lunedì 4 dicembre 2017

Bartleby lo scrivano di Herman Melville

Bartleby lo scrivano, tra i più bei racconti dell'epoca moderna, parla di uno scrivano che rivendica l'ozio e il silenzio, contro tutte le pressioni dell'utilitarismo americano. Imitato, meditato e tradotto da alcuni dei massimi scrittori contemporanei, come Borges, Beckett, Leiris, Perec, Calvino, è anche una parabola sul lavoro di scrivere destinata a sconvolgere molte idee.
Il nero del Narciso di Joseph Conrad
La traversata del veliero "Narciso" inizia tranquilla, ma ben presto si scopre che Jimmy, un marinaio di colore, ha una malattia terminale ai polmoni che lo rende del tutto incapace di lavorare. La sua malattia peggiora giorno dopo giorno, così come il tempo e il mare peggiorano con l'approssimarsi della nave al Capo di Buona Speranza. Quando la tempesta si scatena in tutta la sua violenza, le condizioni di Jimmy si aggravano. Ma la tempesta non è soltanto sul mare, ma anche nel cuore degli uomini... Secondo la critica più autorevole, il romanzo è un'allegoria sul tema della solidarietà e dell'isolamento, con il microcosmo della nave a rappresentare una versione in scala ridotta della società umana.
Murphy di Samuel Beckett
Il personaggio di Murphy è modellato su una matrice esplicitamente autobiografica. Dublinese, trapiantato a Londra, erudito e ironico, incapace di prendere decisioni anche minime riguardanti la sua vita, Murphy trova il suo passatempo preferito nel librarsi oltre i limiti corporei e abbandonarsi a riflessioni squisitamente interiori. Murphy è soprattutto qualcuno che si lega a una sedia a dondolo e oscilla beato nel suo solipsismo.
Cento di questi sogni : viaggio tra i generi letterari,  a cura di Pierantonio Pardi
Come si può ricordare Centuria di Giorgio Manganelli, persona gentile e schiva che ha attraversato il novecento letterario con profondità e leggerezza, fuori da ogni accademia ma dentro la materia letteraria? Questo testo è un affettuoso ricordo e omaggio a Centuria e ripropone al lettore un viaggio tra i classici della letteratura italiana e straniera che parte dai romanzi d’amore e attraversa la fiaba, il mito, il giallo, il fantasy, il comico, lo splatter.

Come è noto il Lettore Supremo precipitava dal sommo di un grattacielo, e man mano che transitava di fronte alle finestre, il lettore di ciascun piano leggeva la riga destinatagli, a voce forte e chiara. “E’ necessario – notava Manganelli - che il numero dei piani corrisponda a quello delle righe, e non vi siano equivoci tra ammezzato e primo piano, che potrebbero causare un imbarazzante silenzio prima dello schianto.” Ovviamente il grattacielo avrebbe dovuto avere il medesimo numero di piani delle righe del testo da leggere.  In Cento di questi sogni, invece, il Lettore Supremo guiderà i lettori su per un grattacielo di venticinque piani e a ogni piano, in una stanza, si potranno leggere i quattro racconti relativi ai vari generi, s’incontreranno personaggi buffi e improbabili, ma soprattutto si potrà curiosare nelle biblioteche di cui ogni stanza è fornita alla ricerca dei libri di cui, forse, si era persa la memoria.  E sulla porta di ogni stanza, in epigrafe, una poesia introdurrà il genere in questione. Insomma un viaggio in verticale, una vertigine cartacea che produrrà sogni di ogni genere, e farà assaporare piaceri smarriti e sommersi, gustandone però anche di nuovi..

Ah, l'America! : un'esplicita allegoria di Giorgio Manganelli

In questo breve quanto denso resoconto dall'Argentina, ancora inedito, tutta la potenza della lingua di Giorgio Manganelli scardina il viaggio da Baedeker, per restituirci una Buenos Aires, caratterizzata da una doppia diversità; rispetto ai suoi fondatori europei, e rispetto alla presenza autologa. Più di un non-luogo, un luogo allogenico che trova una possibilità di comunicazione nel suo idioletto, il Lunfardo, il linguaggio che parla il popolo e che fornisce un radicamento alla sua identità altrimenti evanescente, e che in certo modo, tempera la sostanziale impossibilità di conoscere a pieno la realtà e se stessi. Il testo arricchito dal saggio di Giampaolo Vincenzi, dalla postfazione di Giulia Marchina e da uno scritto della figlia, Lietta Manganelli, e da altro materiale, è ora a disposizione dei lettori e degli appassionati di Giorgio Manganelli.

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