venerdì 25 agosto 2017

Primo Levi e i tedeschi di Martina Mengoni

In Se questo è un uomo, Primo Levi si descrive al cospetto del tedesco per antonomasia, che compendia tutti i tedeschi: il dottor Pannwitz, che «siede formidabilmente» dietro la sua «complicata scrivania». Sta per cominciare l'esame di chimica che gli può valere la sopravvivenza, e Levi dà voce al giudizio, sommario e inevitabile, su tutto un popolo: «Quello che tutti noi dei tedeschi pensavamo e dicevamo si percepì in quel momento in modo immediato. [...] "Gli occhi azzurri e i capelli biondi sono intrinsecamente malvagi. Nessuna comunicazione possibile"». Nella prefazione di Ist das ein Mensch?, la traduzione tedesca di Se questo è un uomo, pubblicata nel 1961, scrisse: «Non posso dire di capire i tedeschi». Oggi sappiamo che, più tardi e altrove, lontano da Auschwitz, la comunicazione poté riprendere, e riservò sorprese. Per una parte consistente della sua vita di scrittore, «capire i tedeschi» – o almeno, intercettarli, incontrarli, interrogarli – fu per Levi un’esigenza quotidiana e insieme un potente germe creativo. Levi mise in atto ogni sua capacità analitica, comunicativa e umana per raggiungere quello scopo. Una serie di nuovi elementi concorre a dimostrarlo: letture, incontri, confronti privati e pubblici, e persino il progetto di un intero libro, non realizzato, che raccogliesse tutte le lettere ricevute dai suoi lettori della Germania Ovest.




Con Nietzsche sul balcone di Carlos Fuentes

Durante un’afosa notte insonne, Carlos Fuentes si affaccia alla finestra della sua camera d’albergo e incontra un personaggio misterioso che, come lui, è uscito sul balcone. Si tratta di Friedrich Nietzsche, al quale è stato eccezionalmente concesso di tornare sulla Terra per 24 ore. Attraverso uno scambio serrato di domande e risposte, il filosofo e lo scrittore intrattengono un dialogo tagliente e indagano il senso dei movimenti rivoluzionari, parlano di violenza e passione, corruzione, tradimento, fanatismo, buonsenso e utopia.


Con Nietzsche sul balcone presenta una galleria di personaggi in precario equilibrio tra delizia e paranoia: due fratelli di sangue nei campi opposti dello spazio politico, tre fratelli spirituali uniti dalla passione rivoluzionaria, feroci criminali, uomini qualunque, bambine violentate, donne fatali, madri ed ermafroditi, in un caleidoscopio di storie dette e ridette e mentite da ciascun personaggio, tutte vere e tutte false e tutte dolorose – perché la verità non è mai vera, come la letteratura. Con Nietzsche sul balcone è l’opera ultima di Carlos Fuentes: dichiarazione di poetica e risultato della più limpida maturità artistica; una delle più alte espressioni del suo simbolismo barocco e visionario; un estremo soffio narrativo delicatamente in conversazione con l’acume della filosofia. È il testamento letterario e spirituale dello scrittore messicano, maestro indiscusso della letteratura in lingua spagnola del xx secolo .

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