martedì 30 maggio 2017

La classe operaia nella rivoluzione francese  di Evgenij V. Tarle
Qual è stata la parte della classe operaia nella grande rivoluzione democratico-borghese di Francia? E quali erano le sue condizioni di vita, il suo grado di omogeneità? E ancora, cosa aveva significato la rivoluzione nel processo di formazione del proletariato moderno e quanto aveva contribuito a suscitare nel popolo la consapevolezza di esistere come classe? Questo importante testo della scuola marxista studia approfonditamente la struttura della Francia durante l'Ancien Regime e la Rivoluzione, ponendo l'accento su un nuovo protagonista che proprio allora stava per affacciarsi alla ribalta della scena sociale: il proletariato industriale, la classe operaia. Un classico della storiografia sulla Rivoluzione Francese.


Passeggiate londinesi di Flora Tristan
Un diario, un racconto, un viaggio nella Londra del 1840, quella meno conosciuta. Pagine di costume, di storia e analisi sociale dense di afflato sentimentale e ideale. Con questo libro, Flora Tristan ci parla della dignità dei più umili, della novità di una metropoli e delle sue abitudini, ci svela la triste condizione delle donne, il dramma dell'oppressione e il cinismo dei padroni. L'autrice sollecita i lavoratori e le donne a riconoscersi nel comune sfruttamento, a specchiarsi l'uno nell'altra e ad imparare a reagire: le chance di riscatto risiedono nella forza di un comune pensiero solidale capace di superare i confini nazionali.
Bandite! : brigantesse e partigiane : il ruolo delle donne col fucile in spalla di Pino Casamassima
C'è un filo rosso che unisce le storie delle brigantesse e delle partigiane. Le donne che a cavallo dell'Unità d'Italia imbracciarono il fucile, lo fecero dopo la rottura di un equilibrio domestico e umano determinato dall'uccisione o cattura del loro uomo o per seguirlo in un destino ribelle contro uno Stato che non riconoscevano. Quelle che scelsero la lotta armata, unendosi ai partigiani durante la Repubblica sociale, risposero a un doppio richiamo: affettivo e civile, rivendicando la loro essenza di donne: "Non abbiamo fatto la guerra noi", dice una di esse. "Abbiamo fatto solo le donne".

Al servizio della regina : autobiografia di una rivoluzionaria irlandese di Maud Gonne MacBride
Dall’infanzia fino al 1903, gli anni che Maud Gonne racconta nella sua autobiografia sono quelli di un’Irlanda povera e soggiogata che cerca di affermare la sua indipendenza attraverso la lotta organizzata e la ribellione. Proprio in questo scenario si riflette la natura anticonformista di una donna piena di talento, bellissima, energica, che realizzò pienamente il suo sogno di diventare attrice teatrale, aspirazione a cui affiancò la sua attività di giornalista di denuncia e di oratrice agguerrita. Viaggiatrice infaticabile, sempre in prima linea tra i poveri dei bassifondi dublinesi e i contadini durante le loro lotte contro il grande latifondo. Fondò la prima organizzazione femminile del suo paese contribuendo ad aprire la strada alla partecipazione delle donne alla politica del ‘900.
Gioventù dorata : tre vite nella Francia della Belle Époque di Kate Cambor
Il figlio del popolare scrittore Alphonse Daudet, la nipote prediletta dell’immortale Victor Hugo, il figlio del neurologo Jean-Martin Charcot: Leon, Jeanne e Jean-Baptiste sono gli eredi di alcuni dei più grandi uomini della Francia dell’Ottocento. I tre sono cresciuti ammirando i loro illustri famigliari, condividendo la loro brillante, mondana e sfarzosa vita. Ma lo scoppio della Prima guerra mondiale, così come il trauma per la perdita dei loro cari, li rendono individui disorientati, delusi da quel progresso che così tante speranze aveva suscitato nei rispettivi genitori. Le vite intrecciate dei tre giovani diventano così il ritratto di un’intera generazione trascinata dagli eventi, in anni di follia e di crisi profonda, dallo sfavillio della Belle Époque alla ferita della guerra.
Kate Cambor, con una ricostruzione raffinata e scorrevole, cattura le loro speranze e le disillusioni, ci racconta gli incontri, gli amori, gli idilli, e poi gli inganni e i tradimenti, in un alternarsi di scene e situazioni: dai salotti letterari di Zola e Turgenev allo scandalo di Panama, dall’affaire Dreyfus alla nascita della moderna psicanalisi.

Il fuoco : romanzo di Henri Barbusse
Mai, prima di Il fuoco, l’orrore della guerra era stato mostrato con tanta rabbia e cruda precisione. Pacifista fino all’invasione tedesca, lo scrittore e giornalista Henri Barbusse si era arruolato volontario alla fine del 1914. Due anni dopo, convalescente per le ferite riportate in combattimento, organizzò in forma narrativa il diario tenuto al fronte, scrivendo un classico dell’antimilitarismo che anticipava le opere di Hemingway e Remarque. Storia di un gruppo di soldati semplici francesi, il romanzo fu pubblicato nel pieno del conflitto, vinse il premio Goncourt e sconvolse l’opinione pubblica europea, del tutto impreparata ad accettare la verità della guerra moderna. La presa di coscienza morale e politica dei protagonisti rispecchia quella del loro autore: è una consapevolezza che si nutre dell’esperienza vissuta, ma anche dell’efficacia dello stile trovato per raccontarla. Perché, attraverso le accensioni poetiche che illuminano lo spietato realismo del racconto, Barbusse lascia trapelare la speranza che proprio quegli uomini, costretti a trasformarsi in carnefici, possano un giorno rovesciare le strutture oppressive che governano il mondo. Uno dei più grandi romanzi sulla grande guerra, l’opera che ha ispirato il Viaggio al termine della notte di Céline e La Grande Guerra di Monicelli.

Ruhleben di Geoffrey Pyke

Settembre 1914. Allo scoppio della Prima guerra mondiale, un giovane e curiosissimo studente di Cambridge, esonerato dalla leva, si improvvisa corrispondente di guerra in Germania. Infiltrato con passaporto falso e una padronanza appena discreta del tedesco, Geoffrey Pyke viene subito smascherato e confinato nel sobborgo di Ruhleben, alla periferia di Berlino. Vivono lì, dentro stalle e baracche circondate da filo spinato, oltre 4000 prigionieri civili: il cibo viene razionato, il freddo rende ancora più penose le condizioni igieniche. Per più di un anno Geoffrey Pyke vive in questo campo di prigionia, e solo nel 1915, con una fuga rocambolesca e contro ogni speranza, riesce e fuggire e tornare in patria.

Nessun commento:

Posta un commento