Notte fatale di Stanley Ellin
Dopo aver assistito al pestaggio del padre, il sedicenne
George LaMain decide di vendicarlo e di uccidere l’uomo che lo ha umiliato
pubblicamente. Tornato a casa, si impadronisce della pistola del padre e si mette
sulle tracce del picchiatore, un noto giornalista sportivo che ha agito spinto
da oscuri motivi. George esce in strada, si inoltra nella città deciso a
scovare l’uomo, ma prima di compiere la sua vendetta dovrà attraversare la sua
personale discesa all’inferno, una brusca iniziazione all’età adulta in cui,
come in una moderna odissea ambientata tra le vie e i luoghi segreti di Manhattan,
conoscerà un mondo di attrazioni e perdizioni, un vortice onirico e sanguinoso
fatto di night club, bar, prostitute e ninfomani. Opera del 1948 al crocevia
tra il noir alla Simenon (o alla Chabrol) e il bildungsroman in chiave pulp,
Notte fatale fu il romanzo d’esordio e il primo vero successo di Stanley Ellin,
tradotto in diciotto paesi. Tre anni dopo, il film tratto dal libro con il
titolo La grande notte, diretto da Joseph Losey e interpretato da John
Barrymore, gli diede fama internazionale.
Raffinato traduttore di
Chandler, Hammet, Miller e altri cominciò la sua carriera di scrittore verso i
cinquant’anni. Viaggiatore instancabile, si trasferì prima a Milano, poi in
Scandinavia e infine, in America. Nonostante avesse lasciato presto Napoli la
elesse a luogo unico per l’ambientazione dei suoi romanzi quasi a non voler
tagliare definitivamente i ponti con la sua città natale e con il suo mare,
quel mare che avrebbe accolto le sue ceneri. Nonostante il numero relativamente
basso di libri pubblicati, Veraldi ha saputo raccontare con arguzia ed eleganza
la realtà napoletana, inquadrare e rendere familiari personaggi come Sasà
Iovine e Corrado Apicella. Il primo romanzo, La mazzetta uscì nel 1976. Primo vero esempio di narrativa hard-boiled ambientata a Napoli, racconta la storia di un
commercialista che entra nel “giro” per ricevere anch’egli la mazzetta in
cambio dei suoi servigi. La trasposizione cinematografica di Sergio Corbucci
del 1978, che ebbe come interpreti gli indimenticati Nino Manfredi e Ugo Tognazzi,
rispecchia solo nel titolo il vero senso del romanzo di Veraldi.
Naso di cane di Attilio Veraldi
"Naso di cane" è la storia livida, colorita,
martellante, feroce, di quella guapperia perversa che è la camorra
industrializzata dei nostri giorni, con il suo bilancio di cadaveri, in una
Napoli vasta e agghiacciante, spoglia di ogni pittoricismo, nella quale si
aggira come un segugio il commissario Corrado Apicella. Ma in questa triste
atmosfera da bassifondi di tanto in tanto interviene il momento, tanto più
inaspettato quanto più coinvolgente, dell'amore.
Quando nel 1978
Olivieri pubblicò il suo primo romanzo giallo, Il caso Kodra, il pubblico italiano fece la conoscenza di un
nuovo ed interessantissimo protagonista della crime-story: il
commissario Ambrosio (che nella trasposizione cinematografica di
uno dei romanzi verrà interpretato da Ugo Tognazzi). Giulio Ambrosio è un
personaggio realistico: introverso, un po’ malinconico, amante del bello e buon
conoscitore d’arte (di cui l’autore era grande appassionato). Il suo metodo
investigativo è tutt’altro che intuitivo: il commissario è fautore di un
sistema di indagini quieto e paziente, che crede sì alle prime impressioni, ma
assai di più al racconto dei testimoni del crimine.
Il dio
danaro di Renato Olivieri
Milano, ultima domenica di agosto, la città ancora
semideserta. Dopo un violento temporale, il portinaio di un elegante condominio
di via della Passione scopre in cortile il cadavere di Andrea Olcese. È
fradicio d'acqua, sull'acciottolato una macchia di sangue slavata dalla pioggia
recente. Il finanziere deve essere precipitato dalla finestra dello studio del
suo lussuoso appartamento al terzo piano, l'unico in tutto il palazzo le cui
persiane non siano chiuse. Un suicidio, apparentemente. Ma la finestra da cui
si sarebbe gettato Olcese è chiusa. Da chi è stato ucciso, allora? E perché?
Olcese era ricchissimo, ma non sembrava avere nemici: vedovo di una moglie
bellissima, aveva un figlio, un tipo "strambo", con velleità
artistiche, anche lui morto in circostanze non chiare. Conduceva una vita
riservata, tranquilla, solo casa e lavoro. Eppure qualche nodo oscuro nella sua
esistenza doveva esserci. Per scoprirlo il commissario Ambrosio dovrà
addentrarsi nel mondo dell'alta finanza, e imparare a decifrarlo.
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