“Innumerevoli sono i giochi e di vario tipo: giochi
di società, di destrezza, d’azzardo, giochi all’aperto, giochi di pazienza,
giochi di costruzione, ecc.”
Con queste parole comincia I giochi e gli uomini di
Roger Caillois, un saggio pubblicato in Francia nel 1958, un classico
dell'antropologia che rappresenta tuttora uno dei testi di riferimento per
chiunque voglia avvicinarsi allo studio del gioco. Il suo punto di forza è
certamente la grande lucidità con cui l’autore analizza, distingue e classifica
le diverse componenti che caratterizzano un gioco. Caillois parte dalla
considerazione che nonostante l’attività del giocare possa presentarsi in forme
molto diverse tra loro, esse sono tutte accomunate da una serie di
caratteristiche sempre presenti e per questo fondamentali. La prima di esse è
la libertà: non vi è gioco quando non è la persona a scegliere, in piena
autonomia, di prendervi parte; la separazione consiste nel fatto che il
giocare è un attività ben delimitata nel tempo e nello spazio; l’incertezza caratterizza
l’esito finale ma anche lo svolgimento stesso della partita. Il gioco è inoltre
improduttivo, poiché nessun risultato da esso generato possiede un valore
effettivo nel mondo reale, regolato, in quanto soggetto a condizioni ferree ed
inviolabili per volontà stessa dei partecipanti, e infine fittizio poiché il
giocatore stesso è conscio di trovarsi al di fuori della realtà ordinaria.
Questa analisi è, per Caillois, il punto di partenza per un successivo
approfondimento, volto a mostrare come le più disparate forme di gioco possano
sostanzialmente ricondursi a quattro categorie fondamentali: la competizione,
la sorte, la maschera, la vertigine. Queste coordinate si combinerebbero di
volta in volta tra loro, determinando le due facce, opposte e complementari,
del gioco.
Musica e
trance : i rapporti fra la musica e i fenomeni di possessione di Gilbert Rouget.
Tema del volume sono i rapporti psicologici e fisiologici fra
la musica e i fenomeni di possessione, come la trance, l'estasi, lo
sciamanismo. L'orizzonte geografico è dei più vasti: dall'Africa del Benin e
del Senegal al Sud America del Brasile e del Cile, all'Asia siberiana e
indonesiana, al mondo arabo, all'Italia meridionale. L'orizzonte temporale va
dai testi biblici, alla mania e al coribantismo greci, all'orfismo
rinascimentale, a Rousseau e a spunti di attualità. Ad accomunare queste
esperienze etnografiche e culturali è il ruolo della musica, stimolo ma anche
manipolazione della trance: se spesso la scatena, accade anche che la plachi.
Con questo saggio - dal vigoroso impianto scientifico e dalle continue
incursioni interdisciplinari - l'etnomusicologo Gilbert Rouget ha dato un
contributo fondamentale agli studi sulle potenzialità della musica
nell'induzione di condizioni estatiche o di trance, proponendo una
classificazione dei vari fenomeni e avanzando precise ipotesi sui rispettivi
ruoli che musica, danza, rito e finalità terapeutiche giocano nello
"strano meccanismo" dei riti di possessione.
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