Rigenerazione : romanzo di Pat
Barker
"Gli orrori vissuti, tenuti faticosamente a
bada alla luce del giorno, di notte si ripresentavano con forza raddoppiata,
dando luogo al sintomo più caratteristico della nevrosi di guerra: l'incubo
della battaglia"
Il romanzo intreccia eventi reali e creazione narrativa, così da mantenere la forza della cronaca e, nello stesso tempo, costruire personaggi di grande impatto emotivo. Il poeta Siegfried Sassoon aveva, nel 1917, protestato pubblicamente contro la prosecuzione della guerra ed era stato affidato alle cure del dottor Rivers nell'ospedale militare di Craiglockart con la diagnosi di "trauma da esplosione", proprio per evitare di essere sottoposto a un processo dalla corte marziale. Sassoon non era un vero pacifista, considerava però criminale proseguire quella guerra, così cruenta, quando si sarebbe potuto raggiungere un armistizio e far cessare quella tragica mattanza. Su questi fatti storici Pat Barker costruisce il suo romanzo, analizzando le personalità di Sassoon, di Robert Graves, l'amico del poeta che ottiene per lui la diagnosi che gli eviterà sanzioni disciplinari, del dottor Rivers, sensibile intellettuale, antropologo ed eminente neurologo, a cui aggiunge personaggi di sua creazione. Burns, un giovane che aveva subìto uno dei più disgustosi traumi possibili e che da quel momento non riusciva più a mangiare nulla senza vomitarlo. Il chirurgo Anderson, che per un errore di valutazione era stato la causa della morte di un giovane ferito in battaglia e che non sopportava più l'idea di riprendere la pratica della professione medica.. Molte vittime dei traumi provocati dalla guerra avevano avuto conseguenze sul linguaggio, balbuzie o afonia totale, così come nel caso di Prior, un giovane che perdeva l'uso della parola quando in stato di agitazione. Molte altre persone, sono tratteggiate con grande sensibilità dall'autrice che offre uno spaccato di quelle che sono le ferite che la guerra provoca non solo sui corpi, ma anche sulle personalità di chi sopravvive. Ad esempio la paralisi di Willard, dovuta solo a cause psichiche, corrisponde alla volontà di non tornare più al fronte, ma anche al non voler scappare, al non rifiutare le proprie responsabilità. I metodi terapeutici di Rivers sono di tipo psicoanalitico, molto rispettosi del paziente e della sua sofferenza, a differenza di quelli utilizzati dal dottor Lewis Yealland, violenti e aggressivi verso il sintomo, anzi verso il paziente. Il romanzo sa, anche in questo caso, ben giustapporre realtà e finzione letteraria, e l'elemento che permea l'intera narrazione è il senso di pietà per le sofferenze umane, fisiche e psichiche, il rifiuto per la violenza sia che venga perpetrata dai cosiddetti "nemici", i tedeschi, che dagli inglesi.
Le notti chiare erano
tutte un'alba : antologia dei poeti italiani nella Prima guerra mondiale.
Da D'Annunzio a Comisso, da Rebora
a Ungaretti, da Saba a Gadda, da Jahier a Marinetti, fino ai meno noti Buzzi,
Barni, Antò, Moscardelli: una vasta antologia ragionata della poesia italiana
della Grande Guerra. Articolata per sezioni tematiche per mettere in luce la
funzione che l'evento-guerra ha rappresentato per i maggiori poeti del
Novecento italiano. Oltre all'analisi specificatamente letteraria, il volume
propone una nuova interpretazione del fenomeno guerra e del suo potenziale
totalitario.
Dieci
giorni che sconvolsero il mondo di John Reed
"I dieci giorni che sconvolsero il mondo", pubblicato
nel 1919, narra, in chiave di reportage, gli avvenimenti della Rivoluzione
d'ottobre. Al centro del libro, il popolo russo: soldati, operai, contadini,
tutti alla disperata ricerca di un mondo migliore. Un affresco della situazione
in Russia prima e durante la Rivoluzione, attraverso discorsi, dialoghi e
comportamenti di coloro che ne furono i protagonisti. Il testo non è una
semplice descrizione dei fatti, ma un susseguirsi di scene vissute, da cui
emergono sentimenti, emozioni, rabbia e frustrazioni provate e sofferte dalle
masse. Nelle pagine di John Reed, la rivolta prende vita, permettendo a un
lettore ignaro di rivivere un periodo fondamentale della nostra storia.
"Qualunque sia il giudizio rivolto al bolscevismo, è indubbio che la
Rivoluzione russa debba essere considerata uno dei grandi avvenimenti della
storia dell'umanità e che la conquista del potere da parte dei bolscevichi sia
un evento d'importanza mondiale. Gli storici si sforzano di ricostruire, nei
minimi particolari la storia della Comune di Parigi e allo stesso modo
desiderano sapere quanto realmente accaduto a Pietrogrado nel novembre 1917:
quale fosse lo stato d'animo del popolo, la fisionomia dei leader, le loro
parole e i comportamenti adottati. Nello scrivere questo libro, pensavo a tutto
ciò ".
Bocci-Bocci
: i tumulti annonari nella Toscana del 1919 di Roberto Bianchi
Il volume presenta i risultati di
una ricerca sui tumulti contro il caroviveri esplosi in Toscana nell’estate
1919. L’agitazione non fu causata solo dall’aumento dei prezzi e assunse forti
significati politici, inaugurando il cosiddetto ‘biennio rosso’. Il lavoro si
basa sull’analisi dei fascicoli processuali aperti contro centinaia di
partecipanti alla rivolta. Tra gli imputati compaiono giovani lavoratori
dell’industria e artigiani; assai significativo fu anche il ruolo giocato nei
moti dalle donne, come pure dai militari tornati dalla guerra e ancora in
attesa di essere smobilitati.
Due
popoli e una nazione : mikrasiates e greci nella terra dei centauri di Luciano Li Causi
Erano greci, di religione ortodossa. Avevano abitato, per
generazioni, le città della Ionia ottomana e i centri dell'interno anatolico.
Nel 1922, stritolati dai nazionalismi ellenico e turco, cacciati dalle loro
case, si erano riversati nella "madrepatria" greca. Centinaia di
migliaia di profughi in un paese povero, di pochi milioni di abitanti. 12.000
"mikrasiátes"- così si chiamavano, dalla perduta Asia Minore -
sbarcarono al porto di Volos, in Tessaglia, accolti dalle autorità e dai loro
"fratelli" greci, nella retorica ufficiale del "rimpatrio".
Un nuovo centro fu creato per loro, Nea Ionia. Questo libro, una monografia
antropologica frutto di una ricerca sul campo, racconta l'incontro e lo scontro
tra mikrasiátes e greci, uguali ma diversi, nel corso del tempo, da quel
fatidico 1922 fino all'"estate della Grecia", il 2004 dei campionati
europei di calcio e delle Olimpiadi di Atene. Racconta anche come, attraverso
tappe scandite da lotte operaie e regimi autoritari, da occupazioni e guerre,
da terremoti e ricostruzioni, la diversità etnica, a lungo protagonista dei
rapporti tra le due comunità, sia progressivamente venuta meno, in un processo
di integrazione sociale favorito da comuni esperienze propiziate anche dalle
politiche della sinistra greca. Ma una diversa identità è rimasta anche oggi,
nell'orgogliosa rivendicazione: "Noi siamo mikrasiátes".
Viaggio
in una guerra di W. H. Auden, Christopher Isherwood
Il contratto preparato nell’estate del 1937 da Faber and
Faber e da Random House riguardava un generico «libro di viaggio sull’Estremo
Oriente» e lasciava alla discrezione di Auden e Isherwood la scelta
dell’itinerario e il taglio del resoconto. Ma è certo che la decisione, da parte
della strana coppia di reporter, di partire per la Cina – allora in guerra col
Giappone – non fu delle più ovvie. Di fatto, per quanto in quegli anni
l’intelligencija europea frequentasse con una certa assiduità trincee e teatri
d’operazioni, nessuno aveva rivolto lo sguardo a quello che – nonostante le
dimensioni, la ferocia e le implicazioni che avrebbe avuto per la storia non
solo regionale – era un conflitto quasi dimenticato. Che Auden e Isherwood ci
fanno invece rivivere nel momento stesso in cui accade, con un’immediatezza,
una precisione e un’efficacia tanto più sbalorditive se si considera che del
Paese in cui soggiornarono dal gennaio al luglio del 1938 i due, per loro
stessa ammissione, sapevano molto poco, e soprattutto che la forma da loro
adottata – un ibrido di prosa, versi e fotografie – era, ed è rimasta, un
unicum.
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