Walt
Disney di
Sergej Michajlovic Ejzenstejn
Nel 1940, mentre lavorava al Metodo,
la sua opera teorica più ambiziosa in cui si sarebbe occupato di quello che
definiva il Grundproblem, cioè il rapporto tra il razionale e l’emotivo
nell’arte, Ejzenštejn decise di dedicare uno studio all’opera di Walt Disney,
che aveva conosciuto personalmente dieci anni prima nel corso del suo
sfortunato viaggio in America.. Ejzenstejn considerava Walt Disney un "grande
artista e maestro", e la sua opera "the greatest contribution
of the American people to art". Ai suoi occhi, Disney rappresentava il
risorgere, nel bel mezzo della più avanzata civiltà industriale, del pensiero
prelogico ed emotivo tipico delle prime fasi dello sviluppo della civiltà e
dell’individuo: una rivolta contro l’inesorabile razionalità di un sistema,
rappresentato dalla catena di montaggio e dalla parcellizzazione del lavoro,
che sfociava nell’estasi e nella soppressione di ogni distinzione tra soggetto
e realtà oggettiva.
Questo saggio è al contempo un
omaggio all'arte del creatore di Topolino, uno studio tecnico sul cinema
d'animazione, un'erudita indagine sulla morfologia della fiaba, una riflessione
sociologica sul cinema quale strumento di consolazione e di elevazione per
l'uomo moderno: "per coloro che sono vincolati da ore di dura fatica,
dai minuti regolamentari di pausa e dalla precisione matematica del tempo;
coloro la cui vita è regolata dal 'cent' e dal 'dollar'."
"A volte ho paura a guardare le sue opere.
Paura di quella loro perfezione assoluta. Sembra che quest'uomo non conosca
solo la magia di ogni mezzo tecnico, ma sappia anche agire sulle corde più
segrete dei pensieri, delle immagini mentali e dei sentimenti umani. Così
dovevano agire le prediche di san Francesco d'Assisi, così ci incantano i
dipinti del Beato Angelico, così ci affascina Andersen, e Alice nel suo paese
delle meraviglie. Disney è, molto semplicemente, "al di là del bene e del
male". Come il sole, come gli alberi, come gli uccelli, le anatre, i topi,
i cerbiatti e i piccioni che attraversano il suo schermo".
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