Il giorno
della libertà = Juneteenth di Ralph Ellison
Anni Cinquanta, a Washington D.C., mentre pronuncia un
discorso dai toni reazionari, il Senatore Adam Sunraider viene raggiunto da un
proiettile sparato contro di lui da un giovane nero. Nel parapiglia che segue,
il Senatore sente levarsi forte una voce un tempo a lui cara e familiare,
quella del Reverendo Alonzo «Daddy» Hickman, predicatore nero e guida
spirituale di una chiesa battista del Sud, che a capo di un manipolo di fedeli
si era recato fino a Washington nel tentativo di incontrare Sunraider e
avvertirlo del pericolo incombente. Tra la meraviglia di tutti, dal suo letto
d'ospedale, il Senatore chiede che Hickman, e nessun altro, venga condotto al
suo capezzale. Di nuovo insieme dopo molti anni, il nero Hickman e il
presumibilmente bianco Sunraider, che egli chiama Bliss, ricordano, parlano,
ricostruiscono il passato e la vicenda personale che li lega. Scopriamo così
che quello che un tempo era il giovane Bliss era stato allevato da Hickman e
dalla sua congregazione per farne un piccolo predicatore; fuggito dalla comunità
alla ricerca di una madre mai conosciuta, era divenuto dapprima un cineasta da
strapazzo, poi un politico corrotto e reazionario. E lentamente scopriamo anche
la vicenda personale di Hickman. Un tempo giocatore d'azzardo e bevitore, poi
jazzista, quindi religioso probo e morigerato, Hickman è adesso un convinto
assertore dell’importanza del contributo dei neri alla storia degli Stati Uniti
e un appassionato sostenitore della identità culturale afro-americana, fondata
sulla Bibbia, sulla musica, su tradizioni che minacciano di scomparire. Una
narrazione polifonica, prepotentemente orale, basata su un intrecciarsi di
ritmi, dai riff del jazz, al modello antifonale delle cerimonie religiose del
Sud, per comporre un grande mosaico della identità afro-americana, nodo
centrale della storia dell'America nel suo insieme.
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