lunedì 4 dicembre 2017

Elogio della letteratura di Zygmunt Bauman e Riccardo Mazzeo
«Chiamiamo realtà materiale il mondo del valore di scambio, e cultura tutto ciò che rifiuta di accettare il suo dominio». Con questa definizione dei Minima moralia di Adorno si apre il secondo (e ultimo, per la recente scomparsa del grande Zygmunt Bauman) libro scritto a quattro mani dal pensatore della “società liquida” e da Riccardo Mazzeo, editor per la casa editrice Erickson, studioso di psicoanalisi e letteratura.

Nel libro viene esaminata la controversa questione della relazione tra la letteratura (e le arti in generale) e la sociologia (o quel ramo delle scienze umane che pretendono di avere uno status scientifico). Mentre molti vedono letteratura e sociologia come vocazioni radicalmente differenti, Bauman e Mazzeo sostengono che siano connesse da un obiettivo comune e condividano lo stesso ambito d'indagine. Bauman aveva detto che, se fosse stato costretto a trasferirsi su un'isola deserta con un solo libro, avrebbe scelto un romanzo di Musil o Calvino. E aveva testimoniato il suo debito nei confronti di Freud. Il libro intreccia dunque la letteratura con la sociologia, la psicoanalisi con la pop culture, Franzen, Musil, Littell e Proust con la cultura karaoke. Nonostante le molte differenze nei metodi e nel modo di presentare i risultati, i romanzi e i testi di sociologia non hanno scopi diversi. A dire il vero, sono precisamente le loro differenze che le rendono reciprocamente indispensabili e complementari.

L'arte di governare la carta : follia e disciplina nelle biblioteche di casa di Ambrogio Borsani
I libri hanno conosciuto molti spazi abitativi nel corso della storia: gli scaffali delle tavolette di Ebla, gli armari dei rotoli romani, i bauli degli arabi, la grotta di san Girolamo, l'utopica biblioteca di Warburg, le garçonnière per sola carta, le oasi nel deserto della Mauritania...In queste pagine Borsani ripercorre le abitudini, le regole e le follie legate al mondo del libro. Come riuscivano Rabelais e Hemingway a portarsi dietro una biblioteca in viaggio? Come erano sistemati i 50.000 libri di Umberto Eco e in cosa consiste l’ordine geologico di Roberto Calasso? Ma racconta anche cosa succede quando ci si porta in casa 350.000 libri in un colpo, come ha fatto la signora Shaunna Raycraft. E nella letteratura come vengono usate le biblioteche? Thomas Mann, Stendhal, Elias Canetti, Alessandro Manzoni, Jean Paul, Rudolph Töpffer, Robert Musil, Georges Perec, Luigi Pirandello e molti altri scrittori hanno creato straordinarie pagine di letteratura ambientate nelle biblioteche. Ci sono stati inoltre teorici come Melvil Dewey che hanno inventato sistemi per ordinare i libri nelle biblioteche pubbliche. Ma per quelle di casa? Ripercorrendo la storia dell'ordine e del disordine, L’arte di governare la carta indica alcuni criteri per rendere più armonica la convivenza con i libri.

La saggezza dei pigri : figure di rifiuto del lavoro in Melville, Conrad e Beckett di Federico Bellini

Nei ritmi sempre più affannosi di una modernità non ancora conclusa l’indolenza diventa, se non un valore, un prezioso elemento di contrasto. La saggezza dei pigri racconta e analizza tre personaggi letterari che, rifiutando di lavorare, danno corpo a uno sguardo alternativo sulla loro epoca. Bartleby, che nel racconto di Melville si ostina a “preferire di no”, esprime una reazione all’emergente capitalismo nel quale la dedizione al lavoro si coniuga all’edonismo consumista. James Wait, il marinaio allettato al centro di The Nigger of the “Narcissus” di Conrad, è sintomo del conflitto fra l’esaltazione dell’operosità di una utopica comunità tradizionale e la consapevolezza della sua irrealtà. Sul rifiuto di lavorare del protagonista di Murphy, Beckett modula una riflessione sul rapporto fra attività e passività, interno e esterno, identità e differenza. In Bartleby, James Wait e Murphy si coglie il convergere della più grande potenzialità con la più radicale impotenza e in questo paradosso si configura un’idea dell’umano come precario equilibrio fra creatività produttiva e sterile abbandono. Attraverso tali personaggi letterari che si rifiutano di lavorare i tre scrittori riescono a dare corpo a uno sguardo alternativo sulla loro epoca, su quella fetta di modernità, costruita sull’egemonia dell’azione, del fare e del trasformare.

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