Taxi : le strade del Cairo si
raccontano di Khaled Al Khamissi
Khaled al-Kamissi (giornalista,
regista e produttore cinematografico) ha raccolto in questo libro cinquantotto
sbobinature fittizie di altrettanti dialoghi e monologhi con/di tassisti
egiziani, raccolti tra l'aprile del 2005
e il marzo del 2006. A fare da cornice alle voci
che si raccontano, alcune brevi
considerazioni dell'autore stesso, infaticabile fruitore, come tutti gli egiziani, delle vecchie, scalcagnate
auto bianche e nere che percorrono le vie de Il Cairo ventiquattrore su ventiquattro. Giovanissimi o molto anziani, istruiti o quasi analfabeti,
quasi tutti con un passato di
migrazione alle spalle, tutti oberati di debiti e sfruttati da qualcuno
(governo, proprietario dell'auto o poliziotto di
turno), i taxisti offrono uno spaccato realistico di una città che, si dice, ha ormai superato i venti
milioni di abitanti. Chiunque abbia visitato Il Cairo non può non riconoscere
l'inarrestabile loquela di una classe lavoratrice che non conosce orari o
turni, la curiosità, la sagacia, la rabbia
e, talvolta, la maleducazione, di uomini
che vivono la maggior parte della
loro vita dentro un'automobile e hanno
come unico svago il
rapporto con il cliente.
Vicolo del Mortaio di Nagib Mahfuz
"Vicolo del Mortaio", pubblicato nel 1947, è la descrizione, lievemente ironica e distaccata, della vita quotidiana che si
svolge in un vicolo de Il Cairo, durante la seconda guerra mondiale. Mahfuz ci offre il
vivido ritratto di un'umanità
dolente, spesso molto misera: lo sfruttatore di
mendicanti che procura
mutilazioni definitive dietro compenso; il proprietario del caffè, esacerbato
da un'inclinazione omosessuale e dall'assuefazione alla droga; il giovane barbiere che vuole santificare il suo amore
per il Vicolo attraverso quello per
una ragazza, Hamida; e poi Hamida
stessa, nella cui volontà di fuga dallo squallore del suo quartiere natio è adombrata la ribellione radicale, l'impronta di un eterno e universale 'esser-giovani',
in opposizione a ogni forma di
immobilità. Mahfuz rappresenta tutto ciò con
semplicità e insieme con esotica
raffinatezza, dosando i dialoghi e i momenti di riflessione in modo da
lasciare sempre un varco tra
un episodio e l'altro. In ultimo, è la vita, nella sua nudità essenziale e
drammatica, a imporsi a tutti.
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