venerdì 25 agosto 2017

Diario d'Irlanda di Einrich Boll
"Questa Irlanda esiste: ma chi ci va e non la trova, non può chiedere risarcimenti all'autore"...
Böll dedica una pagina a questo "avvertimento" prima di cominciare a raccontare del suo viaggio nella magica terra d'Irlanda. Intorno alla metà degli anni cinquanta Heinrich Böll, premio Nobel per la letteratura nel 1972, insieme alla sua famiglia intraprese il suo primo viaggio in Irlanda e questo libro raccoglie la sua esperienza. Negli anni difficili di ricostruzione e di ripresa economica post guerra, lo scrittore aveva raggiunto la notorietà nel suo Paese e per il suo impegno civile e politico (non solo di oppositore al nazismo) era considerato la vera coscienza della Germania. La Germania voleva lasciarsi alla spalle, in fretta, le macerie della guerra e attuava riforme, come quella monetaria, che avrebbero dovuto dispensare ricchezza e far rientrare la nazione nell’Alleanza atlantica. Heinrich Böll, in aperto contrasto con le politiche post guerra, deluso e amareggiato decise di recarsi nell’isola degli amati: Jonathan Switf, delle cui satire era appassionato lettore, e del mistico William ButlerYeats. Quando il libro venne pubblicato nel 1957, i critici lo descrissero come un romanzo dell’utopia di Böll: il fascino e l’incanto dell’isola con il suo colore verde, il colore della speranza, avevano contagiato lo scrittore, che non nascose il desiderio di vivere in un mondo non più corruttibile e malvagio.
La casa comprata dallo scrittore nel 1958 ad Achill Island (Irlanda). Oggi è di proprietà della "Achill Heinrich Böll Association" che la mette
a disposizione di artisti che vogliano lavorate lì.

In una serie di brevi pezzi - ciascuno poco più di un flash - l'autore presenta, con estremo realismo, l’Irlanda come un paese dove il dolce si mescola all'amaro, la preghiera alla maledizione, un luogo dove la poesia si incontra anche nell'angolo della strada. In queste pagine Heinrich Boll ci ha dato forse - scrive Italo A. Chiusano  - "la sua unica incantevole 'pastorale': un pezzo di letteratura (ma vorrei dire quasi di musica) che sa veramente di vacanza, di respiro ossigenante, di sogno o di favola. (...) Dopo che avremo letto questo 'Diario' per noi quel paese sarà verde nel modo in cui lo ha visto e goduto Boll."



Nessun commento:

Posta un commento