venerdì 25 agosto 2017

Scandalose : vite di donne libere di Cristina De Stefano


Venti ritratti di donne che hanno dato scandalo nell'arte, la musica e la letteratura del '900: Tallulah Bankhead, Louise Bourgeois, Pearl S. Buck, Lydia Cabrera, Claude Cahun, Marguerite Duras, Elsa von Freytag-Loringhoven, Tove Jansson, Toto Koopman, Else Lasker- Schüler, Clarice Lispector, Mina Loy, Grace Metalious, Nahui Olin, Jean Rhys, Niki de Saint Phalle, Albertine Sarrazin, Annemarie Schwarzenbach, Nina Simone, Violet Trefusis. Chi erano queste donne scandalose? Anime fragili, il cui tratto comune è l’infelicità, oltre a un rapporto irrisolto con i genitori: madri assenti o cattive, padri ingombranti o addirittura incestuosi. Bellissime e conturbanti, come la scrittrice Mina Loy, che vestiva sempre di rosso, fumava la pipa e realizzava paralumi artistici grazie a un finanziamento di Peggy Guggenheim. O come la cubana Lydia Cabrera che metteva nero su bianco le antiche storie che le avevano raccontato le tate africane. Donne che grazie al loro talento sfuggono a un destino di emarginazione, come la nera Nina Simone, che divenne invece una celebre jazz singer. Niki de Saint Phalle divenne un’artista per liberarsi da un trauma infantile e deve la fama alla scelta di sparare ai suoi quadri. Figure inquiete che non conoscono né rassegnazione né timidezza: la modella Toto Koopman, che per alcuni era la donna più bella del mondo, fece la spia per gli inglesi a Berlino, sedusse Herbert von Karajan, Galeazzo Ciano e il figlio di Churchill. Sono anche instancabili viaggiatrici: Clarice Lispecter, prima autrice femminista del Brasile, percorse Africa, Portogallo, Inghilterra, Stati Uniti e a Roma dove posò per De Chirico. Hanno identità insolute, ambigue, e ne fanno il perno della loro attività artistica, come la francese Claude Cahun, fotografa abilissima nel gioco dei travestimenti che diceva di sé: «Maschile? Femminile? Dipende dai casi. Neutro è il solo genere che mi conviene sempre». Non arretrano dinanzi al vizio, ne fa fede la vita dissoluta dell’attrice Tallulah Bankhead. La loro eccentricità non sempre ha contribuito al successo: la poetessa tedesca Else Lasker-Schuler fu definita da Kraus «un incrocio tra un arcangelo e una pescivendola»; non meno eccentrica la modella Nahui Olin, che viveva con un pittore rivoluzionario, Gerardo Murillo, e si divertiva a scandalizzare gli ospiti girando nuda per casa. Quando la vita regala loro un trionfo inaspettato queste donne sono incredule. Come Grace Metalious, l’autrice di Peyton Place, o come Pearl S. Buck che vinse il premio Nobel con il romanzo La buona terra. O ancora Jean Rhys, autrice de Il grande mare dei Sargassi, divenuta famosa a 76 anni, che usava la scrittura per sanare ferite. Lo stesso metodo di Marguerite Duras, che nel libro L’Amante prese spunto dalla sua infanzia sordida, la prostituzione precoce, la relazione di due anni con un vecchio cinese nelle cui braccia fu sospinta da una madre tirannica e dalle botte del fratello. Le pagine nere dell’inizio, in quasi tutte queste donne scandalose, sono riscattate dall’arte, dalla creazione, dalla poesia, dalla letteratura. È il loro modo di essere libere e di vendicarsi del mondo.

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