mercoledì 12 luglio 2017

La milleduesima notte di Joseph Roth


Nella primavera dell’anno 18... lo Scià di Persia, malato di malinconia e vago desiderio, compie un rapido viaggio di piacere a Vienna. Si incapriccia, a un ballo, di una bellissima nobile; e i servizievoli funzionari della polizia austriaca provvedono a offrirgliela per una notte. Ma scelgono accortamente una controfigura, una giovane donna leggera che somiglia alla dama del ballo. Lo Scià non si accorge dell’inganno. Tornerà in Persia convinto della sublime raffinatezza dell’arte di amare in Occidente. A partire da questa breve avventura segreta, che potrebbe rimanere sepolta  nella memoria dei pochi che ne sono partecipi, si svolge una ragnatela di destini, un perfetto e mortale ricamo, un racconto in cui Joseph Roth, stremato e lucidissimo – questo libro comparve nel  1939, poco dopo  la  sua morte
–, riconduce delicatamente il romanzo alla favola. Ma, e questo è il prodigio della sua arte, senza sovrapporre alla torbida e quotidiana materia romanzesca nulla, appunto, di favoloso: luoghi, fatti e persone appartengono qui, ancora una volta, e inconfondibilmente, alla sua amata Vienna…







La pianista di Elfriede Jelinek


La ricerca spasmodica e frustrante della vita e di un'identità sessuale, fra autolesionismo e voyeurismo, spingono Erika Kohut, una quarantenne insegnante di pianoforte, negli squallidi peep-show della periferia di Vienna, nei cinema a luci rosse o tra le siepi del Prater, prima di rientrare a casa, sotto le lenzuola del letto che divide con la tirannica madre. Al centro della narrazione il tormentatissimo rapporto di forza tra le due donne che trasformerà in catastrofe sadomasochistica il tentativo di Erika di legarsi al suo allievo Walter Klemmer. Con un linguaggio tagliente e impietoso, e una scrittura coraggiosa animata da un vortice di metafore, l'autrice non risparmia nulla, né l'amore materno e le sue vane ambizioni, né  il genere pornografico, che manipola e smaschera, né i miti musical-culturali di Vienna, né le ipocrisie e le false certezze della sua borghesia istruita e stupida.

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