Scandalose
: vite di donne libere di Cristina De Stefano
Venti ritratti di donne che hanno
dato scandalo nell'arte, la musica e la letteratura del '900: Tallulah
Bankhead, Louise Bourgeois, Pearl S. Buck, Lydia Cabrera, Claude Cahun,
Marguerite Duras, Elsa von Freytag-Loringhoven, Tove Jansson, Toto Koopman,
Else Lasker- Schüler, Clarice Lispector, Mina Loy, Grace Metalious, Nahui Olin,
Jean Rhys, Niki de Saint Phalle, Albertine Sarrazin, Annemarie Schwarzenbach,
Nina Simone, Violet Trefusis. Chi erano queste donne scandalose? Anime fragili,
il cui tratto comune è l’infelicità, oltre a un rapporto irrisolto con i
genitori: madri assenti o cattive, padri ingombranti o addirittura incestuosi.
Bellissime e conturbanti, come la scrittrice Mina Loy, che vestiva sempre di
rosso, fumava la pipa e realizzava paralumi artistici grazie a un finanziamento
di Peggy Guggenheim. O come la cubana Lydia Cabrera che metteva nero su bianco
le antiche storie che le avevano raccontato le tate africane. Donne che grazie
al loro talento sfuggono a un destino di emarginazione, come la nera Nina
Simone, che divenne invece una celebre jazz singer. Niki de Saint Phalle
divenne un’artista per liberarsi da un trauma infantile e deve la fama alla
scelta di sparare ai suoi quadri. Figure inquiete che non conoscono né
rassegnazione né timidezza: la modella Toto Koopman, che per alcuni era la
donna più bella del mondo, fece la spia per gli inglesi a Berlino, sedusse
Herbert von Karajan, Galeazzo Ciano e il figlio di Churchill. Sono anche
instancabili viaggiatrici: Clarice Lispecter, prima autrice femminista del
Brasile, percorse Africa, Portogallo, Inghilterra, Stati Uniti e a Roma dove
posò per De Chirico. Hanno identità insolute, ambigue, e ne fanno il perno
della loro attività artistica, come la francese Claude Cahun, fotografa
abilissima nel gioco dei travestimenti che diceva di sé: «Maschile? Femminile? Dipende dai casi. Neutro è il solo genere che mi
conviene sempre». Non arretrano dinanzi al vizio, ne fa fede la vita
dissoluta dell’attrice Tallulah Bankhead. La loro eccentricità non sempre ha
contribuito al successo: la poetessa tedesca Else Lasker-Schuler fu definita da
Kraus «un incrocio tra un arcangelo e una pescivendola»; non meno eccentrica la
modella Nahui Olin, che viveva con un pittore rivoluzionario, Gerardo Murillo,
e si divertiva a scandalizzare gli ospiti girando nuda per casa. Quando la vita
regala loro un trionfo inaspettato queste donne sono incredule. Come Grace
Metalious, l’autrice di Peyton Place, o come Pearl S. Buck che vinse il
premio Nobel con il romanzo La buona terra. O ancora Jean Rhys, autrice
de Il grande mare dei Sargassi, divenuta famosa a 76 anni, che usava
la scrittura per sanare ferite. Lo stesso metodo di Marguerite Duras, che nel
libro L’Amante prese spunto dalla sua infanzia sordida, la prostituzione
precoce, la relazione di due anni con un vecchio cinese nelle cui braccia fu
sospinta da una madre tirannica e dalle botte del fratello. Le pagine nere
dell’inizio, in quasi tutte queste donne scandalose, sono riscattate dall’arte,
dalla creazione, dalla poesia, dalla letteratura. È il loro modo di essere
libere e di vendicarsi del mondo.
Nessun commento:
Posta un commento