Ambientati in
tranquille cittadine di provincia e popolati da personaggi piccolo borghesi, i
libri di Ingrid Noll giocano con i canoni del giallo e, ricchi di humor nero,
inaugurano un nuovo filone: il noir
che sta sempre dalla parte delle donne e dell’assassino.
Tutto
solo per me di Ingrid Noll
Rosemarie (Rosi) Hirte, cinquantenne, single, con un posto di
responsabilità in un’agenzia di assicurazioni, stimata da colleghi e superiori,
ha una vita regolare ma non entusiasmante. Inesistente vita sociale, un unico
vero amore che risale ai tempi dell’università e che si è concluso malamente,
Rosi passa dall’ufficio alle mura domestiche e, a parte qualche rara uscita con
un’amica, una volta a casa, dopo una cena frugale va a dormire. Bisogna
ammetterlo, niente di che. Quando per caso Rosi incrocia il professor Engstern,
riccioli brizzolati e voce suadente, è amore folgorante – unilaterale,
ovviamente – e Rosi capisce che è ora o mai più. Parte così alla conquista di
Witold, con un’intraprendenza fuori del comune, e poco importa se tra lei e la
meta si frappongono degli ostacoli: uno dopo l’altro vengono eliminati, non
solo metaforicamente. Raccontata dalla stessa Rosi, questa è una storia molto
bizzarra, che da rosa diventa nera, ed è intrisa di un insolito umorismo. Un
noir alla Highsmith, leggendo il quale si può pensare che diventare un quieto
assassino può succedere a tutti, forse anche a noi.
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