Il
terzo tempo di
Lidia Ravera
Costanza non è vecchia
però presto lo sarà. convinta che il terzo tempo sia da vivere
pienamente, senza mai smettere di cercare la felicità, ne scrive con
spirito battagliero in una rubrica. "insegno malinconia
positiva. soffrire da vecchi è la regola. soltanto i vecchi speciali
ce la fanno. e i vecchi speciali sono quelli che stanno bene."
quando eredita dal padre un austero ex convento a civita di
bagnoregio si lascia prendere da un progetto vagamente sconsiderato:
radunare in quella casa bella e nuda, incastonata in un luogo
simbolico che si sfalda lentamente, i compagni con cui giovanissima
ha condiviso a Milano la vita e l'impegno politico, per ricreare una
comune, una famiglia larga in cui spartire gli affanni e discutere
del futuro perché un futuro c'è sempre, fino alla fine dei giochi.
è un tentativo di tornare all'età delle illusioni, "la
leggenda d'aver ragione che ha nutrito la nostra seconda infanzia"?
energica, accentratrice, un po' egoista, costanza è il magnete da
cui tutti finiscono per essere catturati: gli amici di un tempo, con
i loro dolori, le rivalse, i fallimenti; il compagno di una vita,
Dom, che lei ha scelto di allontanare ma che la sorveglia con la
tenacia di un'affettuosa sentinella; il figlio Matteo, che cova da
grande distanza un suo carico di pena. mentre tutti convergono su di
lei, Costanza si sente soffocata dall'enormità del suo disegno.
riuscirà a portarlo a compimento? è proprio sicura di volerlo? e
che cosa succederà?
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