Chiacchiere sul Nilo di Naghib Mahfuz
Ogni sera gli amici si riuniscono e, fumando hashish,
intrattengono lunghe conversazioni: è la maniera di evadere dalla monotonia
della loro esistenza. L’arrivo nel gruppo di una giovane giornalista e un
incidente d’auto sulla strada delle piramidi, sconvolgono questo pigro e
velleitario microcosmo, ponendo ciascuno davanti alla dura realtà. Nel romanzo
è chiara la condanna di una classe rinunciataria e inetta. A questi personaggi
fa da sfondo e da contrappunto l’Egitto in cui Mahfuz crede, simboleggiato dal
cielo e dai paesaggi del Cairo, dalla corrente lenta del fiume, dai richiami
alla preghiera e dall’unico personaggio positivo, il guardiano Amm Abdu, fedele
custode delle tradizioni del suo popolo.
Il nostro
quartiere di Nagib Mahfuz
Le cronache di un quartiere raccontate attraverso la
quotidianità dei suoi abitanti: la realtà e le fantasie di un mondo in cui si
compenetrano gli arcani della tradizione orientale e il sottile fascino della
civiltà europea. Realtà come raffigurazione degli eventi che scandiscono la
vita del rione e fantasia come strumento di conoscenza delle forme e delle
essenze che compongono il ciclo della nascita, vita e morte (la magica visione
del monastero, il suo giardino di delizie, l’inquietante oscurità del tunnel, e
ancora: l’invisibile Grande Vecchio, l’aleatorio paese al di là dei monti e la
baluginante presenza divina). Il protagonista delle settantotto sequenze in cui
si ordina il libro, un “io” infantile che si trova ad affrontare gli
accadimenti dell’esistenza umana sempre dibattuto tra dato fisico e ipotesi
metafisica, diventa così il cantore di gioie, passioni, ansie, soprusi, paure e
disperazioni che consentono all’umanità che popola il dedalo di viuzze dalla
narrazione di trasformare quel microcosmo nell’effigie dell’universo.
Naghib
Mahfuz è nato nel 1911 al Cairo (quartiere di Gamaliyyah) dove è morto nel
2006. Considerato uno dei massimi scrittori arabi di tutti i tempi, è stato
l’unico insignito del premio Nobel per la letteratura (1988). Oltre a romanzi,
saggi e racconti ha scritto sceneggiature televisive e cinematografiche e ha
lavorato a lungo come giornalista. È stato vittima, nel 1994, di un
attentato di fondamentalisti islamici.
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