L'uso
dell'uomo di Aleksandar Tišma
L'uso
dell'uomo è la storia di tre ragazzi, della loro crescita nella cittadina serba di
Novi Sad e delle loro disavventure provocate dallo scoppio della guerra, dalla
follia nazista e dalle inevitabili asperità cui va incontro ogni esistenza
individuale. Le vite di Vera Kroner, Milinko Božić e Sredoje Lazukić sono
accomunate dalle lezioni di Tedesco presso la signorina Anna Drentwenscheck,
malinconica insegnante che riversa la propria solitudine sulle pagine di un
diario rosso. Quello stesso diario, decenni dopo, sarà l'unico ricordo di
gioventù dei ragazzi sopravvissuti, girovaghi in una terra dilaniata dalla
guerra. È in questo modo che il dramma della Shoah, che investe la giovane Vera
e la segna per sempre con il marchio dell'umiliazione, si intreccia alle
alterne vicende della Resistenza jugoslava, in cui Milinko e Sredoje militano
con spirito e sorti divergenti.
La storia dei protagonisti,
raccontata con scelte narrative che privilegiano la dimensione epica del
racconto e pongono il lettore a stretto contatto con la realtà balcanica di
primo Novecento, viene sviluppata sullo sfondo di una silenziosa riflessione
sul senso della vita umana e sul valore dell'esistenza: lo stile di
Tišma è lirico, dominato da una sensibilità che ricorda le composizioni di
alcuni suoi compatrioti, e in particolare i magnifici racconti del più giovane
Danilo Kiš. Al centro della visione dell'autore si trova un disilluso
pessimismo, perfettamente sintetizzato da una sua celebre affermazione:
"Non
sento affatto il bisogno di scrivere storie di vincitori. Penso che ogni
vittoria sia falsa. Vera è solo la sconfitta, perché la vita è in definitiva
sempre una sconfitta, a meno che non sia, dal principio alla fine,
un'illusione. E le illusioni non mi attirano"
L'uso dell'uomo è certamente anche
un romanzo sull'Olocausto e sulla guerra, ma non può essere ridotto a ciò. Lo
impediscono l'ampiezza dello sguardo, la profondità della riflessione,
l'intento di ritrarre dei personaggi le cui personalità singolarissime non si
lascino esaurire dal ruolo di vittime della Storia. Si tratta di un'opera
attraversata da uno spietato realismo, dalla convinzione che la violenza è
l'essenza della vita, ma è anche una potente trasfigurazione letteraria capace
di incantare e commuovere.
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