martedì 30 maggio 2017


Viaggio elettorale : discorsi politici di uno scrittore di Günter Grass

«Per sette anni molti hanno tentato, insieme a me, di smuovere una pietra. Dicono che si sia spostata un poco. Solo quando lo scrittore si è inteso come cittadino, i cittadini hanno cominciato a intenderlo come scrittore. Vi rivolgo un invito cordiale: siate scomodamente civici!». È questa la conclusione provvisoria dell'esperienza politica che Günter Grass ha intrapreso nel 1965, con preciso intento di mettere in discussione se stesso, e che è documentata in questo volume, in cui sono raccolti i discorsi e gli articoli più significativi della lunga campagna. Respingendo le tentazioni delle grandi costruzioni utopiche, che ebbero il loro momento di massima enfasi alla fine degli anni sessanta, Grass ha voluto uscire dalla torre d'avorio della letteratura e dal comodo ruolo dello scrittore come «coscienza della nazione», vate «sopraelevato e moralmente ingualcibile», per misurarsi in concreto, in una ragnatela di gesti, di parole, di iniziative che ridessero significato e sostanza a un dialogo democratico di base. Nutrito di spregiudicatezza e di fantasia, il suo viaggio non si è svolto all'insegna di trovate propagandistiche e di raffinate tecniche promozionali, ma è stato progettato e condotto come ricerca per riannodare con i cittadini, prima ancora che con gli elettori, i modi di una informazione critica, di un dibattito delle idee svincolato dagli impacci della burocrazia di partito e dalle mistificazioni della grande stampa.







L'interesse primario dell'esperienza va ricondotto proprio a questo tentativo di rinnovamento, al di là degli stessi successi raggiunti da Grass e dai suoi amici: la sconfitta della Grande Coalizione, quello establishment che aveva i suoi rappresentanti in Kiesinger e Axel Springer. In questa sua attività sul campo, ma anche all'interno dello SPD, Grass ha impiegato le sue migliori doti di scrittore: lo humour caricaturale e grottesco, le invenzioni paradossali, gli estri del polemista, i ricorsi autobiografici, che talora trasformano i suoi interventi nelle pagine di Il tamburo di latta o di Anestesia locale.

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