Il
ministero della suprema felicità di Arundhati Roy
Anjum,
nuova incarnazione di Aftab, srotola un consunto tappeto persiano nel cimitero
cittadino che ha eletto a propria dimora. Dopo di che incontriamo l’incorreggibile
Saddam Hussain, l’inquieta Tilo e i tre uomini che l’hanno amata: tra loro
Musa, il cui destino è indissolubilmente intrecciato al suo, con la stessa
forza con la quale le loro mani si stringono fin da quando erano ragazzi. Il
padrone di casa di Tilo, un altro dei suoi innamorati, è adesso un agente dei
servizi segreti di stanza a Kabul. E accanto a loro le due Miss Jebeen: la
prima nata a Srinagar e sepolta, a soli quattro anni, nell’affollato Cimitero
dei Martiri della città kashmira; la seconda apparsa a mezzanotte, in una culla
di
Il ministero della suprema felicità
colpisce dritto al cuore. Straripante di denuncia, travolgente e disperato,
punta i riflettori sugli invisibili, tutti quelli che la nuova India, la
superpotenza del nazionalismo indù di Modi, occupata a mostrare i muscoli e a
contare i soldi ha confinato nell'oblio o represso con la violenza. Anime
inconsolabili, spezzate dalla vita, che cercano riparo nell'amore. Mara Accettura
su D - Repubblica
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