Elogio
della letteratura di Zygmunt Bauman e Riccardo Mazzeo
«Chiamiamo realtà materiale il mondo del valore di scambio, e cultura
tutto ciò che rifiuta di accettare il suo dominio». Con questa
definizione dei Minima moralia di Adorno si apre il secondo (e ultimo,
per la recente scomparsa del grande Zygmunt Bauman) libro scritto a quattro
mani dal pensatore della “società liquida” e da Riccardo Mazzeo, editor per la
casa editrice Erickson, studioso di psicoanalisi e letteratura.
Nel libro viene esaminata la
controversa questione della relazione tra la letteratura (e le arti in
generale) e la sociologia (o quel ramo delle scienze umane che pretendono di
avere uno status scientifico). Mentre molti vedono letteratura e sociologia
come vocazioni radicalmente differenti, Bauman e Mazzeo sostengono che siano
connesse da un obiettivo comune e condividano lo stesso ambito d'indagine.
Bauman aveva detto che, se fosse stato costretto a trasferirsi su un'isola
deserta con un solo libro, avrebbe scelto un romanzo di Musil o Calvino. E
aveva testimoniato il suo debito nei confronti di Freud. Il libro intreccia
dunque la letteratura con la sociologia, la psicoanalisi con la pop culture,
Franzen, Musil, Littell e Proust con la cultura karaoke. Nonostante le molte
differenze nei metodi e nel modo di presentare i risultati, i romanzi e i testi
di sociologia non hanno scopi diversi. A dire il vero, sono precisamente le
loro differenze che le rendono reciprocamente indispensabili e complementari.
L'arte di
governare la carta : follia e disciplina nelle biblioteche di casa di Ambrogio Borsani
I libri hanno conosciuto molti spazi abitativi nel corso
della storia: gli scaffali delle tavolette di Ebla, gli armari dei rotoli
romani, i bauli degli arabi, la grotta di san Girolamo, l'utopica biblioteca di
Warburg, le garçonnière per sola carta, le oasi nel deserto della
Mauritania...In queste pagine Borsani ripercorre le abitudini, le regole e le
follie legate al mondo del libro. Come riuscivano Rabelais e Hemingway a
portarsi dietro una biblioteca in viaggio? Come erano sistemati i 50.000 libri
di Umberto Eco e in cosa consiste l’ordine geologico di Roberto Calasso? Ma
racconta anche cosa succede quando ci si porta in casa 350.000 libri in un
colpo, come ha fatto la signora Shaunna Raycraft. E nella letteratura come
vengono usate le biblioteche? Thomas Mann, Stendhal, Elias Canetti, Alessandro
Manzoni, Jean Paul, Rudolph Töpffer, Robert Musil, Georges Perec, Luigi
Pirandello e molti altri scrittori hanno creato straordinarie pagine di
letteratura ambientate nelle biblioteche. Ci sono stati inoltre teorici come
Melvil Dewey che hanno inventato sistemi per ordinare i libri nelle biblioteche
pubbliche. Ma per quelle di casa? Ripercorrendo la storia dell'ordine e del
disordine, L’arte di governare la carta
indica alcuni criteri per rendere più armonica la convivenza con i libri.
La saggezza dei
pigri : figure di rifiuto del lavoro in Melville, Conrad e Beckett di Federico Bellini
Nei ritmi
sempre più affannosi di una modernità non ancora conclusa l’indolenza diventa,
se non un valore, un prezioso elemento di contrasto. La saggezza dei pigri racconta e analizza tre personaggi
letterari che, rifiutando di lavorare, danno corpo a uno sguardo alternativo
sulla loro epoca. Bartleby, che nel racconto di Melville si ostina a “preferire
di no”, esprime una reazione all’emergente capitalismo nel quale la dedizione
al lavoro si coniuga all’edonismo consumista. James Wait, il marinaio allettato
al centro di The Nigger of the
“Narcissus” di Conrad, è sintomo del conflitto fra l’esaltazione
dell’operosità di una utopica comunità tradizionale e la consapevolezza della
sua irrealtà. Sul rifiuto di lavorare del protagonista di Murphy, Beckett modula una
riflessione sul rapporto fra attività e passività, interno e esterno, identità
e differenza. In Bartleby, James Wait e Murphy si coglie il convergere della
più grande potenzialità con la più radicale impotenza e in questo paradosso si
configura un’idea dell’umano come precario equilibrio fra creatività produttiva
e sterile abbandono. Attraverso tali personaggi letterari che si rifiutano di
lavorare i tre scrittori riescono a dare corpo a uno sguardo alternativo sulla
loro epoca, su quella fetta di modernità, costruita sull’egemonia dell’azione,
del fare e del trasformare.
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