Meraviglie
mute : silent book e letteratura per l'infanzia di Marcella Terrusi
Marcella Terrusi racconta l’universo dei libri senza parole,
quelle storie che qualcuno ha scelto di narrare solo attraverso le immagini. Il
titolo, Meraviglie mute, riprende un’espressione inventata da Franco
Maria Ricci quando stampò nel 1981 il Codex Seraphinianus di Luigi
Serafini; Terrusi la usa per mostrare gli sconfinamenti fra arte, letteratura,
dimensione fantastica e linguaggi dell’infanzia. “Silent book” è invece una
definizione introdotta in Italia dalla scrittrice ed editrice Giovanna Zoboli,
che l’ha mutuata nel 2005 da un artista americano per spiegare ai lettori il
primo racconto senza parole pubblicato dalla sua casa, Topipittori. Zoboli ha
voluto descrivere un preciso momento ricettivo, “l’autonomia silenziosa e pensierosa con cui i bambini stanno soli di
fronte alle immagini”. Se pensate che il silenzio faccia un unico, monotono
rumore, invitate più persone a sfogliare lo stesso libro di immagini e interpretarlo
ad alta voce: ascoltate quante voci possono risuonare fra quelle pagine, quante
parole possono affollarle. Non per nulla la lingua tedesca li chiama
“Wimmelbűcher”, libri brulicanti. Fra le alternative italiane, la definizione
più elegante è forse “libri silenti”, libri che scelgono di tacere per parlare.
Non è corretto pensare siano indirizzati a chi non sa o non ha voglia di
leggere: al contrario, hanno bisogno di una iperlettura: servono tutti gli
occhi del mondo per decodificare vicende presentate attraverso dettagli,
sfumature, piccole mutazioni; c’è in questi libri una potenza evocativa
lasciata sola a solleticare le emozioni e sfidare l’intelligenza, ci sono
pagine narrative che inondano la fantasia con la pienezza dei vuoti e delle lacune.
L’autrice, in un pionieristico lavoro critico, rielabora
riflessioni, ricerche internazionali, esperienze condotte con lettori di ogni
età. Il volume, con più di cento immagini a colori, si propone come strumento
di educazione estetica e poetica per tutti.
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