Le mani su Parigi di Dominique Manotti
Francia, 1985. Quinto anno di presidenza di François Mitterrand
e sesto della sporca guerra tra Iran e Iraq. Sulle montagne della Turchia
precipita un aereo pieno come un uovo di missili francesi destinati
clandestinamente all’Iran, paese sotto embargo internazionale. Chi c’è dietro
l’incidente che intralcia uno spericolato e lucroso giro, e soprattutto qual è
il messaggio: questo ci si domanda dentro la cosiddetta Cellula dell’Eliseo, il
gruppo scelto a metà tra il servizio segreto e l’esercito privato a
disposizione del Presidente. Siamo infatti nel pieno di un’altra sporca guerra,
quella permanente condotta dagli organismi ufficiali dello Stato contro il
corpo separato che protegge Mitterrand e non si capisce quanto lo condizioni.
Nulla di irreparabile, in fondo, per chi ha le mani su Parigi, nulla che non si
possa aggiustare con un cinico negoziato. Ed in questo è maestro lui, il
luciferino Bornand, ufficialmente Consigliere del Presidente, in realtà ragno
al centro della tela della Cellula e testa del serpente del complesso militare
industriale. Sennonché un incidente, l’omicidio di una prostituta curiosa, si
mette di traverso sul suo cammino, che si riempie di cadaveri. Perché
l’indagine sulla giovane morta finisce nelle mani dell’agente Noria Ghozali: è
piccola, non bella e alle prime armi, ma con lei la vita ha un debito di
giustizia. Dominique Manotti ci svela le trame più oscure che legano la
politica alla finanza, e lo fa con intrecci che muovono personaggi
psicologicamente vividi e descrivono traffici molto complessi. Nessuno di essi
è frutto soltanto della fantasia, ma partono sempre da fatti reali, nascosti
nelle pieghe dell’informazione. Ha detto l’autrice: «la storia devi trovarla ma
esiste».
Già noto
alle forze di polizia di Dominique Manotti
Parigi, 2005. La periferia della capitale ribolle in quell'autunno
caldo che segnerà la Rivolta delle banlieue. Ai confini settentrionali di
Parigi il commissariato di Panteuil dovrebbe essere l'incarnazione della Nuova
politica sulla sicurezza emanata dal ministero degli Interni francese. E il
commissario, uno a cui non mancano le ambizioni, è deciso a rispettare le
consegne: una strategia radicale e scientificamente teorizzata con l'obbiettivo
di guadagnare posizioni tra i funzionari del ministero, più che per dedizione
istituzionale. I suoi uomini, invece agiscono sul territorio e fanno fronte
alla quotidianità come possono, muovendosi a diversi livelli gerarchici.
Sébastien Doche, appena ventenne, arriva dal nord della Francia, per il suo
primo impiego in Polizia. Ivan, della squadra anti-crimine, è uno di quei veterani
che lavorano di notte e sono scesi da tempo a compromessi con la deontologia,
giustificando ogni comportamento in nome della sicurezza. Una matricola,
invece, combatte con la delusione e il senso di fallimento che giorno dopo
giorno si fa ossessione. Tutto questo nel rapporto con l'esterno, il
territorio, la banlieue parigina che è sul punto di esplodere e dove il crimine
è un fatto che si consuma ad ogni ora. Dominique Manotti, con l'abilità che le
è propria, e che le ha permesso di conquistare e fidelizzare numerosi lettori
anche in Italia, ci offre in questo noir un particolare punto di vista, e
affronta il tema della legalità da una prospettiva inedita, per mostrarci le
contraddizioni e i drammi del territorio, e tutta l'inadeguatezza delle istituzioni
che ne dovrebbero garantirne la sicurezza.
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