sabato 1 luglio 2017

 I ricchi di Joyce Carol Oates

Una Cadillac gialla si accosta al marciapiede di Labyrinth Drive. È una mattina di gennaio: c’è neve sulla strada e sull’erba. L’aria è fragrante, crepita come una lastra di ghiaccio sotto la pressione di un tacco a spillo. Dalla Cadillac scende una donna: ha una sciarpa di visone intorno al collo e occhiali da sole che scintillano nella luce invernale; il suo incarnato è quello di una bambola di porcellana: pallido, puro, perfetto. La donna si chiama Natashya Romanov Everett, Tashya per tutti, Nada per suo figlio Richard. Il povero Richard, il grasso Richard, l’ombroso, schivo Richard che non si sente una persona ma uno dei comprimari nei romanzi della madre; i romanzi che hanno reso lei immensamente popolare e ricca, e lui sempre più

schivo, sempre più ombroso. Qualcosa di oscuro si agita dietro gli abbaini della villa di Labyrinth Drive, e nessuno steccato bianco, nessun filo di perle, nessun cocktail party può nasconderlo: è il cuore nero e pulsante dell’America più irreprensibilmente wasp, l’America democratica e progressista, l’America di Kennedy e di Carter, l’America delle magnifiche sorti e progressive, l’America che cela, dietro le sue medaglie al valore, un volto sinistro. L’America che Joyce Carol Oates conosce in modo così intimo, l’America che ha già raccontato in



Joyce Carol Oates è una delle autrici americane più prolifiche: in poco più di cinquant’anni ha scritto oltre cento opere tra romanzi, saggi, libri per bambini, raccolte di racconti e testi teatrali .

L'editore Il Saggiatore pubblica per la prima volta in Italia la quadrilogia Epopea americana, composta da Il giardino delle

delizie, I ricchi, (appena usciti) Loro e Il paese delle meraviglie. Quattro romanzi in cui l’autrice ripercorre la storia recente degli USA.

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