Noi
sogniamo il mondo di Stefano Erasmo Pacini
In un libro fotografico il
giornalista Stefano Pacini* si ritrae insieme ai volti incontrati in decenni di
lotte e storie raccontate, dai 'ventenni fricchettoni degli anni settanta' ai
'contadini della maremma mineraria'.
“Noi sogniamo il mondo” non è solo un libro fotografico di
reportage che abbraccia luoghi e genti, è un sogno lungo quarant’anni, un diario
fotografico, una serie di domande senza tempo sul senso della vita, sulla
memoria, di una generazione nutrita di utopia. Ha richiesto una vita intera,
spesa camminando per le strade con unica bussola la libertà, sempre andando e
fotografando, sempre domandando, domande che non si esauriscono mai, che
rimarranno ad interrogare chi verrà dopo di noi, e proverà ancora emozioni e
sarà stimolato a riflessioni e chissà, persino nuovi sogni. Fotografando il
mondo se ne diventa parte, e mettendo in circolo queste foto si condivide la
sua sterminata umanità, unico antidoto contro la paura, l’odio, la guerra.
Ha scritto Alessandro Pagni in “epopea contadina di amore e
anarchia”… “Questo libro, che
racchiude gli scatti più significativi della produzione del reporter maremmano,
che redige pure da anni una rivista on line, Maremma Libertaria, è un taccuino
di appunti, un diario appassionato di come era il mondo “prima”. E quel
“prima”, non deve necessariamente leggersi con una qualche connotazione
nostalgica o un retorico e inutile “prima si stava meglio”; il “prima” a cui
alludo è il senso del momento, dell’attimo irripetibile, è l’arco di tempo in
cui non cerco di interpretare gli eventi ma lascio che mi entrino dentro e mi
modellino, perché ne faccio parte: cimeli da conservare e guardare più tardi,
nella solitudine dei nostri pensieri. Oggi, inevitabilmente, quel taccuino che
ha visto il mondo, fatto di un ventaglio invidiabile di occasioni possibili,
assume l’aspetto di un’antologia di lezioni imparate, punti su una mappa che
tracciano il vertiginoso, struggente, racconto di una vita.” Mentre Alberto
Prunetti ha aggiunto: Stefano ha raccolto
alcuni dei suoi scatti migliori, realizzati tra gli anni Settanta e i nostri
giorni. Stefano fa con le fotografie quello che i poeti in ottava rima fanno
con le parole: conserva la memoria, crea un archivio pubblico di un mondo che
purtroppo sta scomparendo. Un mondo di un’umanità che sapeva ancora sognare
l’utopia.
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