sabato 24 giugno 2017

ESTATE giugno 2017
Consigli di lettura







Villeggiatura e vacanze nel cinema italiano, 1949-2011, a cura di Antonio Maraldi



Catalogo della mostra tenuta a Castiglioncello nel 2012.

Un volume che, attraverso la presentazione di foto di set e di scena, diverse delle quali inedite e provenienti da importanti archivi pubblici e privati, vuol rendere conto di come il cinema italiano abbia raccontato le vacanze, da occasione destinata a pochi privilegiati a momento di spensieratezza di massa. La vacanza come specchio del paese e dei suoi cambiamenti verificatisi nel corso dei decenni. Sei le sezioni in cui è divisa l'esposizione, una scansione che non è solo temporale, ma che raccoglie nei vari capitoli film accomunati da motivi narrativi e non.





Storia delle vacanze di Orvar Lofgren




Quando si parla di vacanze, alcuni le intendono come un'opportunità per "vedere il mondo", altri come un'occasione per "evadere da tutto". Sono queste le due fondamentali filosofie di viaggio illustrate da Oscar Lofgren nella sua esplorazione dei "luoghi dell'altrove" nello scenario della storia umana. L'autore inizia il suo viaggio culturale soffermandosi sulle esperienze di alcuni pionieri del settore nel XVIII secolo per passare poi in rassegna il mondo occidentale delle vacanze e mostrare come due secoli di storia del turismo abbiano influenzato il nostro modo di vivere le ferie.





La lunga strada di sabbia di Pier Paolo Pasolini ; fotografie Philippe Séclier


Questa nuova edizione di La lunga strada di sabbia restituisce al lettore la possibilità di sfogliare il reportage che Pasolini realizzò nell’estate del 1959 come inviato speciale della rivista «Successo», quando lo scrittore percorse tutta la costa italiana da Nord a Sud, al volante di un Fiat Millecento. «Successo» pubblicò alcuni estratti del lungo lavoro di Pasolini dalle spiagge della nostra penisola in tre numeri speciali, accompagnandolo con le foto che al tempo realizzò Paolo di Paolo. I testi sono stati riportati integralmente per la prima volta in questo libro che si distingue anche per la riproduzione del dattiloscritto autentico, e per le immagini che il fotografo francese Philippe Séclier ha realizzato a quaranta anni di distanza. Séclier ha ripercorso la stessa “lunga linea di sabbia” narrata dal grande autore italiano, ritrovando tracce, immagini e memoria del grande scrittore e del suo memorabile ritratto dell’Italia. La lunga strada di sabbia è uno dei primi reportage che si è concentrato sul concetto di vacanza in un’Italia, quella del 1959, che ormai si era lasciata alle spalle il dopoguerra e cominciava ad assaporare il gusto del boom economico, dove la “vacanza al mare” era diventata per la prima volta un fenomeno di massa. Nel suo lungo viaggio Pasolini conosce e racconta gli italiani sorpresi sulle spiagge della Versilia, come in quelle dell’Adriatico o della Sicilia. Un documento unico per tornare a conoscere, a quasi quarant’anni dalla sua morte, l’arte di un grande scrittore e intellettuale e riscoprire il forte legame che lo univa al nostro paese.




Un'estate con Proust

"Un'estate con Proust" raccoglie le voci di otto lettori d'eccezione: Antoine Compagnon, Raphael Enthoven, Michel Erman, Adrien Goetz, Nicolas Grimaldi, Julia Kristeva, Jerome Prieur, Jean-Yves Tadié. Sono romanzieri, biografi, professori universitari. Tutti hanno dedicato parte della vita allo studio di Proust. L'estate scorsa - ai microfoni di "France Inter" - hanno parlato della "loro" Recherche, attraverso un tema che stava loro a cuore e una pagina che li aveva colpiti. Oggi scrivono l'ammirazione che nutrono per questo capolavoro e riflettono sugli interrogativi che esso sottende. Come trattenere il tempo che passa? Perché amare fa soffrire? Si può davvero conoscere una persona? In questo libro ci consegnano le loro risposte e - per il tempo di una bella estate e di una grande traversata - ci invitano ad aprire gli occhi e a lasciarci cullare dalla fantasticheria proustiana.



Il nespolo di Luigi Pintor



“Giano ha cento anni e ha deciso di sedersi sotto un nespolo a contare i giorni senza più cedere alle tentazioni mondane. Gli sembra una decisione assennata e adeguata alle circostanze. Non farà nulla e lascerà vagare i suoi pensieri come nuvole oltre il fogliame. L'estate è una stagione che favorisce questa disposizione d'animo. I castagni e i faggi delle colline sono più ombrosi di un nespolo...”

Questo libro può essere letto come un diario o come un delirio, una narrazione dove si confondono realtà e immaginazione, passato e presente, eventi gravi e futili. Si direbbe che l'autore abbia voluto concludere il discorso dei sui scritti precedenti esaurendo in una specie di trilogia un'esperienza di vita.


Nulla di più bello sotto il sole che stare sotto il

sole…

Nulla di più bello che guardare il bastone

nell’acqua

e l’uccello nel cielo

ponderare il suo volo, e in basso i pesci nel

banco


I pensieri oziosi di un ozioso : libro per un'oziosa vacanza di Jerome Klapka Jerome



Dedicato alla sua inseparabile compagnia di ozi, la pipa, "Pensieri oziosi di un ozioso" è una raccolta di quattordici brevi saggi, articoli e pensieri sparsi, in cui l'umorismo e la satira proverbiali di Jerome affrontano i temi più variegati e diversi: la vanità, la pigrizia, l'amore, i soldi e così via, sempre colti da una visuale ironica e dissacrante capace di sintetizzare, divertendo e intrattenendo il lettore, i grandi vizi e le piccole virtù della moderna borghesia europea. Quattordici saggi satirici grazie a cui Jerome mostra tutto il suo talento arguto, vivace e intelligente, riuscendo a dar vita a un vero classico del genere satirico e umoristico, distante dalla battuta facile e triviale, ma piuttosto frutto dell'osservazione delle situazioni paradossali e divertenti che si danno spontaneamente nel vissuto quotidiano. Dall'amore alla malinconia passando per cani, gatti, appartamenti, vanità, pigrizia, timidezza e soldi, tutti temi trattati con leggerezza e profondità, riuscendo a far sorridere e a far riflettere allo stesso tempo. 


Concerto di una sera d'estate senza poeta di Klaus Modick



Nel 1895 Heinrich Vogeler, giovane artista tedesco di belle speranze, compra una villetta a Worpswede nel nord della Germania, intenzionato a farne la sua personale dimora e un centro di ritrovo per artisti a lui affini. Vogeler battezza la casa Barkenhoff, la villetta delle betulle, dopo aver piantato nel giardino antistante l'edificio numerose betulle. Nel giro di qualche anno Barkenhoff diviene uno dei centri artistici più vitali e noti in Germania, il luogo dove vive e crea un'originale colonia di artisti bohémien che ha al suo centro Heinrich Vogeler e Rainer Maria Rilke, il giovane poeta il cui talento è già noto nei maggiori salotti letterari europei. Ospite della casa, dei concerti e delle feste che vi si svolgono, è spesso anche Thomas Mann. Nel 1905 Heinrich Vogeler è al culmine del successo e della fama. In giugno riceve uno dei maggiori premi artistici tedeschi per un quadro che gli ha richiesto cinque anni di lavoro, intitolato Il concerto o sera d'estate a Barkenhoff. Celebrata come un capolavoro, l'opera è in realtà, per Vogeler, il risultato di una triplice disfatta: la disfatta del suo matrimonio con Martha, della sua consapevolezza d'artista, della sua amicizia con Rainer Maria Rilke. I componenti del cenacolo sono dipinti nel giardino del Barkenhoff intorno alla figura assente del poeta Rilke, cancellata da Vogeler in un impeto di stizza. La mestizia dei loro volti insistentemente ritoccati, la fissità dei loro sguardi dolenti sembrano alludere, pur nel loro mutismo, a un fallimento comune. Così, il personaggio certamente più a suo agio nello spazio claustrofobico della tela è il levriero Karla, ritratta in primo piano sulla scalinata ai piedi della padrona Martha.
Durante il viaggio per ritirare il premio, Vogeler ricorda l'intera vicenda: la nascita di Barkenhoff, la magia del primo incontro con Rilke a Firenze, le figure di Paula e Clara, le donne cui Rilke era legato in uno scandaloso triangolo.





Badenheim 1939 di Aharon Appelfeld



È   la primavera del 1939 e, come ogni anno, la località di villeggiatura di Badenheim, in Austria, si affolla di villeggianti. Ma questa non sarà una vacanza come tutte le altre. Quando, per ordine delle autorità, agli ebrei viene imposto di registrarsi presso un misterioso Dipartimento sanitario dotato di poteri allargati, molti si risentono del fastidio, alcuni protestano, ma nessuno riconosce appieno la minaccia. Certo, un terribile cambiamento è nell’aria, e un senso di catastrofe imminente assedia Badenheim, circondata da una foresta che si fa sempre più cupa e paurosa. Ma finché il pericolo resta senza un nome e il nemico senza un volto è ancora possibile dar retta alle parole consolatorie dell’impresario Pappenheim che, animato da un infausto senso materno, si fa in quattro per rassicurare e illudere se stesso e i suoi compagni di sventura. Alla fine la piccola comunità forzata si avvierà docilmente verso la stazione, in compagnia di un rabbino sulla sedia a rotelle, guida spirituale che ormai non potrà più condurre i suoi alla salvezza. E nessuno, neanche davanti ai treni diretti verso la Polonia, sembra comprendere a fondo la misura dell’abisso che sta per spalancarsi.





L'estate dell'amicizia di Volker Weidermann

«Aspettano di poter rientrare in patria e ogni giorno si arrovellano su come far cambiare rapidamente direzione a questo mondo per poter rimettere piede nel loro paese di origine e poi, chissà, un giorno, fare ritorno qui, su questa spiaggia di villeggiatura, da ospiti. Adesso sono persone in fuga attorniate da un mondo in vacanza».



È   un’Europa al bivio quella che si ritrova ad Ostenda, la località balneare belga sul Mare del Nord, nell’estate del 1936. C’è chi corre ancora spensierato sull’orlo dell’abisso che sta per inghiottire il mondo e chi è già in fuga. Chi osserva la linea incerta della costa dalle terrazze delle bianche magioni aristocratiche e chi condivide con marinai e bevitori di lungo corso la penombra dei bar che aprono fin dal mattino. Ostenda è un «porto delle nebbie», come il resto delle Fiandre «malate» che canterà poi Jacques Brel, dove le armate naziste penetreranno in seguito senza trovare quasi alcuna resistenza, ma è anche lo scenario per l’ultimo sprazzo di sole prima della tempesta, per un ultimo istante all’insegna della felicità e dell’amore prima che la guerra e la morte abbiano ragione di ogni cosa.

L’estate dell’amicizia di Volker Weidermann fotografa tutto questo attraverso l’amicizia tra Stefan Zweig e Joseph Roth e il gruppo di intellettuali, artisti, viveur – dagli scrittori Arthur Koestler e Hermann Kesten al predicatore Egon Erwin Kisch, fino alla «regina dello champagne» Irmgard Keun – che si riuniranno intorno a loro per quell’ultima indimenticabile stagione. Se il viennese Zweig e l’ebreo galiziano Roth celebrano con il loro fortissimo legame, spirituale ed umano ancor prima che intellettuale, una sorta di paradossale


resistenza della Mitteleuropa «meticcia» all’emergere del nuovo imperialismo nazista «del sangue e del suolo», la comunità di «dileggiatori, combattenti, cinici, amanti, sportivi, bevitori, oratori e narratori» che si ritrova accanto ai due, fa di Ostenda una capitale dell’esilio: vi si rifugiano tutti coloro per cui non c’è più posto in Europa. Già responsabile della pagine culturali della Frankfurter Allgemeine Zeitung, passato di recente allo Spiegel, autore di saggi e racconti, Weidermann … sembra nutrire una forte nostalgia per quelle linee di faglia della storia in cui la letteratura tentava ancora di offrire una risposta all’incombente crisi dell’Europa.




Ballata per un' estate calda di Athos Bigongiali


Fa caldo nell'estate del '57 a Marina di Pisa: da due mesi non piove e l'aria è gravida di tensione. Fa caldo, tanto che un giorno i campi attorno al Cantiere bruciano e l'incendio anticipa il licenziamento brutale e senza appello di quell'''aristocrazia operaia'' che i nuovi metodi di produzione e di comando padronale stanno spazzando via. Nell'attesa della pioggia, dell'amore, dello scontro, della fuga, si dipana questa ballata popolare e fiera, fantasiosa nei toni della fiaba, ma radicata nella realtà dura degli anni Cinquanta. Un romanzo raffinato nella ricostruzione d'una storia corale e delicato nel lasciare a un ragazzino il compito di salvare la memoria di un'estate, di un'epoca, di una sconfitta.




Diario d'Irlanda di Einrich Boll




“Su quest’isola abita l’unico popolo d’Europa che non ha mai intrapreso guerre di conquista: fu invece conquistato, dai Danesi, dai Normanni, dagli Inglesi; inviò per il mondo soltanto preti, monaci, missionari che, dall’Irlanda portarono in Europa lo spirito ascetico della Tebaide.”

Intorno alla metà degli anni cinquanta Heinrich Böll, premio Nobel per la letteratura nel 1972, insieme alla sua famiglia intraprese una vacanza in Irlanda e questo libro raccoglie la sua esperienza.

Negli anni difficili di ricostruzione e di ripresa economica post guerra, lo scrittore aveva raggiunto la notorietà nel suo Paese e per il suo impegno civile e politico (non solo di oppositore al nazismo) era considerato la vera coscienza della Germania. La Germania voleva lasciarsi alla spalle, in fretta, le macerie della guerra e attuava riforme, come quella monetaria, che avrebbero dovuto dispensare ricchezza e far rientrare la nazione nell’Alleanza atlantica. Heinrich Böll, in aperto contrasto con le politiche post guerra, non accettava che il popolo tedesco fosse stato dapprima partecipe agli anni più bui e spaventosi e che ora ambisse a trasformare il Paese in una nazione opulenta e consumista. Deluso e amareggiato decise, a quel punto, di recarsi nell’isola degli amati: Jonathan Switf, delle cui satire era appassionato lettore, e del mistico William ButlerYeats.


Pubblicato per la prima volta nel 1957 e definito dalla critica d'allora "un'utopia", questo libro può essere visto oggi piuttosto come una bella favola arcaica. In una serie di brevi pezzi - ciascuno poco più di un flash - l'autore presenta, con estremo realismo, la verde Irlanda come un paese dove il dolce si mescola all'amaro, la preghiera alla maledizione, un luogo dove la poesia si incontra anche nell'angolo della strada. In queste pagine Heinrich Boll ci ha dato forse - scrive Italo A. Chiusano nell'Introduzione - "la sua unica incantevole 'pastorale': un pezzo di letteratura (ma vorrei dire quasi di musica) che sa veramente di vacanza, di respiro ossigenante, di sogno o di favola. (...) Dopo che avremo letto questo 'Diario' per noi quel paese sarà verde nel modo in cui lo ha visto e goduto Boll." Un libro sull'Irlanda fuori da ogni schema tradizionale: non il semplice resoconto di un viaggio, ma una testimonianza umana e piena di poesia.


Il colosso di Marussi di Henry Miller



Mentre la guerra si avvicina, Henry Miller si gode l’occasione di fare un viaggio in Grecia, la prima vera vacanza da vent’anni e forse l’ultima almeno per un lungo tempo. Si imbarca da Marsiglia alla volta del Pireo per raggiungere l’amico Lawrence Durrell che si trova a Corfù. Inizia così un’avventura alla scoperta di un mondo stupefacente, mitico, unico, dove gli si rivelano bellezza e miseria di un paese che è ancora un sacro recinto, con ritmi, tempi, riti tutti suoi. Di tappa in tappa, lo scrittore incontra gente diversa e di differenti nazionalità, fa conoscenza con un’umanità cangiante, e si confronta con tanti greci anche illustri. Ma soprattutto lo conquista la compagnia di Ghiorghios Katsìmbalis, un uomo dal fisico taurino, ma agile come un leopardo e timido come una colomba, rude e insieme delicato, che lo affascina fin dal loro primo incontro ad Atene. Sarà proprio Katsìmbalis, il colosso proveniente da Marussi, con i suoi discorsi dal fascino misterioso ad aiutare Miller a capire la natura e il carattere del greco, antico e moderno. Il tutto sullo sfondo di un paesaggio intriso di profumi, di spezie, di colori e di luce tipicamente ed eternamente greci.


“A chi pensa che la Grecia oggi sia un paese senza importanza voglio dire che non potrebbe commettere errore più grande. Oggi come un tempo la Grecia è della massima importanza per chiunque cerchi di trovare se stesso. La mia non è un’ esperienza isolata. E forse dovrei aggiungere che nessuno ha tanto bisogno di ciò che la Grecia ha da offrire quanto gli americani. La Grecia non solo è l’antitesi dell’ America, ma soprattutto è la soluzione dei mali che l’affliggono. Può sembrare poco importante economicamente, ma spiritualmente la Grecia è ancora la madre delle nazioni, la sorgente della saggezza e dell’ispirazione.”                  H. Miller







  Caramelo, o Puro cuento di Sandra Cisneros

In viaggio con la famiglia Reyes come ogni estate, in una macchina piena di bambini, risate e litigi, da Chicago a Città del Messico. Come sempre Lala ascolta le storie della sua famiglia separando, di volta in volta, la verità dalle sane bugie che gli adulti si tramandano di generazione in generazione. Come fili che formano un caramelo, il prezioso scialle messicano, queste storie, o leggende, si svolgono e si riavvolgono attraverso lo sguardo vivace e curioso della piccola Lala. Il lettore sarà trascinato dalla prosa poliedrica e originale dell'autrice nella turbolenta Città del Messico degli inizi del '900, nelle strade piene di musica della Chicago dei folli anni '20 sino all'adolescenza di Lala nella terra, non promessa, di San Antonio in Texas.



In cerca di Transwonderland : il mio viaggio in Nigeria di Noo Saro-Wiwa



Da bambina le vacanze in Nigeria erano l’incubo di Noo: estati fatte di caldo e zanzare, senza elettricità né acqua corrente. Per lei e i suoi fratelli, abituati alla frescura del Surrey – un paradiso traboccante di Twix, cartoni animati e alberi rigogliosi –, il villaggio d’origine era una sorta di «gulag tropicale». Poi nel 1995 suo padre, l’attivista Ken Saro-Wiwa, viene assassinato e tutto finisce. Niente più vacanze, niente più estati torride, un esilio volontario che dura molti anni, finché Noo decide di tornare per scrivere una guida sui generis. Prima tappa Lagos: traffico, bancarelle, okada che schizzano a velocità assassina, minibus stracolmi assediati da predicatori e venditori. E ancora l’asettica Abuja e l’arido Nord musulmano, i bronzi dell’antico Impero del Benin, le splendide statuette di Nok, i monoliti di Ikom e il parco dei divertimenti Transwonderland, con le sue giostre fatiscenti, specchio della decadenza di un paese minato dalla corruzione e dai conflitti interni. Nel corso del viaggio l’autrice si infuria, si rammarica, con sguardo occidentale critica e disapprova, ma la Nigeria è pur sempre la sua terra e i nigeriani il suo popolo. È il momento di riconciliarsi con loro e con il ricordo del padre.






La signorina Else di Arthur Schnitzler


Nell’opera di Schnitzler, La signorina Else è un’aria mirabile, che continua a suonare nell’orecchio di chi l’ha sentita anche una sola volta. Fin dalle prime battute, e poi sempre più trascinati sino alla fine, avvertiamo il battito tumultuante del sangue e delle parole che circolano nella testa di Else, l’adolescente «altera», vivida e appassionata. Incombe su di lei, sulle sue nervose vacanze alpine, una catastrofe familiare. E la madre stessa, con il tono mellifluo e patetico che si conviene alla stregoneria familiare, la invita a vendersi per salvare la famiglia. Tutto il testo di Schnitzler

è    nella reazione di Else a questa richiesta, vissuta prima come premonizione, quando la lettera della madre non è ancora aperta, e poi come sfida, una sfida mortale. Mai forse un altro narratore moderno era riuscito a fondere il monologo interiore, la fantasticheria, l’azione e il dialogo (e perfino la musica, nella scena culminante) in una simile intimità, dove ogni elemento è il fremente rovescio dell’altro. Non meno di Molly Bloom, Else si offre a noi dall’interno nelle sue minime oscillazioni psichiche, che qui affiorano con quella velocità mentale che la prosa quasi mai riesce a catturare. Ma – e questo è il più azzardato, il più felice artificio di Schnitzler – al tempo stesso la contempliamo dall’esterno e la sua presenza si impone a noi come quella di un’antica eroina.




Morte di mezza estate e altri racconti di Yukio Mishima




Spiaggia di A., estremità meridionale della penisola di Izu. Tomoko sta schiacciando tranquilla il suo sonnellino pomeridiano nella camera dell’albergo che ha scelto per una breve vacanza. I suoi tre figli Kiyoo, Katsuo e Keiko giocano in riva al mare assistiti dalla cognata Yasue. Nessuno di loro può immaginare la tragedia che sta per abbattersi sull’intera famiglia...

Inquietanti, crude, le storie portate in scena da Mishima angosciano per le atmosfere cupe che si respirano e per le ossessioni ricorrenti – prima fra tutte quella della morte, ma anche l'amore per le tradizioni giapponesi e l’esasperazione del culto della bellezza e della perfezione del corpo – che scandiscono i ritmi della narrazione. Lo stile è impeccabile, ricercato e il rischio di perdersi nei meandri della psiche di alcuni personaggi o nelle infinite descrizioni c'è. Eppure la sensazione di leggere qualcosa di sublime, qualcosa di inafferrabile, fa superare ogni difficoltà iniziale fino ad illuderti di riuscire a comprendere quello che è stato senza dubbio un genio. Tra i racconti profetico Patriottismo, che anticipa letterariamente il suicidio rituale che Mishima compì il 25 novembre 1970, e testimonia quanto l’autore abbia pianificato per anni la propria fine.



Mio due, mio doppio : storia di W. H. Auden e Chester Kallman di Thekla Clark

Nel giugno del 1951 una giovane americana sbarca a Ischia per una lunga vacanza. Vista

con  gli occhi di  oggi, l’isola aveva  allora qualcosa di paradisiaco, soprattutto nella sua

zona meno frequentata, intorno a Forio. Là, ogni estate, tornavano W.H. Auden e il suo

compagno Chester Kallman (e altri, come Ingeborg Bachmann o Hans Werner Henze,

avrebbero seguito il loro esempio), con i quali la nuova ospite stringe un’amicizia che si

rinsalderà negli anni. La vita era fervida e informale, adatta a Auden, primo nemico di

ogni affettazione. Ciò  che qui  veniamo  a sapere di lui è prezioso: non solo le frasi e le

conversazioni memorabili, ma qualcosa di più difficile da catturare – un certo stile di vita,

un certo tocco nei sentimenti, un certo modo di trattare con le persone. E insieme, in un

preciso     contrappunto,      intravediamo     il complicato rapporto con Chester, poeta ma

non eccelso poeta, devoto ma capriccioso, amato sempre fuggente. Di rado l’immagine

di un grande scrittore nella vita di ogni giorno ci è stata restituita con tanta perspicuità e


affettuosa intelligenza.





[…]  Quel turbine di vento notturno mi aveva, come succede, inaspettatamente riportato sotto la pelle e le narici una gioia remota, uno di quei nudi ricordi segreti come il nostro corpo, che gli sono si direbbe connaturati fin dall’infanzia. La spiaggia dove sono nato si popolava nell’estate di bagnanti e cuoceva sotto il sole. Erano tre, quattro mesi di una vita sempre inaspettata e diversa, agitata, scabrosa, come un viaggio o un trasloco. Le casette e le viuzze formicolavano di ragazzi, di famiglie, di donne seminude al punto che non mi parevano donne e si chiamavano le bagnanti. I ragazzi invece avevano dei nomi come il mio. Facevo amicizia e li portavo in barca, o scappavo con loro nelle vigne. I ragazzi delle bagnanti volevano stare alla marina dal mattino alla sera: faticavo per condurli a giocare dietro i muriccioli, sui poggi, su per la montagna. Tra la montagna e il paese c’erano molte ville e giardini, e nei temporali di fine stagione le burrasche s’impregnavano di sentori vegetali e torridi che sapevano di fiori spiaccicati sui sassi. __Ora, Clara lo sa che le folate notturne mi ricordano quei giorni. E mi ammira – o mi ammirava – tanto, che sorride e tace quando vede questo ricordo sorprendermi. Se gliene parlo e faccio parte, quasi mi salta al collo. È per questo che non sa che quella notte mi accorsi di detestarla [….]

Da Feria d'agosto di Cesare Pavese







Addio, Columbus e cinque racconti di Philip Roth

Pubblicato per la prima volta nel 1959, Goodbye, Columbus è la storia di Neil Klugman e della bella e determinata Brenda Patimkin. Lui vive in un quartiere povero di Newark, lei nel lussuoso sobborgo di Short Hills, e si incontrano durante una vacanza estiva, tuffandosi in una relazione che ha a che fare tanto con l'amore quanto con la differenza sociale e il sospetto. Questo romanzo breve è accompagnato da cinque racconti, il cui tono va dall'iconoclasta al sorprendentemente tenero.



Ritorno a Delfi di Ioanna Karistiani

“Ritorno a Delfi” è sicuramente il miglior romanzo di Ioanna Karistiani, sia per la tensione narrativa che per la densità stilistica. Protagonisti di “Ritorno a Delfi” sono la cinquantaduenne Vivì Choleva e il figlio Linos, trentenne, condannato all’ergastolo per l’omicidio di una ragazza e per lo stupro di molte altre. Approfittando di una licenza premio di cinque giorni che il tribunale ha accordato al giovane, Vivì decide di concedere a se stessa e al figlio una breve vacanza nella zona archeologica di Delfi, l’ombelico del mondo antico, nella speranza di recuperare il rapporto con Linos, nel contempo vittima e carnefice, e di rivelargli che dieci anni prima è stata proprio lei a denunciarlo alla polizia e a farlo incarcerare. Nel corso della narrazione si vengono a scoprire tutti i dettagli relativi all’infanzia e all’adolescenza di Linos, al disadattamento del ragazzo, alla storia personale di Vivì, al modo in cui quest’ultima scopre che il figlio è uno stupratore seriale e un assassino, fino all’elegiaca conclusione, altamente simbolica.






Quando la moglie è in vacanza : commedia romantica in tre atti di George Axelrod

Una afosa serata d'estate, un elegante



appartamento newyorkese. Richard Sherman, trentottenne dirigente editoriale, è solo; moglie e figlio sono in vacanza , la casa è   deserta e silenziosa, immersa in una "pace infernale". Non gli resta che sistemarsi in una sdraio sul terrazzo ad ascoltare la radiocronaca di un incontro di baseball e conversare con i suoi fantasmi. Ma la caduta accidentale di un vaso di pomodori dal balcone soprastante gli fa cambiare prospettiva: dopo sette anni di matrimonio, è ora di nuovi stimoli, nuova linfa, nuove tentazioni... E allora perché non mandare al diavolo gli scrupoli e invitare la splendida bambola che vive al piano di sopra, una ragazza che "sembra la pubblicità di tutto quel che è tabù"? Solo per farsi compagnia, bere un drink... e nient'altro. La commedia di George Axelrod che ha dato origine al celeberrimo film di Billy Wilder con Marilyn Monroe. Considerata un classico della modernità, è una commedia sulle manie erotiche dell’uomo medio e una feroce satira di costume contro il perbenismo di una certa middle-class.


Il pomeriggio del signor Andesmas e Alle

dieci e mezzo di sera, d'estate di Marguerite

Duras

Due storie sul destino umano, protagonisti assoluti la solitudine, il vuoto della vita, lo svanire dei sogni. In un pomeriggio d'estate, un vecchio signore, il signor Andesmas, attende il ritorno della figlia seduto fuori della sua casa di campagna. L'assenza della ragazza riempie le ore e il racconto, caricandosi via via di quelle ansie che ogni legame forte porta fuori con sé. L'esile trama del romanzo diventa così pretesto per mettere in scena le tensioni che scaturiscono da rapporti umani apparentemente immobili e inafferrabili. "Alle dieci e mezzo di sera, d'estate" è una storia movimentata e avventurosa: una coppia in vacanza, in un'affollatissima Spagna estiva, arriva in un paese sottosopra perché un uomo ha commesso un delitto passionale ed è braccato dalla polizia. Sotto i lampi di un temporale, la protagonista guarda i tetti del paese. E, nascosto in cima a un tetto, vede un uomo. Una scoperta che potrebbe cambiare il corso delle vacanze, e forse di una vita.



La sabbia non ricorda di Giorgio Scerbanenco

Estate, sulle spiagge dell'Adriatico. Un uomo giace sulla sabbia con la gola squarciata. Comincia così l'incalzante "giallo italiano" di Scerbanenco. Ma chi ha ucciso il povero Giannuzzo, un ometto dall'apparenza innocua che in realtà terrorizzava tanta gente? Anche gli innocenti mentono, o tacciono. E così, inevitabilmente, al primo segue un secondo omicidio. Protetto da questa rete di omertà, l'assassino attende con pazienza che passi la tempesta. Ma non

sa che il suo nome è stato scritto sulla sabbia. 13






Il paese delle nevi di Yasunari Kawabata



Il "paese delle nevi" è un paradiso terrestre sulla costa occidentale della maggiore isola del Giappone, dove la neve è alta quindici piedi, e sorgono terme squisite e luoghi di villeggiatura. E Komako è una geisha del "paese delle nevi". Le cortigiane come lei hanno poco in comune con quelle che abitano in città: non potranno mai diventare famose musiciste o danzatrici, né penetrare tra le quinte della politica o degli affari. Il loro destino, infatti, è quello di maturare tra gli incanti e la corruzione del "paradiso", perpetuamente dedite ai signori che, secondo la tradizione, salgono alle terme per trovarvi il riposo perfetto. Ed è proprio in questo paesaggio da sogno che Komako incontra Shimamura, un ricco e raffinato esteta, con il quale darà vita a un gioco di

trasporti trattenuti e rinfocolati, inesorabilmente destinati a svanire. Capolavoro di inesprimibili e struggenti stati d'animo, Il paese delle nevi può essere considerato un piccolo poema in prosa, dove amore e morte si intrecciano in un'atmosfera di diffusa malinconia e incombente tragedia.


Tre estati di Margarita Liberaki

Tre sorelle, Maria, Infanta e Caterina, vivono nell’arco di tre estati il passaggio dall’adolescenza alla maturità. La vicenda è un lungo racconto di amori, di trepidanti attese, di amarezze e di illusioni che riverberano sugli indugi della vita. Protagonisti assoluti delle loro storie la solarità del paesaggio greco, la terra rossastra, i negozi di Atene, i disegni in cielo degli uccelli: i suoni di una tenera e bellissima estate della vita. Tre estati fu pubblicato nel 1946 e ottenne subito uno straordinario successo di critica e di pubblico. Stampato poi a Parigi, fu molto amato ed elogiato da Albert Camus, che nel romanzo ritrovava la naturalezza e l’afflizione di una saggezza riemersa dal tempo – come una memoria struggente, ricolma di cose e volti; un grande affresco esistenziale che solo una prosa sonora e nitidissima, di sicuro sapore classico, sa rendere concreta e vera: “Di questi tempi il sole è scomparso dai libri. Perciò essi ostacolano i nostri tentativi di vivere. Ma nel tuo Paese se ne conserva ancora il segreto, e tu sei uno dei pochi autori che lo tramandano”. Margarita Liberaki ha scritto uno dei libri più suggestivi della letteratura greca del Novecento: dedicato alla giovinezza e al destino su cui si infrange il sorriso amaro degli uomini.






La  donna di sabbia di Kobo Abe


In una calda giornata di agosto il professor Niki Junpei, entomologo dilettante, raggiunge un villaggio di pescatori sulla costa giapponese nella speranza di identificare un nuovo esemplare di insetto a cui dare il proprio nome. La sua vacanza, però, assume ben presto i contorni di un incubo: fatto prigioniero dagli abitanti del paese, viene trasferito nella casa di una giovane vedova, sul fondo di una profonda fossa di sabbia. Superati lo stupore e la rabbia iniziali, Junpei scopre la verità: il villaggio vive nell'angoscia di essere inghiottito dalle dune ed è proprio per fermare la minaccia che vengono scavate quelle fosse immense. Junpei non deve fare altro che sostituire il marito della donna, morto da poco. Tra i due si sviluppa un rapporto carico di silenzi, segreti, inganni e, presto, di un disperato, violento erotismo. Kòbò Abe descrive un'allucinata lotta per la riconquista della libertà, perché la sabbia, a differenza dell'acqua in cui si può nuotare, "imprigiona le persone e le uccide sotto il suo peso".



Giardino sul mare di Mercè Rodoreda

Nello splendido scenario della costa catalana, in un giardino che sembra un angolo di paradiso, tra viali costeggiati di tigli e roseti, si dipanano le vicende di un gruppo di giovani dell'alta borghesia barcellonese. Francesc, Rosamaria, Felu, Eulalia, Miranda e Quima si trasferiscono ogni anno in una villa sul mare per trascorrere le vacanze, tra feste e ricevimenti, sci nautico e passeggiate a cavallo. Alla spensieratezza di questi giovani si contrappone la drammaticità del vecchio giardiniere che rimane estate e inverno a guardia della casa e del giardino. Sarà lo sguardo ingenuo e misurato dell'anziano giardiniere ad accompagnare il lettore alla scoperta del lato oscuro dei giovani padroni di casa e a scavare con grande maestria nella loro psicologia. Ancora una volta la scrittura di Mercè Rodoreda mostra tutta1a sua forza: intimista e delicata, è sempre attenta al dettaglio e alla sfumatura psicologica, in punta di piedi, ma capace di improvvisi e dolorosi affondi nell'animo umano.




Adiòs di Renato Ghiotto

Antonio Testa, è chiuso in una stanza d'albergo a Buenos Aires, una sorta di "torre" lontano dalla sua vita ordinaria e dalla moglie. Antonio assapora una sua particolare idea della solitudine, nella quale sogna di attraversare la pampa deserta e di godersi il suo mese di "vacanze separate". Ma basta la visita di un amico perché i propositi di isolamento si allentino. Antonio si lascia condurre nelle notti afose di Buenos Aires in luoghi sconosciuti o nelle case di amici dove le presenze umane e le parole sono come vuoti a perdere. Durante questo periodo di distacco, a farlo ripiombare sul terreno della realtà è il ricordo di ciò che la moglie Helena gli ha comunicato poco tempo prima: l'arrivo, dopo dieci anni di matrimonio, di un figlio. L'uomo è sempre stato terrorizzato dall'idea di "generare", e l'annuncio della donna trova una sinistra concomitanza con il suo nuovo passatempo: ogni mattina esce dalla città col fucile da caccia e si addentra nella campagna per esercitarsi nel colpire una mela a cento metri di distanza. E un giorno si accorge di essere diventato un tiratore infallibile.


Le persone normali : la dieta di Uscio :

romanzo di Aldo Busi


Una vacanza insolita, in una rinomata casa di cura, l'obiettivo è quello di sanare e migliorare il corpo, e una folla di ricchi o arricchiti accorre. I protagonisti di questo nuovo sconcertante romanzo sono personaggi stravaganti: una plurivedova, un nano, una chiromante, uno strano massaggiatore, e tra un discorso e una passeggiata, intrecciano i loro destini consentendo allo scrittore una originale meditazione sulla condizione umana.


A Viareggio aspettiamo l'estate di Rolando Viani

Protagonisti di questi racconti sono i ragazzi della spiaggia di Viareggio, negli anni '50: con le loro storie familiari, e intorno la piccola folla degli amici, delle ragazze, dei bagnanti di città. Quel mondo Rolando Viani (1923-1977) lo conosce bene: nato a Viareggio , suo padre possedeva un piccolo cantiere in darsena. Rolando crebbe nello stabilimento balneare del nonno: dopo essere stato marinaio e telegrafista navale, d'estate faceva il bagnino, e d'inverno scriveva. Pur ancorato alla concretezza dei fatti e delle cose, Viani evita la chiave bozzettistica e aneddotica: riesce così a scolpire i momenti fondamentali dell'esistere (la scoperta del mondo, la giovinezza, l'amore...) legati a quel momento storico.


L' estate del cane nero di Francesco Carofiglio

Nello scenario di una Puglia misteriosa, tra la campagna e il mare, quattro ragazzi vivono un'esperienza che segnerà per sempre le loro esistenze. Matteo Leoni, un tredicenne timido con la passione per la scrittura, e la cugina Valentina, sua coetanea bella e intelligente, gli altri amici. L'estate scivola tra escursioni , corse in bicicletta, presenze inquietanti, bagni notturni, rocambolesche vicende familiari, amori sotterranei, risse e scoperte stupefacenti. Sullo sfondo la traccia misteriosa della foresta, compatta e scura, disegnata a rilievo sulla campagna. Come un cane nero, che corre. Poi arriva settembre, e segnerà la linea di confine, imprevedibile, che dividerà le loro vite.



L' incontro di Michela Murgia


Maurizio ha dieci anni e non vede l'ora che comincino le vacanze. Per lui l'estate significa stare dai nonni a Crabas: lì ogni anno ritrova Franco e Giulio, fratelli di biglie, di ginocchia sbucciate e caccia alle libellule, e domina con loro un piccolo universo retto da legami che sembrano destinati a durare per sempre. Ma nell'estate del 1986 qualcosa di imprevedibile incrinerà la loro infanzia e mostrerà a tutti, adulti e ragazzi, quanto possa essere fragile il granito delle identità collettive. Basta un prete venuto da fuori a fondare una nuova parrocchia per portare una scintilla di fanatico antagonismo dove prima c'erano solo fratellanze. In quella crepa della comunità l'estraneo può assumere qualunque volto, persino i capelli rossi di un inseparabile compagno di giochi.
Con questo romanzo breve, Michela Murgia si interroga sui meccanismi con cui si costruisce (o si disgrega) l’identità di una comunità, ma soprattutto ci regala una splendida storia di amicizia sullo sfondo della Sardegna degli anni Ottanta, mescolando tradizione, memorie d’infanzia e gustosissime citazioni pop.



Agosto, ottobre di Andrés Barba


Come ogni anno Tomás e la sua famiglia passano l'estate nella loro casa al mare. Per il quattordicenne protagonista le vacanze sono sempre state una stagione di divertimento e serenità, un luogo concreto, con gli stessi amici, i soliti appuntamenti. Ma questa volta una strana tensione si fa largo in lui e lo spinge verso direzioni non ancora battute: mosso dal desiderio di sperimentare la trasgressione e la ribellione, arriva fino a quella zona della spiaggia in cui i suoi genitori gli avevano proibito di andare. Lì Tomás incontra un nuovo gruppo di amici e intraprende un viaggio iniziatico in un mondo dove il futuro sembra non esistere e le droghe e le prime esperienze sessuali si convertono in realtà. Ma la dinamica delle situazioni lo porta a partecipare a un atto che poi non riuscirà più a perdonare a se stesso. A due mesi di distanza, vinto dal senso di colpa e guidato da un processo di maturazione, decide di tornare alla casa delle vacanze per confrontarsi con l'unica persona che lo può giudicare e, eventualmente, perdonare.




Chi ha ucciso Sarah? di Andrej Longo

Un pomeriggio di agosto, verso la metà degli anni Novanta. Nel silenzio immobile della controra, una voce chiede aiuto. Una volta, due volte, dieci volte il grido risuona nell’androne ombroso di una elegante palazzina di Posillipo. Poi il silenzio, di nuovo, avvolge la strada. Nessuna porta si è aperta, nessuno degli inquilini ha risposto all’appello della ragazza. In quell’androne la troverà, morta, un giovane poliziotto, uno che viene da un posto che sembra appartenere a un altro mondo, nella periferia orientale della città. È la prima volta che vede un cadavere – e quella ragazza potrebbe avere la sua età. Nel vuoto sospeso di una Napoli dove chi può permetterselo è partito per le vacanze, e chi non può aspetta Ferragosto per andare a passare una giornata a Ischia o a Procida, il giovane poliziotto si intestardisce a chiedersi chi era quella sua coetanea che sembrava così normale, chi ha potuto ammazzarla, e perché. Interrogherà i vicini, rintraccerà gli uomini che l’hanno amata. Scoprire la verità (tanto imprevedibile quanto inquietante) lo indurrà a guardare con meno candore, e a giudicare con meno benevolenza, quella parte della città i cui abitanti, pur non essendo né camorristi né spacciatori né tossici – ma liberi professionisti, intellettuali, «gente perbene», insomma –, hanno anch’essi i loro ignobili segreti, le loro viltà nascoste. Non solo: strappandolo al suo angusto orizzonte di indifferenza e di egoismo, gli farà capire che all’indifferenza e all’egoismo, così come alla paura, ci si può anche ribellare.





Le ombre di Montelupo di Valerio Varesi

Il commissario Soneri è in ferie a Montelupo, un paese dell'Appennino che ruota intorno al salumificio della famiglia Rodolfi. Il patriarca

è    l'anziano Palmiro, cinico e rozzo ma abile negli affari, mentre il figlio si è voluto staccare dalla terra per dedicarsi alla finanza e all'imprenditoria. Da un giorno all'altro il clan viene travolto da uno scandalo finanziario che coinvolge l'intera comunità e Palmiro, misteriosamente scomparso, ricompare nella notte per poi impiccarsi il mattino seguente. Dopo qualche tempo anche il figlio viene trovato cadavere. Ormai la faccenda si è ingigantita e l'inchiesta è destinata a mettere in luce un mondo dominato dall'avidità e dalla corruzione.




Agosto è il mese più crudele di Daniele Nepi


Dieci giorni di vacanza in Alto Adige, nel mese di agosto, si trasformano in tragedia. Durante una gita in montagna, turbata da un terribile temporale, qualcuno realizza un'innata e mostruosa voglia di uccidere, una voglia che è   cresciuta nel segreto della sua coscienza, e commette il primo di una serie di omicidi.





 Niente vacanze per l'ispettore Morse di Colin Dexter



Vagabondando per le strade di Oxford nel suo primo giorno di ferie l’ispettore Morse capita in una chiesa antica in cui aleggia il ricordo di un mistero irrisolto. Il sagrestano di St Frideswide è stato assassinato alcuni mesi prima con una coltellata durante una funzione religiosa e il vicario della chiesa si è ucciso dopo qualche tempo buttandosi dalla torre del campanile. Morse rinuncia alle vacanze e si butta a capofitto in un caso difficile. Intorno alla chiesa di St Frideswide, dall’alto del suo campanile gotico, a Oxford North, si vede scorrere la vita di quel pezzo di provincia inglese. Il reverendo Lawson è tiepido nella fede come lo è in tutto, tranne che nella raccolta delle offerte; la piacente Brenda Josephs sfoga la sua inquietudine con


l’organista Paul Morris distratto dall’erotismo delle sue giovani allieve; il marito di Brenda, Harry Josephs, sagrestano, non trova pace negli umilianti, per lui ex ufficiale, lavoretti che trova da disoccupato ; uno strano barbone entra ed esce dalla canonica; qualche vecchia beghina sa qualcosa; una donna formosa attrae l’attenzione, forse volontariamente. In questo clima sensuale e ipocrita qualcuno di loro è un assassino, qualcuno di loro sarà una vittima: e i delitti

avvengono in un trascinamento impercettibile delle azioni umane, quasi che fosse l’ambiente a contenere un magnetismo che muove i protagonisti. La speciale chiave della suspense dello scrittore Colin Dexter, ultimo e più innovatore rappresentante del giallo classico inglese, è infatti nella capacità di far derivare lo strappo della violenza omicida dalla ordinari età delle circostanze: una trama minuziosa costruita particolare dietro particolare già a partire dal soffermarsi dell’occhio narrativo sugli oggetti che designano i luoghi; personaggi non simpatici, tutti abbastanza gretti ma nessuno totalmente privo di bontà e buoni sentimenti; un sussiego scostante da città universitaria di livello prestigioso, quale Oxford. In questo formicaio di piccoli individui che si illudono di poter essere in qualche modo, anche attraverso il delitto, fattori della propria sorte, cerca di trovare la via maestra alla verità l’ispettore Morse della Thames Valley Police che sbaglia spesso e volentieri, che fa il sarcastico con il suo mite aiutante, il sergente Lewis, che si lascia coinvolgere non resistendo a un boccale o alla vista di una donna ed è tanto solo da non sapere che farsene delle vacanze. Però ha la dote decisiva: intuisce l’ambiente. Un talento del tutto necessario per delitti così scollegati e inspiegabili, che nemmeno un movente si staglia all’orizzonte.
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Le vacanze di un serial killer di Nadine Monfils

Il gran giorno delle vacanze è arrivato per la famiglia Destrooper! Si va verso il mare del Nord, dove piove all'incirca tre giorni su quattro, quando va bene. Il padre, Alfonse, detto Fonske, camicia a fiori e bermuda kaki,  è alla guida della sua amata auto, personalizzata a regola d'arte: volante in pelle di zebra, cerchi in lega dorata, coprisedili leopardati e impianto stereo da sfondare i timpani. Accanto a lui Josette, la moglie, con un immenso cappello di paglia sulla testa, una specie di abat-jour schiacciato sui capelli. Dietro i due figli: Steven, il primogenito, con indosso un giubbetto impermeabile, dei pantaloncini consumati e un casco sulla testa che non abbandona mai anche se non ha il motorino; e Lourdes, una ragazzina con auricolari impreziositi da fiocchetti rosa che deve il suo nome alla figlia di Madonna, scoperta da Josette su Voici, il suo settimanale preferito. Ancora più indietro, in una roulotte Wa-Wa, divenuta ormai un pezzo da collezione, la nonna. Con queste premesse, che la vacanza dei Destrooper prenda una brutta piega è solo questione di tempo. Anzi di pochi minuti: appena partiti, dal finestrino aperto un motociclista scippa la borsa di Josette, con tutto il denaro per le ferie. E a causa di un sobbalzo sulla strada la roulotte con la vecchietta si sgancia senza che nessuno se ne accorga. Cosi comincia l'odissea dei Destrooper, in cui omicidi, tradimenti, alberghi allagati e occultamenti di cadaveri, approntano una vacanza davvero indimenticabile.

La signora in giallo : delitto à la carte di Jessica Fletcher & Donald Bain


Jessica Fletcher ha finalmente deciso la meta delle sue vacanze. La bucolica e idilliaca Provenza è il luogo ideale per respirare atmosfere incantate, farsi ammaliare dall'affascinante accento e divertirsi seguendo i corsi dello stimato chef Emil Bertrand. Tutto si interrompe bruscamente quando il celebre cuoco viene trovato morto. E come se non bastasse, la probabile arma del delitto viene rinvenuta nella casa dove è ospite la scrittrice, cosa che getta un'ombra di sospetto su di lei e sulla sua nuova amica Mallory, una ragazza americana in viaggio per l'Europa.




Era tutta un'altra storia di Hakan Nesser

Estate 2002, Bretagna: sei turisti svedesi si incontrano per caso e trascorrono in compagnia alcuni giorni di vacanza. Sono due coppie e due single che hanno poco in comune, a parte il fatto di essere connazionali in ferie in un paese straniero: insieme fanno lunghe nuotate in mare, cene a base di vino e crostacei, organizzano gite e flirtano un po' oltre il consentito... Di quei giorni rimangono una manciata di fotografie, un ritratto di gruppo, un acquerello e un diario anonimo che racconta quei momenti di divertimento e allegria, ma non solo. Estate 2007: cinque anni dopo una mano sconosciuta inizia a uccidere i protagonisti di quella vacanza. Prima però avvisa con una lettera l'ispettore Gunnar Barbarotti di Kymlinge. La strana relazione tra il delinquente e l'ispettore della polizia giudiziaria crea a quest'ultimo non pochi problemi, sia a livello professionale che personale. Il caso si fa ben presto inquietante e porta il burbero poliziotto alla ribalta della cronaca giornalistica: gli omicidi si susseguono (così come le lettere) senza che le forze dell'ordine riescano a fare niente, nonostante l'intervento di un esperto profiler. Perché queste persone vengono uccise? Esiste un legame tra loro e l'assassino? E se sì, quale? Nessuno sembra trovare risposte davvero risolutive...





Summer of Sam, regia di Spike Lee   (DVD) 



Una riflessione a tutto tondo sul concetto di violenza e di



emarginazione socio-culturale (mascherata con grande talento da thriller-movie), che non può lasciare indifferenti.

L'estate di Sam resta indimenticabile nei ricordi di Spike Lee, anche perché fu allora, nel torrido agosto del 1977, che decise di diventare regista. New York ribolliva, e non solo per l'alta temperatura, per la disco music, per il punk e per il grande black out, ma anche per il primo "serial killer mediatico", Sam alias David Berkowitz. Per cercarlo la polizia chiede l'aiuto ad alcuni mafiosi del quartiere, guidati da Luigi, che iniziano le ricerche, trasformandole presto in una vera e propria caccia alle streghe. Il loro principale sospetto è Ritchie, un punk che lavora in un locale gay di Manhattan. Il suo migliore amico è Vinny, sposato con Dionna, assiduo frequentatore di discoteche e adultero. Sarà proprio Vinny a consegnare Ritchie ai mafiosi, che iniziano a picchiarlo proprio quando la polizia ha appena arrestato casualmente il vero serial killer.





Figli dei fiori, figli di satana : racconti e  visioni   dell'estate  del   1969   di  Ezio   Guaitamacchi

Quattro eventi sconvolgono l'estate del 1969, l'anno più caldo di quel decennio memorabile: la misteriosa morte di Brian Jones (fondatore dei Rolling Stones), il debutto sugli schermi americani di Easy Rider, le stragi compiute da Charles Manson e dalla sua comune hippie, il Festival di Woodstock. In soli 45 giorni (dal 3 luglio al 18 agosto) la controcultura giovanile vive in modo appassionato il culto dell'amore e sperimenta con disperazione quello del terrore, capace di trasformare i colorati figli dei fiori in sanguinari figli di Satana. Oggi l'eredità di quella stagione è viva più che mai: non solo perché scandita dalla miglior musica della storia, ma anche perché i riflessi socio-politici, artistici e culturali che l'hanno definita sono tuttora di stretta attualità.






La scienza sotto l'ombrellone di Andrea Gentile



Dai trucchi per costruire un castello di sabbia perfetto ai cambiamenti del nostro corpo in immersione, dalla mappa dei migliori posti per fare surf fino alla composizione del nero di seppia, Andrea Gentile ci regala uno sguardo inedito e divertente sulla vita da spiaggia. Fisica, chimica, biologia e scienze ambientali diventano lo strumento per spiegare cosa succede in riva al mare e nelle profondità degli oceani. Tante curiosità sorprendenti e altrettanti miti da sfatare: sott'acqua, per esempio, vediamo meglio da lontano che da vicino, e non è vero che si possono mangiare solo le femmine dei ricci di mare. Ancora: paradossalmente bere l'acqua salata ci disidrata. Un libro scritto con un linguaggio alla portata di tutti e dedicato a chi si chiede sempre il perché delle cose.

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