mercoledì 31 maggio 2017

Il libro di mio padre di Urs Widmer

Al compimento dei dodici anni il giovane Karl riceve in dono un libro con le pagine bianche che – come vuole la tradizione di famiglia – riempirà, giorno dopo giorno, per il resto della propria vita. Nessuno potrà leggerlo, nessuno saprà cosa c’è scritto se non dopo la sua morte. Quando questa si verifica però del libro si perdono le tracce. Sarà il figlio, in uno straordinario esercizio di narrazione, a porre rimedio alla perdita raccontando l’esistenza del padre, regalandoci il ritratto di un uomo carismatico e passionale, dominato da un grande amore per i libri e da una profonda sensibilità per la cultura in ogni sua forma. Il suo mondo interiore si ciba di Villon, Diderot, Stendhal e di molti altri autori che colleziona e traduce, ma Karl è affascinato anche dall’esuberante energia di giovani artisti – molto diversi nello stile, uniti dagli ideali antifascisti e dalla condanna delle inquietanti ombre che affliggono l’Europa degli anni Trenta. Il libro di mio padre è omaggio e memoria, è pacificazione di un figlio con le mancanze di un padre, è una storia d’amore, un incredibile percorso nel mondo dei libri e, tra le altre cose, un affresco delle illusioni e delusioni del XX secolo.



Uno dei migliori esponenti della letteratura svizzera. Le Monde

“Urs Widmer trovò in famiglia non pochi spunti per la propria vocazione letteraria fino a diventare il più significativo scrittore svizzero erede di Frisch e Dürrenmatt. Complice involontario il genitore, Walter, insegnante, critico letterario e traduttore; l’homme des lettres sul quale egli scrisse nel 2004 un romanzo ironico e fantasioso, Il libro di mio padre, che l’editore Keller propone ora nell’ottima traduzione di Roberta Gado”.                                          L. Forte


“È la storia di una contrastata giovinezza europea di ieri, dentro grandi scontri e paure, ma ancora idealista e audace. È una storia che oggi sarebbe quasi impensabile. Non è una “lettera al padre” rivendicativa ed edipica, ma un romanzo che trasfigura personaggi reali. Figlio di un traduttore e studioso, lo svizzero Widmer scrive al posto del padre, e ne ricostruisce la vita in modi vivaci e gloriosi che scivolano a volte nella kermesse e nel fantastico (il bellissimo capitolo sull’iniziazione all’età adulta in un paese montano) e nella commedia, pur trattando di anni difficili come i trenta del novecento, la guerra e il dopoguerra.” G. Fofi

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