venerdì 25 agosto 2017

Chiacchiere sul Nilo di Naghib Mahfuz
Ogni sera gli amici si riuniscono e, fumando hashish, intrattengono lunghe conversazioni: è la maniera di evadere dalla monotonia della loro esistenza. L’arrivo nel gruppo di una giovane giornalista e un incidente d’auto sulla strada delle piramidi, sconvolgono questo pigro e velleitario microcosmo, ponendo ciascuno davanti alla dura realtà. Nel romanzo è chiara la condanna di una classe rinunciataria e inetta. A questi personaggi fa da sfondo e da contrappunto l’Egitto in cui Mahfuz crede, simboleggiato dal cielo e dai paesaggi del Cairo, dalla corrente lenta del fiume, dai richiami alla preghiera e dall’unico personaggio positivo, il guardiano Amm Abdu, fedele custode delle tradizioni del suo popolo.

Il nostro quartiere di Nagib Mahfuz

Le cronache di un quartiere raccontate attraverso la quotidianità dei suoi abitanti: la realtà e le fantasie di un mondo in cui si compenetrano gli arcani della tradizione orientale e il sottile fascino della civiltà europea. Realtà come raffigurazione degli eventi che scandiscono la vita del rione e fantasia come strumento di conoscenza delle forme e delle essenze che compongono il ciclo della nascita, vita e morte (la magica visione del monastero, il suo giardino di delizie, l’inquietante oscurità del tunnel, e ancora: l’invisibile Grande Vecchio, l’aleatorio paese al di là dei monti e la baluginante presenza divina). Il protagonista delle settantotto sequenze in cui si ordina il libro, un “io” infantile che si trova ad affrontare gli accadimenti dell’esistenza umana sempre dibattuto tra dato fisico e ipotesi metafisica, diventa così il cantore di gioie, passioni, ansie, soprusi, paure e disperazioni che consentono all’umanità che popola il dedalo di viuzze dalla narrazione di trasformare quel microcosmo nell’effigie dell’universo.



Naghib Mahfuz è nato nel 1911 al Cairo (quartiere di Gamaliyyah) dove è morto nel 2006. Considerato uno dei massimi scrittori arabi di tutti i tempi, è stato l’unico insignito del premio Nobel per la letteratura (1988). Oltre a romanzi, saggi e racconti ha scritto sceneggiature televisive e cinematografiche e ha lavorato a lungo come giornalista. È stato vittima, nel 1994,  di un attentato di fondamentalisti islamici.

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