venerdì 25 agosto 2017

“Innumerevoli sono i giochi e di vario tipo: giochi di società, di destrezza, d’azzardo, giochi all’aperto, giochi di pazienza, giochi di costruzione, ecc.”
Con queste parole comincia I giochi e gli uomini di Roger Caillois, un saggio pubblicato in Francia nel 1958, un classico dell'antropologia che rappresenta tuttora uno dei testi di riferimento per chiunque voglia avvicinarsi allo studio del gioco. Il suo punto di forza è certamente la grande lucidità con cui l’autore analizza, distingue e classifica le diverse componenti che caratterizzano un gioco. Caillois parte dalla considerazione che nonostante l’attività del giocare possa presentarsi in forme molto diverse tra loro, esse sono tutte accomunate da una serie di caratteristiche sempre presenti e per questo fondamentali. La prima di esse è la libertà: non vi è gioco quando non è la persona a scegliere, in piena autonomia, di prendervi parte; la separazione consiste nel fatto che il giocare è un attività ben delimitata nel tempo e nello spazio; l’incertezza caratterizza l’esito finale ma anche lo svolgimento stesso della partita. Il gioco è inoltre improduttivo, poiché nessun risultato da esso generato possiede un valore effettivo nel mondo reale, regolato, in quanto soggetto a condizioni ferree ed inviolabili per volontà stessa dei partecipanti, e infine fittizio poiché il giocatore stesso è conscio di trovarsi al di fuori della realtà ordinaria. Questa analisi è, per Caillois, il punto di partenza per un successivo approfondimento, volto a mostrare come le più disparate forme di gioco possano sostanzialmente ricondursi a quattro categorie fondamentali: la competizione, la sorte, la maschera, la vertigine. Queste coordinate si combinerebbero di volta in volta tra loro, determinando le due facce, opposte e complementari, del gioco.

Musica e trance : i rapporti fra la musica e i fenomeni di possessione di Gilbert Rouget.

Tema del volume sono i rapporti psicologici e fisiologici fra la musica e i fenomeni di possessione, come la trance, l'estasi, lo sciamanismo. L'orizzonte geografico è dei più vasti: dall'Africa del Benin e del Senegal al Sud America del Brasile e del Cile, all'Asia siberiana e indonesiana, al mondo arabo, all'Italia meridionale. L'orizzonte temporale va dai testi biblici, alla mania e al coribantismo greci, all'orfismo rinascimentale, a Rousseau e a spunti di attualità. Ad accomunare queste esperienze etnografiche e culturali è il ruolo della musica, stimolo ma anche manipolazione della trance: se spesso la scatena, accade anche che la plachi. Con questo saggio - dal vigoroso impianto scientifico e dalle continue incursioni interdisciplinari - l'etnomusicologo Gilbert Rouget ha dato un contributo fondamentale agli studi sulle potenzialità della musica nell'induzione di condizioni estatiche o di trance, proponendo una classificazione dei vari fenomeni e avanzando precise ipotesi sui rispettivi ruoli che musica, danza, rito e finalità terapeutiche giocano nello "strano meccanismo" dei riti di possessione.

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