stare alla marina dal mattino alla
sera: faticavo per condurli a giocare dietro i muriccioli, sui poggi, su per la
montagna. Tra la montagna e il paese c’erano molte ville e giardini, e nei
temporali di fine stagione le burrasche s’impregnavano di sentori vegetali e
torridi che sapevano di fiori spiaccicati sui sassi. __Ora, Clara lo sa che le
folate notturne mi ricordano quei giorni. E mi ammira – o mi ammirava – tanto,
che sorride e tace quando vede questo ricordo sorprendermi. Se gliene parlo e
faccio parte, quasi mi salta al collo. È per questo che non sa che quella notte
mi accorsi di detestarla [….]
Da Feria d'agosto
di Cesare Pavese
Addio, Columbus e cinque racconti di Philip Roth
Pubblicato
per la prima volta nel 1959, Goodbye, Columbus è la storia di Neil Klugman e
della bella e determinata Brenda Patimkin. Lui vive in un quartiere povero di
Newark, lei nel lussuoso sobborgo di Short Hills, e si incontrano durante una
vacanza estiva, tuffandosi in una relazione che ha a che fare tanto con l'amore
quanto con la differenza sociale e il sospetto. Questo romanzo breve è
accompagnato da cinque racconti, il cui tono va dall'iconoclasta al
sorprendentemente tenero.
Ritorno a Delfi di Ioanna Karistiani
“Ritorno a
Delfi” è sicuramente il miglior romanzo di Ioanna Karistiani, sia per la
tensione narrativa che per la densità stilistica. Protagonisti di “Ritorno a
Delfi” sono la cinquantaduenne Vivì Choleva e il figlio Linos, trentenne,
condannato all’ergastolo per l’omicidio di una ragazza e per lo stupro di molte
altre. Approfittando di una licenza premio di cinque giorni che il tribunale ha
accordato al giovane, Vivì decide di concedere a se stessa e al figlio una
breve vacanza nella zona archeologica di Delfi, l’ombelico del mondo antico,
nella speranza di recuperare il rapporto con Linos, nel contempo vittima e
carnefice, e di rivelargli che dieci anni prima è stata proprio lei a
denunciarlo alla polizia e a farlo incarcerare. Nel corso della narrazione si
vengono a scoprire tutti i dettagli relativi all’infanzia e all’adolescenza di
Linos, al disadattamento del ragazzo, alla storia personale di Vivì, al modo in
cui quest’ultima scopre che il figlio è uno stupratore seriale e un assassino,
fino all’elegiaca conclusione, altamente simbolica.
Quando
la moglie è in vacanza :
commedia romantica in tre atti di
George Axelrod
Una afosa serata d'estate, un elegante
appartamento
newyorkese. Richard Sherman, trentottenne dirigente editoriale, è solo; moglie
e figlio sono in vacanza , la casa è
deserta e silenziosa, immersa in una "pace infernale".
Non gli resta che sistemarsi in una sdraio sul terrazzo ad ascoltare la
radiocronaca di un incontro di baseball e conversare con i suoi fantasmi. Ma la
caduta accidentale di un vaso di pomodori dal balcone soprastante gli fa
cambiare prospettiva: dopo sette anni di matrimonio, è ora di nuovi stimoli,
nuova linfa, nuove tentazioni... E allora perché non mandare al diavolo gli
scrupoli e invitare la splendida bambola che vive al piano di sopra, una
ragazza che "sembra la pubblicità di tutto quel che è tabù"? Solo per
farsi compagnia, bere un drink... e nient'altro. La commedia di George Axelrod
che ha dato origine al celeberrimo film di Billy Wilder con Marilyn Monroe.
Considerata un classico della modernità, è una commedia sulle manie erotiche
dell’uomo medio e una feroce satira di costume contro il perbenismo di una
certa middle-class.
Il pomeriggio del signor Andesmas e
Alle
dieci e mezzo di sera, d'estate di Marguerite
Duras
Due storie
sul destino umano, protagonisti assoluti la solitudine, il vuoto della vita, lo
svanire dei sogni. In un pomeriggio d'estate, un vecchio signore, il signor
Andesmas, attende il ritorno della figlia seduto fuori della sua casa di
campagna. L'assenza della ragazza riempie le ore e il racconto, caricandosi via
via di quelle ansie che ogni legame forte porta fuori con sé. L'esile trama del
romanzo diventa così pretesto per mettere in scena le tensioni che scaturiscono
da rapporti umani apparentemente immobili e inafferrabili. "Alle dieci e
mezzo di sera, d'estate" è una storia movimentata e avventurosa: una
coppia in vacanza, in un'affollatissima Spagna estiva, arriva in un paese
sottosopra perché un uomo ha commesso un delitto passionale ed è braccato dalla
polizia. Sotto i lampi di un temporale, la protagonista guarda i tetti del
paese. E, nascosto in cima a un tetto, vede un uomo. Una scoperta che potrebbe
cambiare il corso delle vacanze, e forse di una vita.
La sabbia non ricorda di Giorgio Scerbanenco
Estate,
sulle spiagge dell'Adriatico. Un uomo giace sulla sabbia con la gola
squarciata. Comincia così l'incalzante "giallo italiano" di
Scerbanenco. Ma chi ha ucciso il povero Giannuzzo, un ometto dall'apparenza
innocua che in realtà terrorizzava tanta gente? Anche gli innocenti mentono, o
tacciono. E così, inevitabilmente, al primo segue un secondo omicidio. Protetto
da questa rete di omertà, l'assassino attende con pazienza che passi la
tempesta. Ma non
sa che il suo nome è stato scritto sulla sabbia. 13
Il paese delle nevi di Yasunari Kawabata
Il "paese
delle nevi" è un paradiso terrestre sulla costa occidentale della maggiore
isola del Giappone, dove la neve è alta quindici piedi, e sorgono terme
squisite e luoghi di villeggiatura. E Komako è una geisha del "paese delle
nevi". Le cortigiane come lei hanno poco in comune con quelle che abitano
in città: non potranno mai diventare famose musiciste o danzatrici, né
penetrare tra le quinte della politica o degli affari. Il loro destino,
infatti, è quello di maturare tra gli incanti e la corruzione del "paradiso",
perpetuamente dedite ai signori che, secondo la tradizione, salgono alle terme
per trovarvi il riposo perfetto. Ed è proprio in questo paesaggio da sogno che
Komako incontra Shimamura, un ricco e raffinato esteta, con il quale darà vita
a un gioco di
trasporti
trattenuti e rinfocolati, inesorabilmente destinati a svanire. Capolavoro di
inesprimibili e struggenti stati d'animo, Il
paese delle nevi può essere considerato un piccolo poema in prosa, dove
amore e morte si intrecciano in un'atmosfera di diffusa malinconia e incombente
tragedia.
Tre estati di Margarita Liberaki
Tre
sorelle, Maria, Infanta e Caterina, vivono nell’arco di tre estati il passaggio
dall’adolescenza alla maturità. La vicenda è un lungo racconto di amori, di
trepidanti attese, di amarezze e di illusioni che riverberano sugli indugi
della vita. Protagonisti assoluti delle loro storie la solarità del paesaggio
greco, la terra rossastra, i negozi di Atene, i disegni in cielo degli uccelli:
i suoni di una tenera e bellissima estate della vita. Tre estati fu pubblicato
nel 1946 e ottenne subito uno straordinario successo di critica e di pubblico.
Stampato poi a Parigi, fu molto amato ed elogiato da Albert Camus, che nel
romanzo ritrovava la naturalezza e l’afflizione di una saggezza riemersa dal
tempo – come una memoria struggente, ricolma di cose e volti; un grande
affresco esistenziale che solo una prosa sonora e nitidissima, di sicuro sapore
classico, sa rendere concreta e vera: “Di
questi tempi il sole è scomparso dai
libri. Perciò essi ostacolano i nostri tentativi di vivere. Ma nel tuo Paese se
ne conserva ancora il segreto, e tu sei uno dei pochi autori che lo tramandano”.
Margarita Liberaki ha scritto uno dei
libri più suggestivi della letteratura greca del Novecento: dedicato alla
giovinezza e al destino su cui si infrange il sorriso amaro degli uomini.
In una
calda giornata di agosto il professor Niki Junpei, entomologo dilettante,
raggiunge un villaggio di pescatori sulla costa giapponese nella speranza di
identificare un nuovo esemplare di insetto a cui dare il proprio nome. La sua
vacanza, però, assume ben presto i contorni di un incubo: fatto prigioniero
dagli abitanti del paese, viene trasferito nella casa di una giovane vedova,
sul fondo di una profonda fossa di sabbia. Superati lo stupore e la rabbia
iniziali, Junpei scopre la verità: il villaggio vive nell'angoscia di essere
inghiottito dalle dune ed è proprio per fermare la minaccia che vengono scavate
quelle fosse immense. Junpei non deve fare altro che sostituire il marito della
donna, morto da poco. Tra i due si sviluppa un rapporto carico di silenzi,
segreti, inganni e, presto, di un disperato, violento erotismo. Kòbò Abe
descrive un'allucinata lotta per la riconquista della libertà, perché la
sabbia, a differenza dell'acqua in cui si può nuotare, "imprigiona le
persone e le uccide sotto il suo peso".
Giardino sul mare di Mercè Rodoreda
Nello
splendido scenario della costa catalana, in un giardino che sembra un angolo di
paradiso, tra viali costeggiati di tigli e roseti, si dipanano le vicende di un
gruppo di giovani dell'alta borghesia barcellonese. Francesc, Rosamaria, Felu,
Eulalia, Miranda e Quima si trasferiscono ogni anno in una villa sul mare per
trascorrere le vacanze, tra feste e ricevimenti, sci nautico e passeggiate a
cavallo. Alla spensieratezza di questi giovani si contrappone la drammaticità
del vecchio giardiniere che rimane estate e inverno a guardia della casa e del
giardino. Sarà lo sguardo
ingenuo e misurato dell'anziano giardiniere ad accompagnare il lettore alla
scoperta del lato oscuro dei giovani padroni di casa e a scavare con grande
maestria nella loro psicologia. Ancora una volta la scrittura di Mercè Rodoreda
mostra tutta1a sua forza: intimista e delicata, è sempre attenta al dettaglio e
alla sfumatura psicologica, in punta di piedi, ma capace di improvvisi e
dolorosi affondi nell'animo umano.
Adiòs di Renato Ghiotto
Antonio
Testa, è chiuso in una stanza d'albergo a Buenos Aires, una sorta di
"torre" lontano dalla sua vita ordinaria e dalla moglie. Antonio
assapora una sua particolare idea della solitudine, nella quale sogna di
attraversare la pampa deserta e di godersi il suo mese di "vacanze
separate". Ma basta la visita di un amico perché i propositi di isolamento
si allentino. Antonio si lascia condurre nelle notti afose di Buenos Aires in
luoghi sconosciuti o nelle case di amici dove le presenze umane e le parole
sono come vuoti a perdere. Durante questo periodo di distacco, a farlo
ripiombare sul terreno della realtà è il ricordo di ciò che la moglie Helena
gli ha comunicato poco tempo prima: l'arrivo, dopo dieci anni di matrimonio, di
un figlio. L'uomo è sempre stato terrorizzato dall'idea di
"generare", e l'annuncio della donna trova una sinistra concomitanza
con il suo nuovo passatempo: ogni mattina esce dalla città col fucile da caccia
e si addentra nella campagna per esercitarsi nel colpire una mela a cento metri
di distanza. E un giorno si accorge di essere diventato un tiratore
infallibile.
Le persone normali : la dieta di Uscio
:
romanzo di Aldo Busi
Una vacanza
insolita, in una rinomata casa di cura, l'obiettivo è quello di sanare e
migliorare il corpo, e una folla di ricchi o arricchiti accorre. I protagonisti
di questo nuovo sconcertante romanzo sono personaggi stravaganti: una
plurivedova, un nano, una chiromante, uno strano massaggiatore, e tra un
discorso e una passeggiata, intrecciano i loro destini consentendo allo
scrittore una originale meditazione sulla condizione umana.
A
Viareggio aspettiamo l'estate di Rolando Viani
Protagonisti
di questi racconti sono i ragazzi della spiaggia di Viareggio, negli anni '50:
con le loro storie familiari, e intorno la piccola folla degli amici, delle
ragazze, dei bagnanti di città. Quel mondo Rolando Viani (1923-1977) lo conosce
bene: nato a Viareggio , suo padre possedeva un piccolo cantiere in darsena.
Rolando crebbe nello stabilimento balneare del nonno: dopo essere stato
marinaio e telegrafista navale, d'estate faceva il bagnino, e d'inverno
scriveva. Pur ancorato alla concretezza dei fatti e delle cose, Viani evita la
chiave bozzettistica e aneddotica: riesce così a scolpire i momenti
fondamentali dell'esistere (la scoperta del mondo, la giovinezza, l'amore...)
legati a quel momento storico.
L'
estate del cane nero di
Francesco Carofiglio
Nello
scenario di una Puglia misteriosa, tra la campagna e il mare, quattro ragazzi
vivono un'esperienza che segnerà per sempre le loro esistenze. Matteo Leoni, un
tredicenne timido con la passione per la scrittura, e la cugina Valentina, sua
coetanea bella e intelligente, gli altri amici. L'estate scivola tra escursioni
, corse in bicicletta, presenze inquietanti, bagni notturni, rocambolesche
vicende familiari, amori sotterranei, risse e scoperte stupefacenti. Sullo
sfondo la traccia misteriosa della foresta, compatta e scura, disegnata a
rilievo sulla campagna. Come un cane nero, che corre. Poi arriva settembre, e
segnerà la linea di confine, imprevedibile, che dividerà le loro vite.
L' incontro di Michela Murgia
Maurizio ha
dieci anni e non vede l'ora che comincino le vacanze. Per lui l'estate
significa stare dai nonni a Crabas: lì ogni anno ritrova Franco e Giulio,
fratelli di biglie, di ginocchia sbucciate e caccia alle libellule, e domina
con loro un piccolo universo retto da legami che sembrano destinati a durare
per sempre. Ma nell'estate del 1986 qualcosa di imprevedibile incrinerà la loro
infanzia e mostrerà a tutti, adulti e ragazzi, quanto possa essere fragile il
granito delle identità collettive. Basta un prete venuto da fuori a fondare una
nuova parrocchia per portare una scintilla di fanatico antagonismo dove prima
c'erano solo fratellanze. In quella crepa della comunità l'estraneo può
assumere qualunque volto, persino i capelli rossi di un inseparabile compagno
di giochi.
Con questo
romanzo breve, Michela Murgia si interroga sui meccanismi con cui si costruisce
(o si disgrega) l’identità di una comunità, ma soprattutto ci regala una
splendida storia di amicizia sullo sfondo della Sardegna degli anni Ottanta,
mescolando tradizione, memorie d’infanzia e gustosissime citazioni pop.
Agosto, ottobre di Andrés Barba
Come
ogni anno Tomás e la sua famiglia passano l'estate nella loro casa al mare. Per
il quattordicenne protagonista le vacanze sono sempre state una stagione di
divertimento e serenità, un luogo concreto, con gli stessi amici, i soliti
appuntamenti. Ma questa volta una strana tensione si fa largo in lui e lo
spinge verso direzioni non ancora battute: mosso dal desiderio di sperimentare
la trasgressione e la ribellione, arriva fino a quella zona della spiaggia in
cui i suoi genitori gli avevano proibito di andare. Lì Tomás incontra un nuovo
gruppo di amici e intraprende un viaggio iniziatico in un mondo dove il futuro
sembra non esistere e le droghe e le prime esperienze sessuali si convertono in
realtà. Ma la dinamica delle situazioni lo porta a partecipare a un atto che
poi non riuscirà più a perdonare a se stesso. A due mesi di distanza, vinto dal
senso di colpa e guidato da un processo di maturazione, decide di tornare alla
casa delle vacanze per confrontarsi con l'unica persona che lo può giudicare e,
eventualmente, perdonare.
Un
pomeriggio di agosto, verso la metà degli anni Novanta. Nel silenzio immobile
della controra, una voce chiede aiuto. Una volta, due volte, dieci volte il
grido risuona nell’androne ombroso di una elegante palazzina di Posillipo. Poi
il silenzio, di nuovo, avvolge la strada. Nessuna porta si è aperta, nessuno
degli inquilini ha risposto all’appello della ragazza. In quell’androne la
troverà, morta, un giovane poliziotto, uno che viene da un posto che sembra
appartenere a un altro mondo, nella periferia orientale della città. È la prima
volta che vede un cadavere – e quella ragazza potrebbe avere la sua età. Nel
vuoto sospeso di una Napoli dove chi può permetterselo è partito per le vacanze,
e chi non può aspetta Ferragosto per andare a passare una giornata a Ischia o a
Procida, il giovane poliziotto si intestardisce a chiedersi chi era quella sua
coetanea che sembrava così normale, chi ha potuto ammazzarla, e perché.
Interrogherà i vicini, rintraccerà gli uomini che l’hanno amata. Scoprire la
verità (tanto imprevedibile quanto inquietante) lo indurrà a guardare con meno
candore, e a giudicare con meno benevolenza, quella parte della città i cui
abitanti, pur non essendo né camorristi né spacciatori né tossici – ma liberi
professionisti, intellettuali, «gente perbene», insomma –, hanno anch’essi i
loro ignobili segreti, le loro viltà nascoste. Non solo: strappandolo al suo
angusto orizzonte di indifferenza e di egoismo, gli farà capire che all’indifferenza
e all’egoismo, così come alla paura, ci si può anche ribellare.
Le ombre di
Montelupo di Valerio
Varesi
Il
commissario Soneri è in ferie a Montelupo, un paese dell'Appennino che ruota
intorno al salumificio della famiglia Rodolfi. Il patriarca
è
l'anziano Palmiro, cinico e rozzo ma abile negli
affari, mentre il figlio si è voluto staccare dalla terra per dedicarsi alla
finanza e all'imprenditoria. Da un giorno all'altro il clan viene travolto da
uno scandalo finanziario che coinvolge l'intera comunità e Palmiro,
misteriosamente scomparso, ricompare nella notte per poi impiccarsi il mattino
seguente. Dopo qualche tempo anche il figlio viene trovato cadavere. Ormai la
faccenda si è ingigantita e l'inchiesta è destinata a mettere in luce un mondo
dominato dall'avidità e dalla corruzione.
Agosto è il mese più crudele di Daniele Nepi
Dieci
giorni di vacanza in Alto Adige, nel mese di agosto, si trasformano in
tragedia. Durante una gita in montagna, turbata da un terribile temporale,
qualcuno realizza un'innata e mostruosa voglia di uccidere, una voglia che è
cresciuta nel segreto della sua coscienza, e commette
il primo di una serie di omicidi.
Niente vacanze per l'ispettore Morse di Colin Dexter
Vagabondando
per le strade di Oxford nel suo primo giorno di ferie l’ispettore Morse capita
in una chiesa antica in cui aleggia il ricordo di un mistero irrisolto. Il
sagrestano di St Frideswide è stato assassinato alcuni mesi prima con una
coltellata durante una funzione religiosa e il vicario della chiesa si è ucciso
dopo qualche tempo buttandosi dalla torre del campanile. Morse rinuncia alle
vacanze e si butta a capofitto in un caso difficile. Intorno alla chiesa di St
Frideswide, dall’alto del suo campanile gotico, a Oxford North, si vede
scorrere la vita di quel pezzo di provincia inglese. Il reverendo Lawson è
tiepido nella fede come lo è in tutto, tranne che nella raccolta delle offerte;
la piacente Brenda Josephs sfoga la sua inquietudine con
l’organista
Paul Morris distratto dall’erotismo delle sue giovani allieve; il marito di
Brenda, Harry Josephs, sagrestano, non trova pace negli umilianti, per lui ex
ufficiale, lavoretti che trova da disoccupato ; uno strano barbone entra ed
esce dalla canonica; qualche vecchia beghina sa qualcosa; una donna formosa
attrae l’attenzione, forse volontariamente. In questo clima sensuale e ipocrita
qualcuno di loro è un assassino, qualcuno di loro sarà una vittima: e i delitti
avvengono
in un trascinamento impercettibile delle azioni umane, quasi che fosse l’ambiente
a contenere un magnetismo che muove i protagonisti. La speciale chiave della
suspense dello scrittore Colin Dexter, ultimo e più innovatore rappresentante
del giallo classico inglese, è infatti nella capacità di far derivare lo
strappo della violenza omicida dalla ordinari età delle circostanze: una trama
minuziosa costruita particolare dietro particolare già a partire dal
soffermarsi dell’occhio narrativo sugli oggetti che designano i luoghi;
personaggi non simpatici, tutti abbastanza gretti ma nessuno totalmente privo
di bontà e buoni sentimenti; un sussiego scostante da città universitaria di
livello prestigioso, quale Oxford. In questo formicaio di piccoli individui che
si illudono di poter essere in qualche modo, anche attraverso il delitto,
fattori della propria sorte, cerca di trovare la via maestra alla verità l’ispettore
Morse della Thames Valley Police che sbaglia spesso e volentieri, che fa il
sarcastico con il suo mite aiutante, il sergente Lewis, che si lascia
coinvolgere non resistendo a un boccale o alla vista di una donna ed è tanto
solo da non sapere che farsene delle vacanze. Però ha la dote decisiva:
intuisce l’ambiente. Un talento del tutto necessario per delitti così
scollegati e inspiegabili, che nemmeno un movente si staglia all’orizzonte.
19
Il gran
giorno delle vacanze è arrivato per la famiglia Destrooper! Si va verso il mare
del Nord, dove piove all'incirca tre giorni su quattro, quando va bene. Il
padre, Alfonse, detto Fonske, camicia a fiori e bermuda kaki, è alla guida della sua amata auto, personalizzata a
regola d'arte: volante in pelle di zebra, cerchi in lega dorata, coprisedili
leopardati e impianto stereo da sfondare i timpani. Accanto a lui Josette, la
moglie, con un immenso cappello di paglia sulla testa, una specie di abat-jour
schiacciato sui capelli. Dietro i due figli: Steven, il primogenito, con
indosso un giubbetto impermeabile, dei pantaloncini consumati e un casco sulla
testa che non abbandona mai anche se non ha il motorino; e Lourdes, una
ragazzina con auricolari impreziositi da fiocchetti rosa che deve il suo nome
alla figlia di Madonna, scoperta da Josette su Voici, il suo settimanale preferito.
Ancora più indietro, in una roulotte Wa-Wa, divenuta ormai un pezzo da
collezione, la nonna. Con queste premesse, che la vacanza dei Destrooper prenda
una brutta piega è solo questione di tempo. Anzi di pochi minuti: appena
partiti, dal finestrino aperto un motociclista scippa la borsa di Josette, con
tutto il denaro per le ferie. E a causa di un sobbalzo sulla strada la roulotte
con la vecchietta si sgancia senza che nessuno se ne accorga. Cosi comincia
l'odissea dei Destrooper, in cui omicidi, tradimenti, alberghi allagati e
occultamenti di cadaveri, approntano
una vacanza davvero indimenticabile.
La signora in giallo : delitto à la carte
di Jessica Fletcher & Donald Bain
Jessica
Fletcher ha finalmente deciso la meta delle sue vacanze. La bucolica e
idilliaca Provenza è il luogo ideale per respirare atmosfere incantate, farsi
ammaliare dall'affascinante accento e divertirsi seguendo i corsi dello stimato
chef Emil Bertrand. Tutto si interrompe bruscamente quando il celebre cuoco
viene trovato morto. E come se non bastasse, la probabile arma del delitto
viene rinvenuta nella casa dove è ospite la scrittrice, cosa che getta un'ombra
di sospetto su di lei e sulla sua nuova amica Mallory, una ragazza americana in
viaggio per l'Europa.
Era tutta un'altra storia di Hakan Nesser
Estate
2002, Bretagna: sei turisti svedesi si incontrano per caso e trascorrono in
compagnia alcuni giorni di vacanza. Sono due coppie e due single che hanno poco
in comune, a parte il fatto di essere connazionali in ferie in un paese
straniero: insieme fanno lunghe nuotate in mare, cene a base di vino e
crostacei, organizzano gite e flirtano un po' oltre il consentito... Di quei
giorni rimangono una manciata di fotografie, un ritratto di gruppo, un
acquerello e un diario anonimo che racconta quei momenti di divertimento e
allegria, ma non solo. Estate 2007: cinque anni dopo una mano sconosciuta
inizia a uccidere i protagonisti di quella vacanza. Prima però avvisa con una
lettera l'ispettore Gunnar Barbarotti di Kymlinge. La strana relazione tra il
delinquente e l'ispettore della polizia giudiziaria crea a quest'ultimo non
pochi problemi, sia a livello professionale che personale. Il caso si fa ben
presto inquietante e porta il burbero poliziotto alla ribalta della cronaca
giornalistica: gli omicidi si susseguono (così come le lettere) senza che le
forze dell'ordine riescano a fare niente, nonostante l'intervento di un esperto
profiler. Perché queste persone vengono uccise? Esiste un legame tra loro e
l'assassino? E se sì, quale? Nessuno sembra trovare risposte davvero
risolutive...
Summer of Sam, regia di Spike Lee (DVD)
Una riflessione a tutto tondo sul concetto di violenza
e di
emarginazione socio-culturale (mascherata con grande
talento da thriller-movie), che non può lasciare indifferenti.
L'estate
di Sam resta indimenticabile nei ricordi di Spike Lee, anche perché fu allora,
nel torrido agosto del 1977, che decise di diventare regista. New York
ribolliva, e non solo per l'alta temperatura, per la disco music, per il punk e
per il grande black out, ma anche per il primo "serial killer
mediatico", Sam alias David Berkowitz. Per cercarlo la polizia chiede
l'aiuto ad alcuni mafiosi del quartiere, guidati da Luigi, che iniziano le
ricerche, trasformandole presto in una vera e propria caccia alle streghe. Il
loro principale sospetto è Ritchie, un punk che lavora in un locale gay di
Manhattan. Il suo migliore amico è Vinny, sposato con Dionna, assiduo
frequentatore di discoteche e adultero. Sarà proprio Vinny a consegnare Ritchie
ai mafiosi, che iniziano a picchiarlo proprio quando la polizia ha appena
arrestato casualmente il vero serial killer.
Figli dei fiori, figli di satana :
racconti e visioni dell'estate del 1969 di Ezio Guaitamacchi
Quattro
eventi sconvolgono l'estate del 1969, l'anno più caldo di quel decennio
memorabile: la misteriosa morte di Brian Jones (fondatore dei Rolling Stones),
il debutto sugli schermi americani di Easy Rider, le stragi compiute da Charles
Manson e dalla sua comune hippie, il Festival di Woodstock. In soli 45 giorni
(dal 3 luglio al 18 agosto) la controcultura giovanile vive in modo
appassionato il culto dell'amore e sperimenta con disperazione quello del
terrore, capace di trasformare i colorati figli dei fiori in sanguinari figli
di Satana. Oggi l'eredità di quella stagione è viva più che mai: non solo
perché scandita dalla miglior musica della storia, ma anche perché i riflessi
socio-politici, artistici e culturali che l'hanno definita sono tuttora di
stretta attualità.
La scienza sotto l'ombrellone di Andrea Gentile
Dai trucchi
per costruire un castello di sabbia perfetto ai cambiamenti del nostro corpo in
immersione, dalla mappa dei migliori posti per fare surf fino alla composizione
del nero di seppia, Andrea Gentile ci regala uno sguardo inedito e divertente
sulla vita da spiaggia. Fisica, chimica, biologia e scienze ambientali
diventano lo strumento per spiegare cosa succede in riva al mare e nelle
profondità degli oceani. Tante curiosità sorprendenti e altrettanti miti da
sfatare: sott'acqua, per esempio, vediamo meglio da lontano che da vicino, e
non è vero che si possono mangiare solo le femmine dei ricci di mare. Ancora: paradossalmente
bere l'acqua salata ci disidrata. Un libro scritto con un linguaggio alla
portata di tutti e dedicato a chi si chiede sempre il perché delle cose.
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