venerdì 25 agosto 2017

La luna e sei soldi di W. Somerset Maugham

Dietro le drammatiche vicende di un pittore che abbandona l'Europa per Tahiti, è ben riconoscibile in questo romanzo la storia di Paul Gauguin. Quando il libro apparve, subito dopo la prima guerra mondiale, si trattava di una novità sconcertante, perché l'artista come personaggio aveva ancora una lunga strada da percorrere nella letteratura del secolo. Non solo: molto tempo prima che autorevoli teorici prescrivessero al romanzo di ibridarsi con altri generi – l'inchiesta, il saggio, il frammento autobiografico –, un autore considerato troppo prudente, troppo ligio al proprio mestiere, troppo rispettoso dei suoi canoni, poneva in atto proprio questo esperimento. E in pagine destinate a diventare immensamente popolari, metteva in scena – come sempre o quasi – se stesso, ma stavolta nella doppia veste di Strickland, un agente di cambio che per amore della pittura lascia il solido mondo della City per quello assai meno rassicurante di Parigi prima e di Tahiti poi, distruggendo lungo il cammino la vita di due donne, e del suo involontario biografo, un giovane deciso a indagare sugli oscuri, brutali, inaccettabili moventi di ogni vero artista.


«La luna e sei soldi è già il romanzo più bello letto nell'anno in corso ... Charles Strick­land a quarant'anni pianta moglie e figli e una comoda vita borghese, va a Parigi, senza neppure la perdonabile scusa di tirarsi dietro un'amante segreta, comincia a dipingere riducendosi a un barbone deriso per le sue velleità artistiche, passa a Marsiglia pidocchioso come non mai, s'imbarca e plana a Tahiti, da dove l'aura del suo genio misconosciuto in vita, una vita da pezzente dal cinismo quasi autistico, si espande prima nel mondo delle aste e delle quadrerie, poi nella storia dell'arte del XX secolo ... Strickland siamo noi che vorremmo guardare in faccia la precarietà e la falsità dei nostri legami e reciderli di colpo, via per sempre, senza rimpianti, nostalgie, sensi di colpa, pentimenti, via da gente – moglie, marito, figli, amici, amanti, commercialisti, avvocati, giudici, giornalisti e altri parcheggiatori abusivi – che ci succhia il sangue e non si accorge assolutamente della tenebra che coviamo in segreto».

ALDO BUSI

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