René Leys o il
mistero del Palazzo Imperiale
di Victor Segalen
Pechino,
1911. Durante gli ultimi giorni della dinastia Qing, alla vigilia della
Rivoluzione che porrà fine a un impero con oltre duemila anni di storia, il giovane professore belga René Leys, personaggio sfuggente e misterioso,
sembra essere testimone delle vicende e degli intrighi che avvengono nelle
stanze inaccessibili della Città
Proibita. Confidente del defunto
Imperatore Guangxu, amico dell’attuale Reggente, agente della polizia segreta
e, per di più, amante dell’Imperatrice
vedova, la figura di René Leys e i suoi straordinari racconti offrono a Victor
Segalen la possibilità di mettere in scena
un serrato confronto tra Reale e Immaginario e di esprimere il suo
personale concetto di esotismo, il cui “potere
di concepire l’altro” è la chiave
per penetrare nel cuore della Cina. Un’opera
venata di ironia e leggerezza, che oscilla tra il romanzo storico, il poliziesco, lo scritto
autobiografico e costituisce una delle
prove più enigmatiche e raffinate del primo
Novecento.
La via della
Cina di Renata Pisu
In questo libro l'autrice racconta il suo rapporto con la Cina, iniziato
nel 1957 quando, insieme con alcuni compagni, si trasferì a studiare a Pechino,
all'università di Beida. Vi trascorse 4 anni e da allora non ha mai smesso di
tornare periodicamente in quel Paese che l'ha contagiata di un male
inguaribile, il Mal di Cina, segnando in modo indelebile la sua vita. Quello
che leggiamo nel libro non è solo un resoconto o un reportage di viaggio,
piuttosto assomiglia a un percorso tra
passato e presente che si
accompagna a
un itinerario esistenziale.
Lettera a
Pechino : Ricordi? In piazza a dare armi al popolo c'era soltanto Leo Longanesi
di Felice Chilanti
"Questo libro, dice
Vittorio Sereni nella nota che accompagna la
riedizione dell'ultimo libro di
Felice Chilanti, fu scritto come un lungo
requiem dedicato a Viviana, moglie e compagna di vita e di passione ideologica
e politica, spentasi nel maggio 1980 in un albergo di Pechino. Se requiem è
parola- preghiera, non può però essere in nessun modo lamentazione funebre,
neppure nell'ora della malinconia e del dolore, perché il lamento non è mai
stato timbro congeniale a Chilanti, il ribelle, il sedizioso, l'instancabile
denigratore di ogni accomodamento."
Sabotaggio
d'amore di Amélie
Nothomb
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