venerdì 7 luglio 2017

Nudo al mercato di Biyi Bandele



Rayo viene visto vagabondare per il mercato nudo. Quando lo dicono alla madre lei è  certa: suo figlio ha perso la testa. Rayo, il ragazzo geniale che va oltre le convenzioni, il giovane ribelle punito più volte - dalle scuole medie fino all’università - per aver espresso  le sue idee, a volte anche con una certa dose di violenza. Contro ogni forma di abuso di potere, a favore di quelle masse (fatte di adolescenti imberbi o intellettuali progressisti) che non vengono ascoltate, anzi, dileggiate, prese in giro, fatte fuori solo per aver espresso un pensiero diverso da quello imposto dal governo nigeriano. E per questo subirà brutali torture fisiche e mentali. Rayo vive in una città difficile, Kafanchan, presente sulle mappe perché importante nodo ferroviario dal quale raggiungere altri luoghi. Un posto dal quale si passa per  andare oltre, dove si può attendere anche giorni per un treno, tra le fogne a cielo aperto, i mendicanti e la sporcizia ammassata ai lati. Dove può capitare di tutto, specie di notte. Come sa benissimo Jeremiah Pategi, ovvero Sosoman, il ficcanaso, che in quella stazione possiede un chiosco a cui fanno riferimento tutti i disperati di passaggio. Abituato a vedere l’esercito torturare ed uccidere il malcapitato di turno per ammazzare il tempo là, davanti a stanchi, rassegnati viaggiatori... La Nigeria viene raccontata e mostrata in tutta la sua tormentata bellezza con una narrazione a tratti spietatamente realistica. Un paese dalle mille risorse in mano ad un numero limitato di potenti. Dove la popolazione è calpestata, soggiogata dal peso della povertà e dall’impossibilità di parlare. Dove la più bella delle donne è costretta a prostituirsi per avere un’istruzione universitaria.


E dove persino l’uomo che  potrebbe cambiare le cose fatica ad mantenere i contatti con la realtà. Biyi Bandele ha pubblicato questo romanzo nel 1991 e da allora gli è stato suggerito di non ritornare in Nigeria. Sembra che le alte cariche governative non abbiano gradito il ritratto ironico (contenuto negli “Appunti di Rayo”, frammenti interiori del  protagonista, intensi  e spesso tragici, che inframmezzano la storia principale) fatto da Rayo del fantomatico presidente dello stato di Zowabia, che ricorda fortemente Ibrahim Bagangida, dispotico personaggio della passata politica nigeriana.

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