venerdì 25 agosto 2017

Camicie nere sull'Acropoli : l'occupazione italiana in di Marco Clementi

28 ottobre 1940, Mussolini lancia l’attacco alla Grecia: è l’inizio di una pagina di storia che ha ispirato film e romanzi come Mediterraneo e Il mandolino del capitan Corelli. Una ricostruzione complessa della campagna italiana raccontata attraverso i documenti greci degli archivi di Atene, Rodi e Sira. Perché un paese piccolo e sostanzialmente innocuo come la Grecia fu brutalmente attaccato dagli italiani? Mussolini la considerava un osso spolpato, eppure la campagna italiana si rivelò più complicata del previsto. Marco Clementi, grande conoscitore dei Balcani, ricostruisce tutte le fasi della guerra, dell’invasione e infine dell’occupazione della penisola ellenica. Basato su un vasto apparato di fonti inedite, questo libro offre una sintesi ampia e ben articolata di un capitolo fondamentale della politica espansionistica di Mussolini. Clementi sfata molti luoghi comuni come il mito di «italiani brava gente», ma allo stesso tempo ridimensiona, grazie ai documenti trovati negli archivi greci, la polemica sulla rimozione dei crimini di guerra. Dalle storie dei soldati alle strategie militari e al sacrificio della Divisione Julia, senza dimenticare gli episodi più drammatici come la strage di Domenikon e l’eccidio di Cefalonia, Clementi descrive magistralmente gli anni dell’occupazione, la solidarietà con la popolazione per combattere la fame, e le spaccature dopo l’8 settembre fra chi scelse di allearsi con la resistenza greca, chi con i tedeschi e chi cercò di tornare in patria. Il risultato è un libro che offre spunti di riflessione su come la nostra memoria nazionale ha rielaborato questa drammatica vicenda ancora vicina.

Quota Albania di Mario Rigoni Stern

Un anno di guerra e due campagne militari, in Francia e in Grecia, ricostruite grazie a due taccuini fortunosamente salvati. Del diarista Rigoni possiede le qualità innate: l'occhio attento, l'intimo sentire; la sorridente modestia per cui sempre dissimula se stesso nelle pieghe dei fatti e dei personaggi. Ed eccolo il diciannovenne caporale Rigoni, conoscitore infallibile di ogni sentiero e bosco e dirupo, sulle Alpi valdostane, nella breve campagna di giugno contro la Francia, a far conoscenza della prima fame e della tristezza di combattere senza un perché, occupando paesini arrampicati sulle costole delle montagne straniere, eppure tanto simili a quelle di casa propria. Poi l'Italia dichiara guerra alla Grecia e tocca agli alpini prendere posizione su quelle desolate montagne albanesi, remote e irreali come crateri sulla Luna. E l'unico a sapersi orientare è Rigoni - «Piè veloce» lo hanno soprannominato - che corre imperterrito per chilometri nel fango e nella neve, trovando un modo per sentirsi libero, per riavvicinarsi idealmente ai suoi monti e ritagliarsi l'illusione di una pace dove la vita nel bosco ha ancora il suo antico significato.

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