Viaggio
elettorale : discorsi politici di uno scrittore di Günter Grass
«Per sette anni molti hanno tentato, insieme a me, di smuovere una
pietra. Dicono che si sia spostata un poco. Solo quando lo scrittore si è
inteso come cittadino, i cittadini hanno cominciato a intenderlo come
scrittore. Vi rivolgo un invito cordiale: siate scomodamente civici!». È questa la
conclusione provvisoria dell'esperienza politica che Günter Grass ha intrapreso
nel 1965, con preciso intento di mettere in discussione se stesso, e che è
documentata in questo volume, in cui sono raccolti i discorsi e gli articoli
più significativi della lunga campagna. Respingendo le tentazioni delle grandi
costruzioni utopiche, che ebbero il loro momento di massima enfasi alla fine
degli anni sessanta, Grass ha voluto uscire dalla torre d'avorio della
letteratura e dal comodo ruolo dello scrittore come «coscienza della nazione»,
vate «sopraelevato e moralmente ingualcibile», per misurarsi in concreto, in
una ragnatela di gesti, di parole, di iniziative che ridessero significato e
sostanza a un dialogo democratico di base. Nutrito di spregiudicatezza e di
fantasia, il suo viaggio non si è svolto all'insegna di trovate
propagandistiche e di raffinate tecniche promozionali, ma è stato progettato e
condotto come ricerca per riannodare con i cittadini, prima ancora che con gli
elettori, i modi di una informazione critica, di un dibattito delle idee
svincolato dagli impacci della burocrazia di partito e dalle mistificazioni
della grande stampa.
L'interesse primario
dell'esperienza va ricondotto proprio a questo tentativo di rinnovamento, al di
là degli stessi successi raggiunti da Grass e dai suoi amici: la sconfitta
della Grande Coalizione, quello establishment che aveva i suoi
rappresentanti in Kiesinger e Axel Springer. In questa sua attività sul campo,
ma anche all'interno dello SPD, Grass ha impiegato le sue migliori doti di
scrittore: lo humour caricaturale e grottesco, le invenzioni paradossali, gli
estri del polemista, i ricorsi autobiografici, che talora trasformano i suoi
interventi nelle pagine di Il tamburo di latta o di Anestesia locale.
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