I demoni e la pasta sfoglia di Michele Mari
Le ossessioni, i furori, i traumi,
la violenza, sono i demoni del titolo; la pasta sfoglia, il trattamento
artistico che consente di stilizzare e di esorcizzare quella materia,
rendendola letteralmente "dicibile".
Questo libro - a tredici anni dalla
prima edizione - raccoglie le pagine saggistiche che Mari ha disseminato su
giornali, riviste, atti di convegno, nonché pezzi d’occasione e saggi inediti
che vanno a costruire una folgorante galleria di ritratti delle sue ossessioni
letterarie, ossia gli scrittori che continuamente vengono letti e riscritti.
Non stupirà quindi che, rispetto alla prima edizione, la ristampa conti un
numero quasi doppio di pagine: l’impressione è che nel corso degli anni il
libro possa espandersi all’infinito, e il catalogo delle ossessioni di Mari
costituire una sempre più personale storia della letteratura. Il libro si fonda sull’idea dell’abitare la “casa-letteratura” non come “turisti occasionali o come tecnici, ma come
legittimi inquilini”, fino ad esserne coinvolti spiritualmente, senza
nascondersi dietro l’alibi che tutto è stato già detto e che ai moderni il
confronto con la tradizioni può solo relegare al ruolo di tristi epigoni o
ricamatori. Chi si nutre di letteratura deve muovere dalla consapevolezza che “determinate cose non solo si possono
continuare a dire bene e originalmente anche se sono già state dette, ma che si
possono dire solo perché sono state già dette, proprio perché sono state già dette”, perché è grazie alla letteratura e
all’arte se noi riusciamo a leggere la realtà più profondamente e in maniera
più archetipica:
“a furia di
leggere libri, a furia di interiorizzare mondi, acquisiamo una sensibilità
diagnostica grazie alla quale, nei confronti della vita il grande lettore ha
molte più antenne e molta più ‘memoria’ perché ha vissuto più vite”.
Alla luce di questo procedimento teorico,
leggere i ritratti di Mari assume un altro e più profondo aspetto: le diverse
sezioni che accolgono al loro interno gli autori amati e ammirati (Ossessioni,
Feticismi, Furori misantropici, Sadismo e voyeurismo, Atavismo come destino,
Estroversioni e La violenza della calligrafia), sono atti d’amore verso la
letteratura e il suo ruolo sia per lo scrittore, che ne fa un tesoro
irrinunciabile a cui attingere, sia per il semplice lettore che sulle sue
parole fonda il suo mondo. Soffermarsi sugli autori trattati da Mari è
ovviamente impossibile considerata la mole dei documenti, si può solo segnalare
le pagine sugli autori che ne hanno fondato più di altri l’estetica e lo stile
(Conrad, Melville e Lovecraft), quelli da cui nasce l’ossessione e l’oscurità
(Landolfi e Céline) o gli inarrivabili enciclopedici che si rinnovano continuamente
ad ogni lettura (Borges, Kafka, Gadda e Proust).
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