venerdì 25 agosto 2017

I demoni e la pasta sfoglia di Michele Mari

Le ossessioni, i furori, i traumi, la violenza, sono i demoni del titolo; la pasta sfoglia, il trattamento artistico che consente di stilizzare e di esorcizzare quella materia, rendendola letteralmente "dicibile".
Questo libro - a tredici anni dalla prima edizione - raccoglie le pagine saggistiche che Mari ha disseminato su giornali, riviste, atti di convegno, nonché pezzi d’occasione e saggi inediti che vanno a costruire una folgorante galleria di ritratti delle sue ossessioni letterarie, ossia gli scrittori che continuamente vengono letti e riscritti. Non stupirà quindi che, rispetto alla prima edizione, la ristampa conti un numero quasi doppio di pagine: l’impressione è che nel corso degli anni il libro possa espandersi all’infinito, e il catalogo delle ossessioni di Mari costituire una sempre più personale storia della letteratura. Il libro si fonda sull’idea  dell’abitare la “casa-letteratura” non come “turisti occasionali o come tecnici, ma come legittimi inquilini”, fino ad esserne coinvolti spiritualmente, senza nascondersi dietro l’alibi che tutto è stato già detto e che ai moderni il confronto con la tradizioni può solo relegare al ruolo di tristi epigoni o ricamatori. Chi si nutre di letteratura deve muovere dalla consapevolezza che “determinate cose non solo si possono continuare a dire bene e originalmente anche se sono già state dette, ma che si possono dire solo perché sono state già dette, proprio perché sono state già dette”, perché è grazie alla letteratura e all’arte se noi riusciamo a leggere la realtà più profondamente e in maniera più archetipica:
“a furia di leggere libri, a furia di interiorizzare mondi, acquisiamo una sensibilità diagnostica grazie alla quale, nei confronti della vita il grande lettore ha molte più antenne e molta più ‘memoria’ perché ha vissuto più vite”.

Alla luce di questo procedimento teorico, leggere i ritratti di Mari assume un altro e più profondo aspetto: le diverse sezioni che accolgono al loro interno gli autori amati e ammirati (Ossessioni, Feticismi, Furori misantropici, Sadismo e voyeurismo, Atavismo come destino, Estroversioni e La violenza della calligrafia), sono atti d’amore verso la letteratura e il suo ruolo sia per lo scrittore, che ne fa un tesoro irrinunciabile a cui attingere, sia per il semplice lettore che sulle sue parole fonda il suo mondo. Soffermarsi sugli autori trattati da Mari è ovviamente impossibile considerata la mole dei documenti, si può solo segnalare le pagine sugli autori che ne hanno fondato più di altri l’estetica e lo stile (Conrad, Melville e Lovecraft), quelli da cui nasce l’ossessione e l’oscurità (Landolfi e Céline) o gli inarrivabili enciclopedici che si rinnovano continuamente ad ogni lettura (Borges, Kafka, Gadda e Proust). 

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