venerdì 25 agosto 2017

Il giorno della libertà = Juneteenth di Ralph Ellison


Anni Cinquanta, a Washington D.C., mentre pronuncia un discorso dai toni reazionari, il Senatore Adam Sunraider viene raggiunto da un proiettile sparato contro di lui da un giovane nero. Nel parapiglia che segue, il Senatore sente levarsi forte una voce un tempo a lui cara e familiare, quella del Reverendo Alonzo «Daddy» Hickman, predicatore nero e guida spirituale di una chiesa battista del Sud, che a capo di un manipolo di fedeli si era recato fino a Washington nel tentativo di incontrare Sunraider e avvertirlo del pericolo incombente. Tra la meraviglia di tutti, dal suo letto d'ospedale, il Senatore chiede che Hickman, e nessun altro, venga condotto al suo capezzale. Di nuovo insieme dopo molti anni, il nero Hickman e il presumibilmente bianco Sunraider, che egli chiama Bliss, ricordano, parlano, ricostruiscono il passato e la vicenda personale che li lega. Scopriamo così che quello che un tempo era il giovane Bliss era stato allevato da Hickman e dalla sua congregazione per farne un piccolo predicatore; fuggito dalla comunità alla ricerca di una madre mai conosciuta, era divenuto dapprima un cineasta da strapazzo, poi un politico corrotto e reazionario. E lentamente scopriamo anche la vicenda personale di Hickman. Un tempo giocatore d'azzardo e bevitore, poi jazzista, quindi religioso probo e morigerato, Hickman è adesso un convinto assertore dell’importanza del contributo dei neri alla storia degli Stati Uniti e un appassionato sostenitore della identità culturale afro-americana, fondata sulla Bibbia, sulla musica, su tradizioni che minacciano di scomparire. Una narrazione polifonica, prepotentemente orale, basata su un intrecciarsi di ritmi, dai riff del jazz, al modello antifonale delle cerimonie religiose del Sud, per comporre un grande mosaico della identità afro-americana, nodo centrale della storia dell'America nel suo insieme.

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